Publicado el 2015-02-07 In Vivere l’Alleanza

Com’è bello rendere un servizio alla Chiesa di Roma

ROMA-BELMONTE, mda. Poco mancò che l’Anfora della Città di Rosario non stesse davvero nel Santuario. Perché l’Anfora di Rosario, della Diocesi dalla quale viene il nuovo Rettore del Centro Internazionale di Schoenstatt, Roma-Belmonte, è la stessa che è stata danneggiata più di tutte le altre per il crollo di una Tenda durante le Celebrazioni giubilari dell’Ottobre 2014. Rimessa insieme a mala pena, la mattina del 2 Febbraio si trovava nell’armadio. “Immagine della Chiesa incidentata nell’uscire per la strada”, ha detto qualcuno. Come la Madonna Pellegrina Originale. Come l’Immagine della Madonna per il Santuario di Belmonte. La Chiesa incidentata nell’uscire fuori, Schoenstatt incidentato nell’impegno per gli uomini, ha un posto qui? Sì, dice il Rettore Don Daniel Lozano. Sì. Sull’Anfora il bel simbolo dell’uva è rimasto intatto. Nel Santuario di Rosario c’è una replica di quest’Anfora, che gli Schoenstattiani del posto hanno donato per la Benedizione del Santuario di Belmonte, di quel Santuario il cui Rettore fra un paio d’ore sarà uno di loro. Msg. Dr. Peter Wolf  – che è arrivato a Roma per l’Insediamento nell’ufficio del nuovo Rettore – porta con cautela l’Anfora di Rosario nel Santuario e la colloca sull’altare. Ora è tutto pronto per la celebrazione di questo 2 Febbraio 2015, 49 anni esatti dal giorno in cui Padre Kentenich ha parlato qui, su questo terreno, del suo sogno di Schoenstatt nel cuore e a servizio della Chiesa.

Per il sogno di Padre Kentenich di un vivo Schoenstatt nel Cuore della Chiesa e al suo servizio

Il Rettore Don Daniel Lozano racconta dell’incontro con il suo vescovo per porgli la domanda, se poteva esonerarlo per il servizio di Rettore di Belmonte. “Com’è bello rendere un servizio alla Chiesa di Roma”, sarebbe stata la sua risposta spontanea. Poche settimane dopo seguì il Sì a questo servizio. Ed è così che il nuovo Rettore vuole anche intendere il suo operato – come un servizio alla Chiesa di Roma, come un servizio alla Famiglia di Schoenstatt romana e italiana e alla Famiglia di Schoenstatt di tutto il mondo, che fa sempre più spesso e volentieri un pellegrinaggio al Santuario di noi tutti, come hanno fatto il 20 Gennaio coppie di coniugi d’Argentina, Cile, Paraguay e Germania che si trovavano a Roma per il Congresso del Pontificio Consiglio per le Famiglie o come farà la settimana prossima una signora del Movimento di Schoenstatt degli Stati Uniti che vuole portare tutto il suo gruppo.

“Questo è il Santuario di noi tutti”, dice. Per prima cosa vuole collocare annunci plurilingui, affinché le persone dei diversi Paesi si sentano qui comprese e accolte, e naturalmente ci dovranno essere sempre anche brochure plurilingui, souvenir di Belmonte, letteratura in varie lingue e molto altro ancora.

Che cosa lo commuove maggiormente? Le molte risposte alla sua lettera inviata ai visitatori di Belmonte dell’ottobre scorso. Tanta preghiera, tanta gioia per la collaborazione, tanta disponibilità di impegnarsi per Belmonte, per il sogno di Padre Kentenich.

Il Rettore Don Daniel vuole mettersi a disposizione per il sogno di Padre Kentenich di un vivo  Schoenstatt nel cuore della Chiesa. E qual è il suo sogno, il suo più audace sogno? Ride dicendo “Il mio sogno? Che Papa Francesco venga a Belmonte e allora glielo regaliamo!”

Dal basso in alto

La semplice celebrazione comincia verso le quattro del pomeriggio davanti all’Edicola della MTA nell’ambito sottostante dell’area. A poco a poco il piccolo spiazzo davanti all’Edicola si riempie: Padre Giovanni Riba, il nuovo Direttore del Movimento di Schoenstatt in Italia ha invitato la Famiglia di Schoenstatt di Roma, e molti che in questo giorno feriale riescono a farlo sono anche venuti. Padre Giovanni Riba e un confratello della Nigeria, le Sorelle di Maria che operano nel Movimento di Schoenstatt italiano, Suor Lubia, Suor Thomasine e Suor Elisabet del Santuario Cor Ecclesiae del centro di Roma, Padre Valentino che ha stretto l’Alleanza d’Amore qui nell’Aprile dello scorso anno, gli impiegati di Belmonte, Don Giorgio Egle e Don Frantisek Jirasek, persone del vicinato e persino una “Delegata” del primo Santuario Filiale del mondo in Uruguay, che si trova al momento a Roma per motivi di lavoro: sono venuti tutti.

