published: 2008-07-01 |
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"La fede mi dà la libertà di prendere le mie decisioni politiche"Interessante testimonianza di Michael Brand, deputato della democrazia cristiana nel parlamento federale, all’apertura dell’Anno Paolino a Schoenstatt. Solenne Veglia con motivazioni politiche ed ecumeniche |
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SCHOENSTATT, mkf. Il 28 giugno circa ottocento persone – tra loro vari politici locali di Vallendar -, riuniti nella Chiesa dei Pellegrini a Schoenstatt, hanno sperimentato che l’Anno paolino non ha solamente importanza nell’ambito ecclesiale. La solenne veglia con la quale il Movimento di Schoenstatt ha celebrato l’apertura dell’Anno di San Paolo, ha avuto accentuazioni politiche ed ecumeniche. "Una buona idea, di quanto c’è dietro Schoenstatt, ho appreso da questa veglia di apertura dell’Anno paolino", ha commentato Hanno Fischer, presidente del gruppo parlamentare della democrazia cristiana di Vallendar, grato per l’invito a partecipare a questa celebrazione insieme con il Movimento di Schoenstatt. L’eletto capo del distretto della zona Myen-Coblenza, Dott. Alejander Saftig, ha inviato un saluto scusandosi di non poter partecipare per essere in vacanze. La Chiesa dei Pellegrini, nonostante la Eurocoppa e il principio delle vacanze, era traboccante di gente già prima dell’inizio della solenne veglia. Fa piacere constatare che i grandi avvenimenti ecclesiali si celebrano anche a Schoenstatt come qualcosa sottinteso, così come nella Chiesa locale. Molti dei pellegrini giunti a Schoenstatt quella sera, erano grati, perché commentava una signora di Vallendar "a Schoenstatt si respira il clima della Chiesa Universale". L’agenzia cattolica di notizie Zenit ha pubblicato, come preludio, l’intervista di Mons. Peter Wolf, in cui parla dell’importanza dell’Anno paolino per la Chiesa e per Schoenstatt. Anche in molti Centri di Schoenstatt si sono tenute celebrazioni per l’inizio dell’Anno paolino. È stata grande la gioia di poter avere già a disposizione la sera del 28 e 29 di giugno l’allocuzione di Mons. Wolf in tedesco, castigliano, inglese e italiano!. "Già abbiamo il programma con il discorso di Mons. Wolf in tante lingue della celebrazione dell’Anno paolino! Incredibile, grazie! Ora ha cominciato anche per me l’Anno di San Paolo", ha scritto Mercedes Luque da Cordoba, Argentina, membro dalla Federazione di madri. Una maestra dagli Stati Uniti ha ricordato con gratitudine, al leggere l’allocuzione, come la dedicazione di Padre Kentenich a San Paolo l’ha aiutata anni fa, a completare l’immagine del gigante Paolo, con quella dell’uomo Paolo, che nelle sue mancanze e debolezze si sentiva amato da Cristo…"P. Kentenich ha costruito con San Paolo, un ponte per noi, i protestanti", ha scritto una lettrice di Zenit. Un ponte sul quale voglio passare con piacere. Quando ho letto quel testo, mi sono sentita toccata dalla grazia!" Agli inizi dell’Europa ci sono stati santi"Donaci anche oggi testimoni della risurrezione, colpiti dal tuo amore e capaci di portare la luce del Vangelo nel nostro tempo. San Paolo prega per noi!", così ha pregato Papa Benedetto XVI al concludere la sua omelia poco prima dell’apertura dell’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Erano anche testimoni della risurrezione coloro che quella sera hanno partecipato alla solenne Veglia a Schoenstatt. Si è benedetta, all’inizio, nel contesto della veglia, preparata con un alto livello liturgico e musicale, una grand’immagine di San Paolo, che dovrà ricordare durante tutto l’anno questa commemorazione dell’Apostolo delle genti. L’immagine mostra all’Apostolo calpestando il suolo europeo, quando ha portato il cristianesimo a questo continente, le cui radici cristiane hanno marcato essenzialmente – ed oggi garantiscono – l’attuale comprensione della libertà, della dignità umana e della solidarietà. Non si trattava solamente di rivolgere lo sguardo al passato, come nemmeno è successo nella celebrazione a Roma. "Si dovrebbe invitare oggi San Paolo a ritornare in Europa", ha affermato P. Lothar Penners "si tratta di passare attraverso la soglia della storia ed infiammare di nuovo questo continente e tutto il mondo con il fuoco del suo appassionato amore per Cristo. Questo è quello che deve ricordare quest’immagine, come anche ogni statua di San Paolo nei quasi duecento Santuari di Schoenstatt nel mondo. "Al principio dell’Europa ci sono stati santi", ha affermato Michael Brand, deputato della democrazia cristiana nel parlamento federale, che si è rallegrato di poter dare quella sera a Schoenstatt, come cristiano evangelico, una testimonianza della sua fede praticata nella vita pubblica. Questo deputato di Fulda nel Bundestag (camera bassa del parlamento tedesco) che ha preso contatto con Schoenstatt mediante il Santuario di Dietershausen ha continuato dicendo: "Essi sono stati i portatori della cultura in Europa, il loro impegno per Cristo è stato tanto fecondo che noi ne viviamo ancora oggi". "Anche oggigiorno" ha continuato Michael Brand, "si ha bisogno di persone che nello sport, nella scienza, e nella politica siano responsabili delle loro convinzioni cristiane e ne diano testimonianza con l’esempio. Abbiamo bisogno di uomini come il giocatore della squadra nazionale Kevin Kuranyl con la sua testimonianza di fede; come il presidente federale Sig. Kohler, che