Postato su 2011-05-03 In Vivere l’Alleanza

Non aver paura. Rema al largo, Cristo è accanto a te

1 de mayo, Iglesia de Peregrinos: Foto de Juan Pablo II y remo en madera mkf. Questo primo di maggio, passerà soprattutto alla storia, come la data di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II: mentre quasi un milione di pellegrini in Piazza S. Pietro a Roma e altrettanti milioni per televisione, radio ed Internet partecipavano alla beatificazione di Giovanni Paolo II, Padre Joaquin Alliende predicava nella Chiesa dei Pellegrini a Schoenstatt descrivendo il carisma e il messaggio del nuovo beato. Una “speciale reliquia” di Giovanni Paolo II, era sull’altare davanti ad una sua fotografia nel Santuario di Koszalin, Polonia. Era un remo per remare. Karol Wojtyla aveva scritto in polacco su questo remo un messaggio con la sua firma, tre anni prima di morire durante la festa del suo compleanno: Non aver paura. Rema al largo, Cristo sarà accano a te.

 

 

„Tú, no tengas miedo. Rema mar adentro. Cristo está contigo. Juan Pablo II - 18 de mayo del 2002“

Padre Alliende ha predicato con molto fervore intorno al messaggio del remo di legno, che partirà in questi giorni per il Santuario dell’Istituto Secolare delle Signore di Schoenstatt in Silesia, Polonia, nella località di Rokitnica.

“Juan Pablo II, figlio e sacerdote di Maria, ha predicato con la sua voce e il suo esempio. Ci ha dato testimonianza di una fede, che è lotta, è drammatica e forte, è viva e gaudiosa. A Fatima in Portogallo l’ho sentito elevare la sua voce, già molto debole, per affermare: “La notte non ha l’ultima parola”. In altre occasioni ha esclamato: “L’inverno non ha l’ultima parola!”, “Il peccato e la morte non hanno l’ultima parola!”. E questo è il fondamento che ci aiuta ad interpretare il prezioso testo scritto di proprio pugno dal Beato Giovanni Paolo II su questo remo: Non aver paura. Rema al largo. Cristo è sempre accanto a te!

“Sì, con Te non abbiamo paura ad essere coraggiosi”

P. Joaquín AlliendeP. Alliende ha terminato la sua predica con un appello ai pellegrini presenti e a tutta la Famiglia di Schoenstatt: “Miei cari fratelli. Il Papa in questo testo parla da persona a persona. Non è “un voi”, è un’interpretazione personale, perché l’esperienza di fede accade nell’ambito dell’intima libertà. La fede non è un atto collettivo, non è un’abitudine gregaria, è una professione d’amore, che io dico sovranamente al Dio vivo, ai miei fratelli in questo mondo. Questo remo e questa dedica in polacco, ricordano una sentenza chiave di P. Kentenich, pronunciata qui nella stessa valle di Schoenstatt: Nella nostra barca non vogliamo schiavi. La nostra barca può solo navigare tra le onde, spinta da rematori liberi!

La parte finale della sua predica – pronunciata quasi nello stesso minuto della beatificazione a Roma – possibilmente è la prima preghiera diretta al nuovo beato:

“Sì, beato Giovanni Paolo II, un maestro di fede mariana. Sì, con te non abbiamo paura di essere coraggiosi. Arrischiamo andare al largo. Sì, noi cristiani possiamo vincere la paura, perché il Dio Trinitario non è un Giudice implacabile. È innanzi tutto l’Infinita Misericordia. È perdono e clemenza. Sì, Gesù Cristo, sia che Tu sia all’erta o dormendo nel fondo della barca durante la tempesta. Sì, crediamo che Tu sempre sia vivo nella tua Chiesa, Sì, crediamo che Tu navighi con noi. Sì, perché lo Spirito Santo è il vento che impulsa le nostre vele. Sì, la Chiesa è la nostra famiglia. Sì, è il focolare dei rematori liberi di Maria, la Donna vestita di Sole, la Madre, la Regina e la Vincitrice”.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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