Postato su 2013-11-27 In Schoenstatt in uscita

“Tocayo”: Quando tutta una Famiglia fa proprio il progetto del CIEES2013

COSTA RICA, mda. È uno dei momenti più emozionanti durante i giorni del CIEES 2013 (Secondo Congresso Ibero americano di Imprenditori ed Esecutivi schoenstattiani) in Costa Rica. In una pausa tra una conferenza e l’altra un partecipante locale si avvicina al peruviano, allo svizzero, all’argentino, allo spagnolo e consegna a ciascuno un biglietto firmato da lui, che dice: “Ho pregato per te, durante nove giorni, ogni giorno. Semplicemente per te, per la tua impresa, per il tuo lavoro, per la tua famiglia”. Alla fine del Congresso, ognuno dei partecipanti stranieri ritorna a casa con uno o due di questi biglietti e un nodo in gola, e un vincolo nel cuore che non si spezzerà mai… Tutta la Famiglia di Schoenstatt della Costa Rica, ciascuno dai suoi compiti assunti: iscrizione, soggiorno in famiglie o in un albergo, logistica, parte del programma all’inizio e dopo, aveva fatto proprio il progetto di essere l’anfitrione nel migliore significato della parola nel Congresso Ibero americano di Imprenditori ed Esecutivi schoenstattiani. Schoenstatt Costa Rica è stata CIEES2013. Quando tutta una Famiglia di Schoenstatt nazionale fa proprio un progetto come questo Congresso, qualcosa cambia…

Comincia già nell’aeroporto. Un uomo aspetta, con un cartello con il logo del CIEES2013 e un sorriso, tre partecipanti del Congresso alle 5h e continua aspettando gli altri che arriveranno durante il giorno, mentre i recentemente arrivati vanno all’albergo in tassi, dove possono fare il check-in ore prima del previsto. Tutto organizzato dai membri della Famiglia della Costa Rica, che ciascuno nel suo compito hanno fatto il possibile ed un poco di più, affinché ognuno dei congressisti che arrivava al paese si sentisse benvenuto ed accolto dall’affetto di questa Famiglia di Schoenstatt, che ha fatto dell’onore per essere anfitrioni del Congresso un compito in atteggiamento di servizio e di gioia contagiosa…. Una scatolina con il logo del Congresso con alcune leccornie è stata la benvenuta nel salone dell’albergo con l’immagine della Mater e i sorrisi e gli abbracci di Catalina e Richard (“Che gioia è conoscervi ora personalmente”), con gli inviti spontanei e ben organizzati ad un tour della città o ad incontri nella Sede del Movimento. Tutto fa sentire che non è soltanto arrivare ad un Congresso, bensì al Santuario vivo di una Famiglia impegnata ed entusiasta di questo progetto che le è stato affidato.

Il riflesso di quello che è vivere l’Alleanza d’Amore nella vita quotidiana

È notevole, quanto è stato scritto. “Cari amici, il secondo Congresso Internazionale del CIEES ha dato a noi peruviani un esempio di vita mediante la Famiglia della Costa Rica, che ha saputo essere fedele riflesso di quello che è vivere l’Alleanza d’Amore nella vita quotidiana, conquistando anzitutto il Santuario del cuore. Grazie, Costa Rica, per essere strumento di motivazione per la continuità del CIEES”, commenta Coco Arteta del Perú, alcuni giorni dopo il ritorno al suo paese. Christian Ketterer, del Cile, dice: “Grazie, fratelli della Costa Rica per permetterci di vivere un’esperienza tanto comunitaria e benedetta”. Per Melanie e Ulli Grauert, della Svizzera è stato “un altro Schoenstatt e l’esperienza di condividere con amici che non avevamo mai visto, ma con i quali ci siamo sentiti in casa, e come se ci fossimo conosciuti da sempre…..”

“Per noi è stata un’esperienza molto ricca, quella di avervi tutti qui con noi in Costa Rica. Sappiamo che sono stati momenti di vera benedizione, che ancora ricordiamo e ne godiamo”, commenta Marianella Coto insieme a suo marito Manuele Emilio Montero (uno dei conferenzieri del Congresso) coordinatori diocesani.

In atteggiamento di servizio gioioso

”Mi dica, Rudi”, dice Ulli Grauert la sera di lunedì 11, quando dopo celebrare fino a tardi con la Famiglia della Costa Rica nella Casa Sede con Messa, Alleanza Matrimoniale, vino e cibo, appare (“e tutto questo senza avviso previo da parte nostra”) come “per magia”, Rudi Sauter con la sua automobile portando  di ritorno gli svizzeri al loro albergo. “Mi dica Rudi, ma voi anche lavorate?” La risposta è con un sorriso: “Sì, quando non c’è il Congresso lavoriamo”. Prendiamo vacanze per accogliere chi viene al Congresso…È l’esperienza di tutti questi giorni prima, durante e dopo il Congresso. Non mancano mai, e sempre pare che appaiano dal nulla nel momento adeguato: automobili, autisti, cellulari, chiamate, pasti, bibite, coordinatori, messali, libri…e più che mai abbracci, sorrisi, parole di benvenuto, inviti a Messe, a casa, in piscina, allo scambio interessato, a parlare di Schoenstatt, ad una serata sulla spiaggia, quando non si terminavano nella giornata gli scambi di idee sul Congresso e sul Giubileo, intorno all’Alleanza, all’apostolato, a quello che è Schoenstatt, a quello che i vincoli con l’Alleanza significano per ciascuno…

