Postato su 2012-01-29 In Vivere l’Alleanza

Un giorno d’Alleanza differente a Tucumán

ARGENTINA, Silvia Losada. Il 18 gennaio scorso, gli schoenstattiani che abitualmente visitano il Santuario della Mater a Tucumán, hanno sentito che qualcosa mancava. Il Santuario era chiuso nel mese di gennaio e solo si sarebbe celebrato la Santa Messa il giorno 20.

 

 

 

 

Questo motivo ha deciso un gruppo di missionari ad organizzare un Rosario illuminato nell’Edicola di Nostra Signora di Schoenstatt, situata nella zona centro di San Miguel di Tucumán, senza pensare troppo al motivo della loro decisione.

L’Edicola è stata la prima di questa zona e molti non conoscevano la storia della sua costruzione e benedizione: un signore, nel suo letto di malato complicato, aveva conosciuto Maria di Schoenstatt in un santino. L’aveva consegnata a sua moglie che si trovava nella stessa sala della clinica, consigliandole, che chiedesse con devozione che Ella l’aiutasse. E così è stato…

Il signore guarito è ritornato a casa, in un edificio di varie torri di appartamenti, situato strategicamente, davanti ad una piazza centrale, dove passa sempre molta gente, ed ha confidato ad altri la sua idea. Parecchie persone si sono aggregate a questa conquista e l’Edicola è stata costruita nei giardini di quell’edificio e benedetta da Padre Mario G. Cassone.

Innumerevoli persone passano davanti all’Edicola tutti i giorni. Pregano, raccontano alla Mater le loro angustie, senza sapere realmente chi è questa Madonna che li guarda accogliendoli. Un fiore, una copia della preghiera di consacrazione, alcune candele, ne danno testimonianza.

Alla conquista dei cuori

In quest’anno della Corrente del Santuario in cammino al 2014, centenario della prima Alleanza d’Amore, Maria ha voluto impegnarsi con i suoi figli dicendo loro: “Eccomi qua, cercatemi”.

Un pomeriggio di molto calore, Maria ha accolto gli schoenstattiani e tanti altri, che passavano per la piazza e si fermavano ad osservare. I missionari li invitavano ad offrire una candela alla Madonna e a scrivere le loro intenzioni collocandole in una scatola, per essere poi presentate il 20 gennaio nella Santa Messa nel Santuario.

E così sono sorte le storie della vita: chi chiede per la figlia malata, chi ringrazia, chi passava e toccava l’immagine, raccomandandosi, senza conoscerla…. ed ora è diventata una delle sue figlie fedeli…

S’avvicinava la sera man mano che i grani del rosario si accendevano, con i Padre Nostro e le Ave Maria, che uscivano dalle labbra di sempre più pellegrini che si avvicinavano a condividere quel momento di spiritualità.

Al terminare, domande, emozioni, promesse di visitare il Santuario, petizioni, perché si ripeta il Rosario Illuminato tutti i giorni 18.

Maria ha usato i suoi strumenti per attrarre nuovi cuori, che palpitino d’amore per suo Figlio e ricevano le grazie, che amorosamente sparge dai suoi Santuari.

E quei strumenti hanno compreso finalmente la ragione per cui la Mater li aveva spinti a recitare il rosario nell’Edicola

Come diceva Pozzobon: “io mi metto come un flauto, e Lei, Madre carissima, soffi, che io parlo…Ella certamente ha soffiato”. (Pensieri del Diacono Joao Luis Pozzobon)

 

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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