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 published: 2006-05-05

Per gli uomini potrà essere impossibile, ma per Dio tutto è possibile

L’inizio del Mese di Maria sul Monte Sion a Gikungu, Burundi

 

Apertura del mes de Maria en Bujumbura, Burundi

May Opening in Bujumbura, Burundi

Maieröffnung in Bujumbura, Burundi

 

Ofertorio: Bandera de Burundi

Offering: the Burundi flag

Zur Gabenbereitung wird die Flagge von Burundi gebracht

 

Predica del Obispo: un llamado a la paz y solidaridad

The Bishop called for peace and solidarity  in his sermon

Der Bischof rief zu Frieden und Solidarität auf

 

P. Claudio Jeria

Fr. Claudio Jeria

P. Cláudio Jeria

 

La multitud de peregrinos

Pilgrims, Pilgrims, pilgrims...

Tausende waren gekommen

 

P. Mauricio y Padre Deo

Fr. Mauricio and Father Deo

P. Mauricio und Pater Deo

 
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Capitalario

My contribution for peace

Rosenkränze für den Frieden

Fotos: Jeria © 2006

 

 

 

BURUNDI, P. Claudio jeria. È la domenica mattina del 30 aprile. La chiesa dei Pellegrini della Santissima Trinità è zeppa di gente. Circa 6000 persone (minimo!) hanno risposto al pellegrinaggio al Monte Sion Gikungu, per inaugurare il Mese di Maggio, il Mese di Maria.

Il Vescovo è sull’altare circondato da circa 10 sacerdoti e tre diaconi, un accolito seminarista, e molti chierichetti. È impressionante il momento dopo la comunione: qui in Burundi, è abitudine intonare un canto di lode, di ringraziamento, diretto dal coro. In questa Messa sono presenti tre cori: due del posto ed uno di Gihanga una parrocchia distante circa 50 chilometri dal Monte Sion Gikungu. Ogni coro è formato da 50 a 100 persone. Un canto dopo l’altro. Tutti coloro che lo desiderano possono alzarsi e ballare dai loro posti in segno di lode. Improvvisamente uno dei cori con un ritmo molto entusiasmante, allegro e giovanile intona un canto, che tocca il cuore di tutti. Le seimila persone si alzano e dai loro posti ballano al ritmo della musica, alzano le braccia al cielo e cantano tutti insieme: "Per gli uomini potrà essere impossibile, ma per Dio tutto è possibile.".

La comunità del Burundi si trova in una nuova tappa. Dieci anni fa tutto era confuso, e nessuno sapeva come avremmo potuto farcela. Oggigiorno cresce e cresce ogni giorno di più la speranza della pace. "Per gli uomini potrà essere impossibile, ma per Dio tutto è possibile".

L’omelia del Vescovo: il vino della festa è per tutti

È così come il Vescovo ha parlato nell’omelia del gran regalo della pace. Ha paragonato allegoricamente il miracolo avvenuto alle nozze di Cana, al miracolo della pace. Ha affermato che a Cana, Gesù – per intercessione di Maria – ha fatto il miracolo di regalare il vino, ma l’ha consegnato al capo sala, affinché lo distribuisse. Così anche Dio ci fa oggi il bel regalo della pace, che sempre più è realtà, ma lo mette nelle nostre mani, soprattutto nelle mani delle autorità. Quel vino – che rallegra il cuore dell’uomo – è per tutti i partecipanti alla festa e non perché ne godano solo pochi. Questa frase è una chiara allusione alla corruzione, dove una piccola minoranza s’impadronisce dei beni che Dio dà per la mensa di tutti.

La liturgia si è svolta con la gran partecipazione nella fede di tutti i presenti, che indossavano come sempre gli abituali vestiti con colori sgargianti. Ogni volta che assisto alla Messa qui sul Monte Sion Gikungu mi meraviglio sempre più della fede del popolo presente. È evidente però che il punto debole di questa fede è saperla applicare alla vita quotidiana, perciò il gran pericolo della corruzione. Ciononostante è l’opinione di tutti che qui la fede ha un valore prezioso, che nessuno può negare.

Siamo solidali con noi stessi

All’offertorio hanno offerto doni per i poveri. Il nord del paese patisce da mesi di una gran siccità che ha provocato una spaventosa miseria. Perciò dal principio della quaresima si è iniziata una campagna per raccogliere viveri per i nostri fratelli bisognosi. L’iniziativa è stata un vero successo. Per un paese come il Burundi con una media di reddito pro capite di 100 dollari (Cile ad esempio =US$ 4260; Argentina = US$ 4080; Spagna US$14430, dati del 2002- 2003. Enciclopedia Universale 2006) è stata una cifra enorme aver potuto raccogliere durante tutto questo tempo $ 3000, che si sono trasformati in viveri per aiutare 4 parrocchie nelle zone più povere. Il bello è che tutti collaborano, non solo con denaro, bensì anche con lavoro. La gioventù s’impegna a preparare gruppi familiari per la distribuzione (tanti chili di riso, di farina di manioca, di fagioli ecc.) e il prossimo sabato partirà la carovana che percorrerà 160 chilometri portando i viveri alle dette parrocchie.

All’offertorio uomini e donne portavano viveri sulla testa fino all’altare. Simbolizzavano le tonnellate di viveri che si trovano nei nostri magazzini, che alla fine di questa settimana saranno distribuiti per soccorrere la fame dei nostri fratelli durante la siccità. Hanno anche portato la bandiera nazionale come simbolo, che la solidarietà di Maria abbraccia tutto il paese.

La solidarietà si dimostra anche nella preghiera

La solidarietà non deve essere solo materiale. Dio vuole darci pace, ma noi dobbiamo lottare per conquistarla. Le nostre azioni devono essere accompagnate da un’intensa preghiera, costante e generale di tutto il popolo. Questo è stato il messaggio che ci ha rivolto alla fine della Messa, davanti al Santuario, P Deo Maruhukiro, attuale rettore del Santuario. Ci ha anche mostrato dei foglietti con dei quadratini ed un disegno della figura del paese con i colori nazionali. Il disegno è stata un’idea dell’Istituto delle Famiglie del Paraguay, quando avevano offerto Capitale di Grazie per lui, prima della sua partenza nel 2005. L’iniziativa è stata accolta con grand’entusiasmo dal popolo, cominciando dallo stesso Vescovo. P. Deo ha detto che se volevamo la pace totale e definitiva, avremmo dovuto fare una "dolce violenza" sul cuore di nostra Madre, soprattutto in questo mese di Maria. Egli ci ha invitato a diffondere questo richiamo alla generosità dei nostri cuori. Si trattava di riuscire a recitare 10 milioni di rosari per la fine di questo mese. Ci riusciremo? Il viso entusiasta delle migliaia di pellegrini ci diceva che sì (i burundesi pregano moltissimo!)

Nota di adesione: la collaborazione da altri paesi è benvenuta. (copiare il disegno)

P. Maurizio inaugura il suo Kirundi

P. Deo e P. Maurizio, quello stesso pomeriggio, hanno trasmesso a tutto il paese quel richiamo alla generosità attraverso Radio Maria. Questa Radio trasmette in Burundi già da un anno. Hanno cominciato a Gitega e qualche mese fa a Bujumbura. I nostri due fratelli hanno preparato l’intervista via radio con molta cura e perciò P. Maurizio ha raccontato in Kirundi la sua esperienza del Mese di Maria in Cile, e P. Deo ha invitato tutto il paese ad unirsi a questa meravigliosa campagna di 10 milioni di rosari per la pace.

La sera di quella stessa domenica, sotto un cielo pieno di stelle, mi sono recato passeggiando a quella chiesa dei pellegrini, che durante il giorno era stata tanto piena di gente. Mi sono seduto accanto ad una colonna a contemplare le stelle. Pensavo: ogni stella è una grazia. Veramente abbiamo ricevuto molti doni. Mancano i dollari attorno a noi, ma in realtà nuotiamo nella grazia. E così ho cominciato a recitare il mio rosario, col cuore colmo di gratitudine, come un mio umile apporto per la pace, tanto desiderata da tutti.

Il cammino verso la pace.

Dall’anno 2005 si è iniziato un nuovo periodo in Burundi, che io potrei denominare: il cammino verso la pace. Grazie alle trattative di Arusha, ci sono state anzitutto elezioni dirette: comunali e parlamentari.

In seguito il parlamento ha eletto un presidente per 5 anni: Pierre Nikurunziza (che appartiene al partito che ha vinto le elezioni dirette). Ed è così come i gruppi belligeranti, eccetto uno, hanno firmato un trattato di pace con il governo nazionale, e si sono integrati in forma pacifica nel processo politico. In questo momento regna la pace nel 95% del paese. Il nuovo governo cerca di prendere contatto col popolo e viaggia molto per le differenti province per conoscere meglio i problemi sul posto. Il nuovo presidente ha promesso ricostruire il paese con vari programmi chiari e promettenti. Perciò ha ricevuto un grand’appoggio dalla gente.

Uno dei programmi che ha riscosso molta adesione è stato quello di moltiplicare le scuole, affinché tutti i bambini possano godere dell’educazione gratuita. Si è anche mobilitato e adoperato per alleviare la fame in varie regioni del paese colpite da una forte siccità.

Un altro segno che dà speranza è l’impegno costante del presidente, manifestato in discorsi e compiuto con fatti per combattere la corruzione.