E non è un sacrificio: si nota che per i “locali” la gioia dell’incontro è tanto quanto per gli “stranieri”. “Dopo aver trascorso più di tre giorni insieme ci mancano molto le brillanti conversazioni, i commenti di tutti voi. Le convivenze, i workshop e i momenti  trascorsi sono stati straordinari. Ricordiamo una gran quantità di episodi nelle innumerevoli fotografie e video del CIEES2013”, scrive Rudi Saurer ai partecipanti, ai quali manda i testi e altro materiale del Congresso.

Mediatori di grazie l’uno per l’altro

Ai partecipanti che sono arrivati il giovedì presto, si è preparato un Incontro in famiglia a Coronado, nella tenuta agricola di una famiglia di Schoenstatt nella regione montagnosa vicino a San José, dopo una breve visita alla Sede del Movimento. Non c’è programma, né è necessario. Tra pasticcini salati, vino e carne ai ferri preparati dai padroni di casa, si trascorrono momenti di incontro e nuovo incontro dopo vari anni o dopo finora solo conoscersi via mail….Sono momenti emotivi e di gioia. “Non avrei mai pensato che ci saremmo visti nuovamente in Costa Rica”, commenta qualcuno. Argentini, svizzeri, spagnoli e tedeschi, cileni e locali si mescolano, scambiano idee, dicono barzellette e rinnovano il mondo….

Tutto finisce in una Messa nella casa degli anfitrioni, concelebrata dai sacerdoti presenti: P.Guillermo Múzquiz, P. Rafael Fernandez, P. José Maria Gracía e P. Guillermo Carmona. Il celebrante P. Guillermo Carmona invita tutti a sedersi intorno all’altare in un gran circolo per condividere tra amici questa Santa Messa, la presenza di Gesù in mezzo ai suoi fratelli che cercano un mondo migliore dalla loro vocazione di imprenditori ed esecutivi. Partendo dalle tre grazie del Santuario, il Padre nella sua omelia, ha puntato al sacramentale dell’incontro con i fratelli, al sacramentale di ciascun fratello dal Santuario del cuore. La festa di Maria mediatrice delle grazie ci fa ricordare, ha detto, che ciascuno di noi è mediatore di grazie l’uno per l’altro ed ha invitato a pensare, a ricordare, a ringraziare:

Chi è stato ed è per me un mediatore di grazie?

Per Chi sono stato e sono io un mediatore di grazie?

Chiusura con Messa in famiglia e sulla spiaggia

Non poteva essere in un altro modo: la Messa finale del Congresso è stata la Messa della Famiglia di Schoenstatt della Costa Rica celebrata nella Sede del Movimento. Una Messa concelebrata di nuovo dai 4 Padri di Schoenstatt presenti al Congresso, una Messa gremita di famiglie, bambini, gioie ed incontri.

Poi, c’è stato, per coloro che ancora avevano tempo, una passeggiata sulla spiaggia, dove le case di alcuni membri della Famiglia si sono aperte per accoglierli tutti…per momenti di riposo, di chiacchiere o magari per fare progetti e sognare….

Non è per caso, dicono tanti, che l’ancona del futuro Santuario filiale della Costa Rica sia giunto durante i giorni del Congresso.

Grazie, Costa Rica

Grazie, Costa Rica. Il commiato è stato emotivo, molto grato, con nostalgia…e con un “arrivederci presto”. Il Congresso è stato certamente un passo importante, un avvenimento storico, nel pellegrinaggio di Schoenstatt nella grazia 2014, verso il secondo secolo della sua storia. E questo piccolo paese della Costa Rica si è conquistato un posticino nel cuore di molti schoenstattiani di tutto il mondo.

“In Costa Rica diciamo “tocayo” a coloro che si chiamano come noi, cosicché tu sei inoltre la “mia tocaya””, scrive Mercedes Sanjuan ad una delle partecipanti.

Costa Rica sei “tocaya” per noi che abbiamo partecipato. Grazie!!

Articoli riferenti

 

Il Signore è fedele a noiOmelia del P. José Maria García, 9 novembre

Il modo di vivere degli imprenditori ed esecutivi schoenstattiani

Una Vigilia con palloni….in preparazione al CIEES2013

Video della predica di P. Guillermo Carmona.


 

http://congresoempresarioscr.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *