published: 2008-04-29 |
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Dachau: dove il cielo ha toccato la terraUno sguardo diverso al luogo dell’orrore: un pellegrinaggio seguendo le orme di Dio |
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GERMANIA Gabriele Sudermann. Chi ode la parola "Dachau" pensa automaticamente al primo campo di concentramento in Germania, e al contempo ricorda la parola "inferno". Ciononostante, 8 donne del gruppo delle professioniste e le giovani del Progetto Vita di Monaco, - un modo di sperimentare durante un anno una vita comunitaria schoenstattiana – hanno approfittato della fine settimana per andare in pellegrinaggio a Dachau, perché per loro Dachau è più che un luogo dell’orrore, della disumanizzazione e della morte. P. Kentenich ha vissuto in questo luogo in maniera tale che ha dimostrato al mondo che anche in Dachau Dio è ed è stato presente. Esse hanno camminato per il campo seguendo le sue orme ed hanno tentato di imitare il suo atteggiamento e il suo modo di agire nella loro vita quotidiana: "Mio piccolo Dachau, la sofferenza, l’ingiustizia, la mancanza di rispetto alla dignità umana, che si presentano anche nella mia vita quotidiana, devono trasformarsi attraverso me". Sul portone d’entrata al campo hanno contemplato la decisione di P Kentenich di andare volontariamente a Dachau. Egli non ha cercato di sottrarsi al campo di concentramento, bensì ha trattato di riconoscere la volontà di Dio e agire di conseguenza. È stato a Dachau perché ha creduto che era il luogo, cui Dio voleva che andasse, e perché con questa sua decisione voleva conquistare la libertà interiore per tutta la Famiglia di Schoenstatt. Com’è tutto questo nel mio piccolo Dachau? Sono qui liberamente, perché è il luogo che Dio vuole per me? Non c’è nessuna situazione in cui non si possa essere apostoloNella "piazza dell’appello" si è dimostrato loro come P. Kentenich non abbia mai perduto la sua dignità personale. Non si sia lasciato mai intimorire dalle urla ed imprecazioni degli uomini delle SS. Non abbia mai accettato il darsi del tu generalizzato, non abbia usato mai nessun’espressione del campo, non abbia mai permesso che le circostanze e l’intorno lo ribassassero a un livello di primitivismo. Nella baracca 13, che era la baracca d’entrata, hanno studiato l’atteggiamento di P. Kentenich verso i suoi compagni di prigionia. Si rivolgeva a tutti con un’apertura totale, rispettava il modo di essere di ciascuno e trattava tutti con dignità. Nella baracca 26, la baracca dei sacerdoti prigionieri, le signore hanno esaminato la fiducia filiale di P. Kentenich in Dio e nella Madre. Una stanza era stata trasformata in cappella dove ogni giorno si celebrava la Messa, e dove Carlo Leisner è stato ordinato sacerdote. P. Kentenich tutte le sere, nel dormitorio teneva una riflessione per tutti: interpretava gli eventi della giornata alla luce della Fede nella Divina Provvidenza. P. Dresbach, anche lui prigioniero a Dachau, ha detto poi che per lui Dachau era stato il cielo, perché in P. Kentenich aveva sperimentato quello che è un padre per la prima volta nella sua vita. P. Kentenich ha dimostrato, nella baracca 4, nella 27 e nella 30, che non c’è nessuna situazione, in cui non si possa essere apostolo. Egli ha fondato a Dachau due nuove comunità: l’Istituto delle Famiglie e i Fratelli di Maria. Ha fatto di Schoenstatt un’Opera internazionale e si è occupato attivamente di dirigere l’Opera di Schoenstatt e – secondo le circostanze – ha mantenuto contatto con Schoenstatt mediante la posta illegale.. "Abbiamo tentato imitare la sua vita quotidiana nel nostro piccolo Dachau, affinché così il nostro Dachau possa trasformarsi in un Santuario", ha affermato una delle signore.. Finalmente hanno terminato insieme il giorno recitando il rosario illuminato nella casa del Progetto Vita a Feldmoching, per offrire a Dio e alla Madre tutto quello che avevano vissuto nel campo di concentramento. Tutte le intenzioni del Dachau di quel tempo, la preghiera per gli uomini che avevano perso la vita nel campo di concentramento, la gratitudine per le belle cose vissute, tutto hanno raccontato a Maria e a suo Figlio. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina |
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Last Update: 16.05.2008