Publicado el 2013-12-18 In Riflessioni e opinioni

Un Dio che viene

ARGENTINA, P. Javier Arteaga. Non è facile scrivere questa Lettera d’Alleanza per Natale, in questo momento sociale del paese. Il Natale, sinonimo di amore, luce e pace di Dio, sembrerebbe non aver niente a che fare con il clima di tensione sociale e il timore dei furti che stiamo vivendo questi giorni. Un ragazzo mi diceva che celebrare il Natale oggi, coi i canti natalizi, l’albero con le luci e il presepe, sarebbe come immergersi in un mondo illusorio, infantile, che si scontra contro la dolorosa realtà. Come celebrare dunque il Natale? Anzitutto dobbiamo riscoprire il senso del Natale: in esso ricordiamo e celebriamo la nascita di Dio fatto uomo che viene a salvarci.

Un Dio che viene

Ricordiamo e celebriamo l’Amore e la solidarietà di Dio per noi, che ci viene incontro, che non ci lascia soli e alla deriva di un destino dubbio, ma che viene a salvarci per vivere nel suo amore. Lo vediamo quando Gesù va incontro a Zaccheo (Lc 19, 1-10) e alla Samaritana (Gv 4, 1-45) o quando prende su di sé i nostri peccati sul Legno della Croce. Anche oggi il Signore ci viene incontro in ogni celebrazione eucaristica, in ogni gesto d’amore e in tanti momenti impercettibili in cui egli cammina con noi. Dio ci viene incontro, prende l’iniziativa di cercarci, ci «primerea» (è d’esempio nell'»agire per primo»), per stringere con noi l’Alleanza d’Amore. E noi? Lo aspettiamo, ci lasciamo trovare da Lui, lo riceviamo con l’anelito dell’incontro?

Dio viene a salvarci

Stupisce, come il primo Natale sia stato contrassegnato da forti contrasti: la nascita di Gesù, Figlio di Dio, il Messia e Re dell’universo, avviene in una misera stalla; gli angeli lo annunziano ad alcuni semplici pastori che sono i primi ad adorarlo; la notizia di questa nascita destabilizzò il Re Erode, che per timore di questo “re” venuto al mondo, mandò ad uccidere tutti i bambini del paese; la Sacra Famiglia dovette fuggire per salvare la propria vita e visse in esilio. Il Natale di Gesù non avvenne in mezzo alla pace del benessere, ma in un mondo ingiusto e violento come il nostro oggi. La pace era interiore. Proprio per gli odi, i rancori e le malvagità che covano nel cuore dell’uomo, per la corruzione, le menzogne, per la violenza e i crimini, per salvarci e guarirci da tanto male nacque Gesù. , per questo mondo, per noi, venne Gesù. Senza di Lui sarebbe impossibile cambiare la nostra rotta della morte. In Lui è riposta la nostra Vita e la nostra Speranza.

Collaboratori di Dio

A Natale contempliamo il Bambino Gesù nelle braccia di Maria e vicino a San Giuseppe. Non è un caso che Dio per venire a salvarci si sia reso “dipendente”, se così si può dire, dal “Sì” di Maria. Maria fu la via che Dio volle seguire per venire ad abitare tra noi (Cfr. Gv 1,14) e vuole che seguiamo questa stessa via per arrivare a Lui. Maria, come Giuseppe, Giovanni Battista, i profeti e gli apostoli, è esempio di uomo che dà il suo Sì libero e generoso alla chiamata di Dio a collaborare con Lui nel suo progetto di salvezza. Come Maria e Giuseppe ieri, così è necessario per noi oggi. Tutti siamo chiamati ad aiutare il Signore, ciascuno a partire dalla propria vocazione e missione personale, affinché Cristo, attraverso di noi, possa continuare a camminare per le nostre strade, annunciando il Regno, abbracciando i sofferenti, aiutando i bisognosi, consolando le persone tristi, curando gli infermi, pacificando i violenti e vincendo il male con il bene. (Cfr. Rm 12, 21).

Per tutti coloro che soffrono di questa realtà, come per il ragazzo che mi disse, che celebrare il Natale oggi, con i canti di natale, l’albero con le luci e il presepio, sarebbe come immergersi in un mondo illusorio, credo che la cosa migliore sia celebrarlo “con” Gesù. Invitare più che mai Gesù a venire nuovamente tra noi, dargli “spazio” nella nostra vita, affinché Egli ci rinnovi nella fede, riaccenda in noi la speranza e ci invii come suoi messaggeri ad annunciare e vivere il suo Amore.

L’anno 2014, anno dell’Alleanza d’Amore, è la migliore occasione che abbiamo per dimostrare al Signore e alla MTA che vogliamo aiutarli a costruire nel nostro ambiente più pace, con più dialogo e più solidarietà, una Cultura d’Alleanza.

Cari fratelli e sorelle, siamo a una settimana dal Natale; questo 18 dicembre, rinnovando l’Alleanza d’Amore con Maria chiediamo a Lei di donarci la pace dei cuori e la pace sociale nella nostra Patria. Con il Padre Fondatore, preghiamo davanti al presepio:

Madre, scendi con il tuo Figlio Divino
sulle strade della nostra patria,
affinché essa, sulle vostre orme,
trovi la vera e
duratura pace.

Ricevete, dal Santuario, un cordiale saluto e la benedizione su ognuno di voi le vostre famiglie.

Buon Natale e Buon Anno 2014!

 

Traduzione: Originale spagnolo: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

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