Postato su 2014-07-20 In Francesco - messaggio

Francesco in dialogo con le voci del tempo: Emigrazione

FRANCESCO- VOCI DEL TEMPO,org. La sua visita a Lampedusa non è stata una voce fugace. Continua chiamando alla solidarietà con i rifugiati, con gli emigranti. “Tra i risultati dei cambiamenti moderni, il crescente fenomeno della mobilità umana emerge come “un segno dei tempi”, così lo ha definito Papa Benedetto XVI”, che lo dice in un suo messaggio per  la Giornata Mondiale dell’emigrante e del rifugiato. Ricorda “come la Sacra Famiglia di Nazareth ha dovuto vivere l’esperienza del rifiuto all’inizio del suo cammino”, sperimentando quanto migliaia di rifugiati sperimentano oggi. Di nuovo Papa Francesco ha chiesto aiuto per i bambini emigranti e di stare all’erta per la crisi umanitaria alla frontiera degli Stati Uniti e Messico per l’emigrazione illegale, in un Messaggio firmato l’11 luglio e che è stato letto il lunedì 14 dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità nel Colloquio Messico Santa Sede intorno alla “mobilità umana e lo sviluppo”.

Il testo completo del Messaggio Pontificio in occasione del “Colloquio Messico Santa Sede intorno alla mobilità umana e sviluppo”

Desidero porgere il mio saluto agli organizzatori, ai relatori e ai partecipanti al “Coloquio México Santa Sede sobre movilidad humana y desarrollo”.

La globalizzazione è un fenomeno che ci interpella, specialmente in una delle sue principali manifestazioni qual è l’emigrazione. Si tratta di uno dei “segni” di questo tempo che viviamo e che ci riporta alle parole di Gesù “Perché questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc. 12,57). Nonostante il grande flusso di emigranti presente in tutti i Continenti e in quasi tutti i Paesi, la emigrazione viene ancora vista come emergenza, o come un fatto circostanziato e sporadico, mentre è ormai divenuto un elemento caratteristico e una sfida delle nostre società.

È un fenomeno che porta con sé grandi promesse insieme a molteplici sfide. Molte persone costrette all’emigrazione soffrono e, spesso, muoiono tragicamente; molti dei loro diritti sono violati, sono obbligati a separarsi dalle loro famiglie e purtroppo continuano a essere oggetto di atteggiamenti razzisti e xenofobi.

Di fronte a tale situazione, ripeto quanto ha avuto modo di affermare nel Messaggio per la Giornata mondiale dell’Emigrante e del Rifugiato dell’anno in corso: “È necessario un cambio di atteggiamento verso gli emigranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla “cultura dello scarto” – ad un atteggiamento che abbia alla base la “cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore”.

Mi preme, inoltre, richiamare l’attenzione sulle decine di migliaia di bambini che emigrano soli, non accompagnati, per sfuggire alla povertà e alla violenza: è questa una categoria di emigranti che, dal Centroamerica e dal Messico attraversa la frontiera con gli Stati Uniti d’America in condizioni estreme, in cerca di una speranza che la maggior parte delle volte risulta vana.  Essi aumentano di giorno in giorno. Tale emergenza umanitaria richiede, come primo, urgente intervento, che questi minori siano accolti e protetti. Tali misure, tuttavia, non saranno sufficienti, ove non siano accompagnate da politiche di informazione circa i pericoli di un tale viaggio e, soprattutto, di promozione dello sviluppo nei loro Paesi di origine. È, infine, necessario, di fronte a questa sfida richiamare l’attenzione di tutta la Comunità Internazionale, affinché possano essere adottate nuove forme di emigrazione legale e sicura.

Auguro pieno successo alla lodevole iniziativa del Ministero degli Affari Esteri del Governo messicano di organizzare un colloquio di studio e di riflessione sulla grande sfida dell’emigrazione ed imparto di cuore ad ognuno dei presenti la mia Benedizione Apostolica.

dal Vaticano, 11 luglio 2014

FRANCESCO

 

Emigranti e rifugiati: verso un mondo migliore”

Visita del Santo Padre Francesco a Lampedusa (8 luglio 2013)

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