Da questa piccola Edicola, nel punto più profondo dell’area, si coglie una veduta impressionante, dove lo sguardo, sfiorando il cantiere, va verso la Casa dei Convegni quasi ultimata … e più in alto ancora al Santuario. La strada va dal basso verso l’alto. Di continuo. Nella discesa di Cristo e nel fatto che Cristo sia disceso agli inferi siamo redenti. Solo da lì si va verso l’alto. E collima con quest’Anfora di Rosario messa insieme con cocci.

Unito al Ministero Pastorale di Papa Francesco

Dopo la benedizione delle candele e la lettura di un brano della Conferenza di Padre Kentenich del 2 Febbraio 1966, ci si avvia in processione – cantando canti italiani pieni di brio, sfidando freddo e pioggia, verso la Domus Pater Kentenich dove ha luogo l’insediamento, all’interno della santa Messa, che viene animata musicalmente molto bene da un gruppo della Famiglia di Schoenstatt romana. All’altare stanno sacerdoti di cinque nazioni e tre continenti – Argentina, Nigeria, Germania, Rep. Ceca ed Italia. Internazionale …

“Belmonte e specialmente la Domus Pater Kentenich dovrà essere un luogo dove l’intento spirituale e il carisma del nostro Fondatore si fondono pienamente con il servizio di Pastore del Papa e diventano fecondi nel Cuore della Chiesa”, sono le parole di Monsignor Dr. Peter Wolf durante la Predica che viene tradotta in italiano da Roberta Cuccaro. “Il Rettore di Belmonte non può tuttavia realizzare da solo questa nuova Immagine della Chiesa. A questo scopo ha bisogno di noi tutti, soprattutto della Famiglia di Schoenstatt di Roma e d’Italia e di tutto il mondo. Qui a Belmonte tutti gli sforzi del Movimento Internazionale di Schoenstatt dovranno confluire intorno a questa nuova Immagine della Chiesa e diventare fecondi per la stessa Chiesa, affinché diventi sempre più ʺanima dell’attuale e futura Cultura dell’Umanitàʺ, come l’ha espresso volentieri il nostro Padre”.

Insieme

Alla fine della Messa Padre Giovanni Riba augura al suo compaesano – che conosce già dai tempi della Gioventù di Schoenstatt dell’Argentina – che gli possa riuscire di annunciare qui, a piccoli passi concretizzabili,  la grande Visione di Padre Kentenich. Il Rettore Don Daniel Lozano ringrazia per tutta la preghiera e tutto l’appoggio di quelli che sono presenti e di tutti gli altri dei tanti Paesi che gli hanno scritto, che nei loro commenti su schoenstatt.org hanno assicurato il loro sostegno, che gli donano capitale iniziale sotto forma di Libri dell’Udienza e Letteratura su Belmonte (sono già 40 i libri dell’Udienza  … ma il “termine ultimo per il regalo” è solo il 28 Febbraio).

“Belmonte non è tedesco, non è italiano, non è argentino, ma di noi tutti!” dice mentre i presenti applaudono. Qui si dovrà andare avanti “Insieme”; e conclude come Papa Francesco: Pregate per me.

Alleanza d’amore

La fanno tutti lassù nel Santuario, dove sull’altare sta l’Anfora di Rosario. In Italiano, ma qua e là si sentono dei toni in spagnolo e tedesco, insieme, solidalmente, e così rinnovano tutti l’Alleanza d’Amore.

È solo un  breve momento, ma è il culmine di questa celebrazione.

In conversazione

E poi si ritorna nell’atrio della Domus per un rinfresco con prelibatezze italiane di ogni specie e un tè fantasticamente caldo. C’è una piccola serenata di congratulazioni, saluti, persone che si rivedono, gioia per il nuovo Libro dell’Udienza che nei prossimi giorni starà qui a disposizione anche in italiano e molte conversazioni, che per la stretta cerchia dei collaboratori si concludono  con una cena nel vicino ristorante.

E dopo che a buona conclusione e sotto una pioggia torrenziale viene liberata anche la macchina, di una collaboratrice di Belmonte, che era rimasta rinchiusa nell’area, questo 2 Febbraio è stato un giorno splendido nonostante il cattivo tempo … e l’inizio di nuova vita intorno al Santuario di noi tutti.

Ma in sostanza ci rallegriamo di cuore, in primo luogo perché possiamo stare insieme, anche in modo autenticamente umano,  per cui non teniamo il viso accigliato tutto il giorno, ma stiamo insieme umanamente contenti, un cuor solo e un’anima sola; d’altro canto [ci rallegriamo] però anche del fatto che cresciamo sempre più profondamente nel nostro mondo di Schoenstatt.

(Padre Kentenich, Roma 2.2.1966)

Originale: Tedesco  Traduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

Omelia – Mons. Peter Wolf

Le foto

Belmonte, 2.2.2015

 


Belmonte 2.2.2015 from schoenstatt org on Vimeo.

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