senza preoccuparsi del protocollo si è dedicato a conversare, ad ascoltare persone concrete in un pensionato di anziani, o la deputata nel Bundestag, che la settimana scorsa con valore dalla sua costernazione, ha toccato pubblicamente il tema tabú della demenza a causa della malattia di suo padre. Abbiamo bisogno con i grandi santi anche degli innumerevoli "santi piccoli", che dalla loro fede diano testimonianza della famiglia e del matrimonio, della dignità dell’uomo" Appoggio e libertàLa fede gli dà appoggio e libertà per prendere, come deputato, le sue decisioni politiche "che non piacciono alla maggioranza. Chi non segue la maggioranza sarà interpellato, sarà anche attaccato, sarà anche indagato. Ma ci sono decisioni di coscienza che richiedono ritirarsi dalla maggioranza" Ha menzionato concretamente la questione della produzione di embrioni come materia prima per l’investigazione di cellule staminali, il tema della disposizione di pazienti e l’aborto tardivo. Lui spera che nell’anno dedicato all’Apostolo Paolo la gente abbia più valore. È importante inoltre che i cristiani lavorino uniti e seguano San Paolo "che prendano decisioni secondo il suo esempio, nelle famiglie, nel lavoro, nella vita quotidiana, a Schoenstatt a Fulda e a Berlino. Alla scuola dell’Apostolo San PaoloPoco prima Mons. Peter Wolf aveva dimostrato nella predica quanto il Padre Fondatore dell’Opera di Schoenstatt si era ispirato tante volte a San Paolo e quanto forte fosse la vicinanza spirituale delle due personalità: "Troviamo il nome dell’Apostolo in più del 20% delle conferenze, omelie e lettere che abbiamo a nostra disposizione. Era sempre più chiara in noi la coscienza che il nostro Fondatore ha preso da San Paolo tematiche e contenuti della sua spiritualità. Realmente ha seguito la sua scuola, si è ispirato alla sua scuola ed ha assimilato contenuti essenziali delle sue epistole…..P. Kentenich, perciò, c’invita anche oggi a seguire nella scuola di San Paolo e a raccogliere tutta l’esperienza originale di questo gran testimonio degli inizi della Chiesa, per poter così scoprire di nuovo la gioia e la bellezza di essere cristiani". Mons. Wolf ha dimostrato con molte citazioni di testi e di testimonianze proprie di P, Kentenich che non solo lui stesso ha seguito la scuola di San Paolo e incoraggiato i suoi seguaci, bensì come insieme con la convergenza spirituale è cresciuta anche una marcata convergenza nella storia della vita e nel destino di entrambi. "Non senza motivo P. Kentenich ha scelto come soprannome il nome di ‘Paulus’ durante gli anni a Dachau . Non era un nome scelto per piacere o casualmente, bensì per evitare il controllo della censura della posta che facevano la SS e la Gestapo. In quel tempo le lettere di San Paolo hanno acquistato una peculiare consistenza e vicinanza. La scuola dell’Apostolo Paolo ha avuto un’attualità sensibile e una concreta realtà. In quest’epoca è sorto un sempre più profondo vincolo, così come quello che si è sviluppato intorno a San Paolo. Lui non è stato per le sue comunità solamente un maestro e un mediatore di conoscenze, bensì qualcuno che si è dedicato a loro come un padre e una madre. San Paolo conosce la differenza tra gli innumerevoli maestri e i pochi padri in Cristo. (Cfr. 1 Cor. 4,15) Lui si sa padre delle sue comunità. San Paolo si assume il diritto di soffrire, per coloro che gli sono stati affidati, i dolori di parto di una madre (cfr. Gl. 4, 19). Sono stati tanti quelli, intorno al nostro Padre Fondatore, che hanno compreso di che cosa parlava San Paolo e quanto sul serio si potevano prendere le sue parole. La vita del proprio Fondatore e la somiglianza del suo destino e del suo impegno con quello di San Paolo, sarà per molti un incontro vivo con il grand’apostolo in questa celebrazione dei 2000 anni dalla sua nascita: Quali parole dell’apostolo San Paolo posso ripetere?P. Lothar Penners, direttore del Movimento di Schoenstatt in Germania, ha fatto notare la tensione esistente nella persona di San Paolo tra "la ricchezza dei doni ricevuti e il suo abbandono umano". Lui non è uno di quei santi che sono simpatici a prima vista: l’acudezza della sua dialettica, la grandezza della sua missione e la dimensione dell’efficacia della sua vita può intimorire qualcuno. San Paolo si caratterizza per la contrapposizione, ma anche per la maniera di sintetizzare le contraddizioni nel pensiero e nella vita. La forza di sintetizzare fa comprendere, perché P. Kentenich, che ha voluto facilitare l’unità tra Dio e il mondo, tra la fede e la vita, tra le idee e l’amore, ha cercato l’affinità spirituale di San Paolo. San Paolo, in tutto ciò che è grande ed importante, è qualcuno che vuole e può avvicinarsi a noi. P. Penners ha proposto che nel trascorrere dell’anno paolino si prenda un unico motivo delle lettere di San Paolo per applicarlo alla vita personale. "Sarebbe un beneficio", ha affermato P. Penners, "se qualcuno alla fine di quest’anno potesse ripetere dal profondo del cuore quello che dice San Paolo ‘Tutto lo posso in Colui che mi conforta’ o "Io so in chi è creduto" L’immagine dell’Apostolo Paolo calpestando Europa, di quel San Paolo che vuole calpestare qui e adesso la Chiesa e Schoenstatt, è esposta nella Chiesa dei Pellegrini ed invita ad avvicinarsi a questo San Paolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina |
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Last Update: 29.07.2008