published: 2008-07-25 |
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"Ho cominciato a lavorare a 6 anni"La Fondazione Dequení ha cambiato la vita ad Angel Bogarin….e continua cambiandola oggi a migliaia di bambini |
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PARAGUAY. Dequení. Angel Bogarin è paraguaiano ed ha 22 anni. Ha dovuto fin da piccolo lavorare per la strada per poter sopravvivere. Ha potuto educarsi, istruirsi con l’aiuto della Fondazione Dequení – una ONG paraguaiana che assiste bambini e famiglie bisognose, fondata da giovani del Movimento di Schoenstatt 20 anni fa, e lavorando accanto al Movimento, secondo i principi pedagogici di P. Kentenich, e soprattutto sotto la protezione della MTA. La BBC Mondo ha raccolto la testimonianza di Angel Boragin in commemorazione del giorno mondiale contro il lavoro infantile. Angel ha raccontato: Ho cominciato a lavorare a 6 anni. Originalmente la mia famiglia era contadina. Avevamo raccolto, alimenti abbondanti. Per me quello era un paradiso. Ma quando avevo 5 anni un’inondazione ha distrutto tutto e abbiamo perduto perfino gli animali: siamo restati senza niente. Dopo un mese è morto mio fratello maggiore, che era quello che si occupava di noi e ci manteneva. Allora mio padre è rimasto con mio fratello minore e mia madre se n’è andata con i miei due fratelli maggiori. Io sono stato mandato in campagna a vivere con una zia. Dai sei agli otto anni ho lavorato in campagna. Mi alzavo alle 4, mi occupavo delle mucche, le alimentavo e le portavo fino al recinto. Poi andavo a scuola e al ritorno raccoglievo legna, lavoravo sempre. Dobbiamo lavorareAvevo 8 anni quando sono ritornato a vivere con mia madre ad Asunción, e mio fratello maggiore che aveva 11 anni mi ha detto "dobbiamo lavorare". Il mattino vendevamo "panchos" (panini con salcicce), e la sera custodivamo automobili nel centro nella piazza di fronte alla cattedrale. Mi ricordo che c’erano anche ragazze grandi che custodivano automobili e il primo giorno di lavoro una ragazza mi ha gridato che io le rubavo il posto e mi ha tirato un vetro che mi ha rotto la fronte. È quello, che più ricordo. A volte un’automobile mi calpestava un piede. Spesso mi sentivo maltrattato e respinto da chi conduceva l’automobile. Ma poi con il tempo mi pareva un’avventura. Non soffrivo la fame, ma sentivo la mancanza di mio fratello maggiore e di mio padre.. Mia madre nemmeno stava molto in casa, perché lavorava come domestica. Mio fratello ed io vivevamo con nostra madre ed avevamo un patrigno. Mio padre viveva lontano, ma aveva nostre notizie. Veniva ogni tanto a visitarci, e trattava di mantenere mio fratello minore. Mi prometteva sempre che cercava di conseguire una casa per poter vivere nuovamente tutti insieme. Ho trovato un luogo, dove mi potevo sentire più accettatoQuando ho compiuto 10 anni mi sono stancato di lavorare tanto. Facevo il lustrascarpe ed inoltre frequentavo la scuola. È stato in quel periodo che la mia mamma e il mio patrigno cercavano un secondo carretto per vendere "panchos" e una persona ha suggerito loro di rivolgersi alla Fondazione (Dquení) che avrebbe potuto aiutarli. Siamo andati e ci hanno spiegato che non davano carretti per vendere "panchos", ma sì, aiutavano i bambini con tutto il necessario per la scuola e pagando l‘anno scolastico. Inoltre li alimentavano e si occupavano di loro. E così è cambiata la mia vita. Ho trovato un posto dove potevo sentirmi accettato. I professori della Fondazione mi consigliavano, m’incoraggiavano e soprattutto mi dimostravano affetto. Quando sono passato alla scuola superiore, poiché essi lavorano con bambini delle elementari, non mi potevano pagare le spese. Sono restato, perciò nella Fondazione per aiutare i professori, come volontario. Ai 18 anni ho vinto una borsa di studio mediante la Fondazione e la AFS (una ONG che si dedica a scambi culturali). E sono andato in Giamaica per un anno. Quando sono ritornato sono rimasto disoccupato per un anno, fintantoché ho trovato lavoro vendendo assicurazioni mediche. Ora lavoro per mio conto e sono rivenditore di cosmetici. Sto anche lavorando con una Chiesa per creare una Fondazione che aiuti i bambini che lavorano. Mi piacerebbe tanto adoperarmi contro il lavoro infantile e specialmente far capire ai genitori di amare i loro figli e di occuparsene. Questo è per me il lavoro più grande che si può fare". Ci sono tanti bambini come lui…Ci sono tanti bambini come Angel, per le strade di Asunciñon, per le strade di altre città, bambini le cui vite si possono cambiare facilmente….Bambini che un giorno potrebbero cambiare la vita di molti. Con un solo apporto di 55 dollari (40 euro) un bambino riceverà una borsa di studio solidale, uno zainetto con tutto il necessario, la divisa completa; l’iscrizione nella scuola della sua comunità e l’assistenza fino alla fine dell’anno scolastico. Ci sono tanti bambini che hanno bisogno solo di un po’ d’aiuto… e ci sono tanti bambini che vogliono aiutare. E così hanno fatto i bambini dell’Asilo San Giuseppe a Escherheim nei dintorni di Francoforte, Germania. Già è il secondo anno che hanno deciso condividere con i loro amichetti in Paraguay. Per la festa di S. Martino, il santo per condividere, in novembre del 2007, non solo hanno cucinato focaccine e le hanno vendute ai loro genitori (che idea geniale), bensì inoltre hanno portato i loro libri di disegno per venderli nella fiera dell’Avvento. I 64 euro che hanno guadagnato li hanno riempiti di orgoglio e li hanno motivati a continuare in Quaresima. Hanno conseguito con i loro genitori che avevano entusiasmo per il loro progetto, di fare candele, mazzi di fiori, conigli di legno, bicchieri e molto di più per Pasqua. Erano felici al preparare le cose, ed ancora di più i giorni della vendita…. E grande la grande sorpresa avuta, quando alcuni giorni fa hanno inviato un totale di 484 euro a Dequení – 12 borse di studio, 12 bambini del Paraguay che possono frequentare la scuola per un anno! Se tutti sapessero quanto è facile cambiare il mondo, a migliorarlo…non lo cambierebbero? Allora, raccontatelo" Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina |
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Last Update: 29.07.2008