Publicado el 2014-11-11 In Francesco - messaggio

Maria centro della comunione della Chiesa in terra con quella del Cielo

PAPA FRANCISCO, org. «Celebrando tutti i Santi e commemorando tutti i fedeli defunti, la Chiesa pellegrina nella terra vive e spiega nella Liturgia il vincolo spirituale che la unisce alla Chiesa celeste”, ha rilevato Papa Francesco, iniziando la preghiera mariana dell’Angelus con la partecipazione di numerosi pellegrini presenti in Piazza S. Pietro, per pregare con il Papa. E rilevando che “nella grande assemblea dei Santi, Dio ha voluto riservare il primo posto alla Madre di Gesù” e che “Maria è nel centro della comunione dei santi, come singolare custode del vincolo della Chiesa universale con Cristo”, Papa Francesco ha ripetuto che “colui che vuole seguire Cristo nella via del Vangelo, Ella è la guida sicura, la Madre che accorre subito, sempre attenta, a cui potere confidare ogni desiderio e difficoltà”

Testo completo delle parole del Papa prima della Preghiera dell’Angelus:

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

I primi due giorni del mese di Novembre costituiscono per tutti noi un momento intenso di fede, di preghiera e di riflessione sulle ‘cose ultime’ della vita. Celebrando, infatti, tutti i Santi e commemorando tutti i fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra vive ed esprime nella Liturgia il vincolo spirituale che la unisce alla Chiesa del cielo. Oggi diamo lode a Dio per la schiera innumerevole dei santi e delle sante di tutti i tempi: uomini e donne comuni, semplici, a volte “ultimi” per il mondo, ma “primi” per Dio. Al tempo stesso già ricordiamo i nostri cari defunti visitando i cimiteri: è motivo di grande consolazione pensare che essi sono in compagnia della Vergine Maria, degli apostoli, dei martiri e di tutti i santi e le sante del Paradiso!

La solennità odierna ci aiuta così a considerare una verità fondamentale della fede cristiana, che noi professiamo nel “Credo”: la comunione dei santi. Che cosa significa questo: la comunione dei santi? È la comunione che nasce dalla fede e unisce tutti coloro che appartengono a Cristo in forza del Battesimo. Si tratta di una unione spirituale – tutti siamo uniti! – che non viene spezzata dalla morte, ma prosegue nell’altra vita. In effetti sussiste un legame indistruttibile tra noi viventi in questo mondo e quanti hanno varcato la soglia della morte. Noi quaggiù sulla terra, insieme a coloro che sono entrati nell’eternità, formiamo una sola e grande famiglia. Si mantiene questa familiarità.

Questa meravigliosa comunione, questa meravigliosa unione comune tra terra e cielo si attua nel modo più alto ed intenso nella Liturgia, e soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia, che esprime e realizza la più profonda unione tra i membri della Chiesa. Nell’Eucaristia, infatti, noi incontriamo Gesù vivo e la sua forza, e attraverso di Lui entriamo in comunione con i nostri fratelli nella fede: quelli che vivono con noi qui in terra e quelli che ci hanno preceduto nell’altra vita, la vita senza fine. Questa realtà ci colma di gioia: è bello avere tanti fratelli nella fede che camminano al nostro fianco, ci sostengono con il loro aiuto e insieme a noi percorrono la stessa strada verso il cielo. Ed è consolante sapere che ci sono altri fratelli che hanno già raggiunto il cielo, ci attendono e pregano per noi, affinché insieme possiamo contemplare in eterno il volto glorioso e misericordioso del Padre.

Nella grande assemblea dei Santi, Dio ha voluto riservare il primo posto alla Madre di Gesù. Maria è al centro della comunione dei santi, quale singolare custode del vincolo della Chiesa universale con Cristo, del vincolo della famiglia. Lei è la Madre, Lei è la Madre nostra, nostra Madre. Per chi vuole seguire Gesù sulla via del Vangelo, lei è la guida sicura, perché è la prima discepola. Lei è la Madre premurosa ed attenta, a cui confidare ogni desiderio e difficoltà.

Preghiamo insieme la Regina di tutti i Santi, perché ci aiuti a rispondere con generosità e fedeltà a Dio, che ci chiama ad essere santi come Egli è Santo (cfr Lv 19,2; Mt 5,48).


Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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