Postato su 2014-12-18 In Vivere l’Alleanza

Vivere in modo che altri si chiedano: “Perché?”

ROMA, Martin Emge/mda. “Vivere in modo che altri si chiedano: Perché? E’ la testimonianza, il cammino della  testimonianza: non c’è nulla che lo superi…. Testimonianza in tutto. Noi non siamo salvatori di nessuno, siamo trasmettitori di Colui che ci salvò tutti e questo possiamo trasmetterlo soltanto se assumiamo  nella nostra vita, nella nostra carne e nella nostra storia la vita di Colui che si chiama Gesù. Concretamente, testimonianza. Testimonianza”. Parole di Papa Francesco durante l’Udienza Giubilare del Movimento di Schoenstatt, il 25 Ottobre u.s. Una parola indirizzata soprattutto alla gioventù, una parola che ricorda persone del Movimento di Schoenstatt che vivono proprio così, che hanno vissuto proprio così. Persone che hanno convinto Papa Francesco di Schoenstatt; poiché la sua conoscenza di Schoenstatt è personale, è di persone con cui ha lavorato e che lo hanno convinto. Persone che porteranno insieme Schoenstatt nei prossimi cento anni.

Persone come Padre Franz Reinisch. Nato il 1° Febbraio 1928 nella città di Feldkirch/Austria, cresciuto a Bolzano ed Innsbruck, Franz Reinisch segue la chiamata di Dio, viene ordinato sacerdote nel 1928 ed entra nella Comunità dei Pallottini. Durante il Noviziato, ad Untermerzbach presso Bamberg, impara a conoscere ed apprezzare la Franconia.

Più tardi avrà in un primo momento diversi incarichi nella sua Comunità ed infine scoprirà P. Josef Kentenich e il suo Movimento di Schoenstatt che lo ha formato profondamente.

Quando Hitler sale al potere, egli mette le carte in tavola e rifiuta come unico sacerdote tedesco il giuramento a Hitler per motivi di coscienza.

Poco prima del suo arresto e durante il tragitto verso la prigione di Berlino compare più volte a Bamberg. È da cercare qui il motivo per cui viene venerato particolarmente in questa regione.

Il 21.8.1942 viene decapitato a Brandenburgo.

Nel maggio 2013 è stata aperta a Treviri la sua causa di beatificazione.

Venire a contatto con Padre Franz Reinisch è pericoloso.

Proprio questo è avvenuto nel Terzo Reich, perché egli non aveva peli sulla lingua e come cristiano ha messo le carte in tavola.

E questo vale anche oggi, in un’epoca che ha bisogno di tali modelli che vanno impavidi per la propria strada e seguono la loro voce interiore, contro ogni tendenza che va verso corrente e senza carattere vincolante. Non radicale di destra o di sinistra, ma amante radicalmente ed orientato totalmente ai valori cristiani. Una tale protesta profetica può costare la buona reputazione, può costare amici ritenuti tali e persino la testa.

Il prezzo è alto, ma vale una vita vissuta in libertà e con carattere. Perciò la Stanza della Gioventù di Belmonte dovrebbe essere dedicata a P. Franz Reinisch.

Benedetto e inviato

Durante l’Udienza del Movimento di Schoenstatt, in occasione di 100 anni d’Alleanza d’Amore, Papa Francesco ha benedetto un quadro di Padre Franz Reinisch destinato per l’appunto alla Stanza-Reinisch.

Questa è benedizione e missione. Per chiunque un giorno parlerà, penserà, discuterà, riderà, sognerà, pregherà, farà programmi … in questa Stanza del Centro di Schoenstatt di Belmonte.

Nel 1942 P. Reinisch dice: “Non penso, non dico e non faccio quello che pensano, dicono e fanno gli altri solo e perché lo pensano, dicono, e fanno gli altri, ma perché è la mia convinzione interiore!”

Questa è testimonianza. Ed è bene che nel Centro Internazionale di Schoenstatt a Roma ci sia una Stanza-Reinisch. Ed è bene che la testimonianza di Reinisch abbia spinto delle persone a prendere l’iniziativa di finanziare una tale Stanza.

Originale: Tedesco  Traduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

 

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