Ebbene questi sono alcuni dei segni promettenti, ma ciononostante il cammino verso la pace è lungo e sinuoso. Trascrivo alcuni dei problemi che preoccupano la comunità nazionale:

*Anzitutto c’è l’Aids e tutti i problemi conseguenti ad una sessualità disordinata, che fanno grandi stragi nel paese (Infettati d’Aids=10% della popolazione tra i 15 e i 49 anni. Confrontare con due esempi dell’America Latina: Cile: 0,3%, Haiti: 5,6%%. In Africa la più alta percentuale l’ha Botswana: vicino al 40%. Dati della Rivista Jeune Afrique L’intelligent Sept. 2005)

  • Si è anche criticata la tendenza che ha il governo attuale di non chiamare tutti a ricostruire il paese, allontanando persone di gran valore sia per la loro formazione sia per la loro esperienza. Si commenta che così si governa solo secondo il progetto di un partito unico.
  • Un’altra sfida è il disarmo generale e l’integrazione del gruppo guerrigliero FNL, che s’ispira ad uno schema messianico, e pensa che Dio darà loro il paese per mezzo delle armi. È molto difficile riuscire a convincerli a lasciare le armi per decidersi a percorrere un cammino pacifico, affinché ottenere la pace.
  • In quanto all’economia la maggioranza dei burundesi vive molto poveramente. Molti tra loro non ha né da magiare, né da vestirsi. La struttura sanitaria è pessima, tutto è carissimo, ospedale e medicine, e non se ne vede una soluzione prossima..
  • Inoltre, sempre nel campo economico, si osservano segni che annunciano, che nonostante il presidente voglia combattere la corruzione, parecchi la praticano e non si riesce a sradicarla.
  • Alquanti burundesi hanno emigrato ad altri paesi a causa della crisi. Alcuni sono ritornati ma purtroppo, durante la loro assenza, le loro proprietà sono state occupate da altre persone. Perciò ricorrono ai tribunali, che sono lenti e spesso inoperanti, il che rende molto difficile integrarsi di nuovo nella comunità locale
  • Un altro problema è l’aumentare delle sette. Il Burundi conta con il 63% della popolazione cattolica, ma la gente si confonde, e ci sono parecchi che cambiano di religione per convenienza economica.

Così con un carico di speranze e di difficoltà, avanziamo lentamente per il cammino verso la pace. Noi, come Famiglia di Schoenstatt, pensiamo che la nostra migliore contribuzione è lottare per essere artefici di una "cultura di pace". Perciò il nostro motto dell’anno dice: "Trasformati per l’Eucaristia, c’impegniamo con Maria per riuscire a raggiungere una cultura della pace".

Cresce la comunità dei Padri nel Burundi.

In questo momento cinque studenti dei Padri di Schoenstatt in Burundi sono in Svizzera, studiando tedesco. Se tutto va bene, potranno cominciare il loro terziario dal giugno fino ad agosto, e ritornare in Burundi il 1º settembre. Il 30 settembre sono previste le tre prossime ordinazioni di diacono. Si tratta di Aniceto, di Evodo e di Giovanni Bernardo. A poco a poco si forma il Sion del Padre per l’Africa ed una nuova delegazione dell’Africa Centrale comincia a sorgere. Così se Dio vorrà, per l’anno 2007, la comunità conterà in Africa di 5 sacerdoti autoctoni, cioè nati nel paese.

P. Deo, ritornato al principio dell’anno dal suo soggiorno nell’America del Sud, si trova in casa nel suo paese natale. Ha assunto l’incarico di rettore del nostro Santuario e direttore del Movimento Popolare e dei Pellegrini, il che gli ha permesso di conoscere un aspetto della nostra realtà schoenstattiana che egli non conosceva, e che ora è felice di averla sperimentato: Schoenstatt nell’America Latina. Evidentemente gli mancherebbe conoscere molti paesi, se volesse completare quest’esperienza latino americana. Ciononostante per un primo incontro è già sufficiente, e che secondo lui è stato tanto proficuo. Un aspetto che gli ha insegnato molto è stata l’esperienza con il gruppo delle Famiglie in Paraguay, che ha dato un grand’impulso alla sua attività pastorale in questo campo.

Domenica scorsa 16 aprile P. Maurizio ha compiuto un anno del suo arrivo in Burundi. Anzitutto ha dovuto perfezionare il suo francese, giacché il periodo passato in Francia era stato troppo corto per riuscire a dominare questa lingua che è tanto bella, ma anche "capricciosa". Dopo il francese ha dovuto studiare il Kurundi con un sacerdote che offriva un corso d’introduzione. Egli, inoltre, aveva un gran desiderio di approfondire questa difficile lingua (non s’assomiglia in niente all’italiano), di conoscere il suo paese nelle sue radici, nella campagna, dove vive il 95% della popolazione burundesa. Perciò approfittando dell’amicizia con un sacerdote schoenstattiano dell’Istituto dei Sacerdoti Diocesani, è andato a vivere con lui nella sua parrocchia (sulle montagne) per tre mesi. Con l’aiuto di un professore della scuola del luogo, studiando molto e esercitandosi costantemente con la gente del posto, è ritornato a Bujumbura con una gran conoscenza della lingua e contento di tutta la sua esperienza.

"Maria, Regina della Fiducia"

Le Sorelle di Maria sono molto contente, perché il 20 maggio inaugureranno un gran Centro di ritiri, giornate ecc. della Gioventù Femminile, delle coppie sposate, e di altri gruppi della Chiesa (si potranno alloggiare circa 100 persone) Il Centro si chiamerà "Maria, Regina della Fiducia" (carisma del Santuario di Mutumba) ed è una contribuzione alla costruzione della pace nel paese. Congratulazioni alle Sorelle e a tutti noi!

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina


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Last Update: 09.05.2006 Mail: Editor /Webmaster
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