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 published: 2006-01-10

Uniti nell’amore per la missione

Missione India 4: inculturazione del mondo e inondarlo di spirito mariano

Los Aymerich con amigos en el Santuario de Bangalore

The Aymerich with friendo in the Shrine in Bangalore

Ehepaar Aymerich mit Freunden im Heiligtum von Bangalore

 

Capitalario de los seminaristas

The seminarians made up this „Capital of Grace form“

So sammelten die Studenten der Schönstattpatres Gnadenkapital für Schönstatt in Indien

 
 

Seminaristas

Seminarians

Studenten der Schönstatt-Patres

 
 

En el Santuario de Bangalore

In the Shrine in Bangalore

Im Heiligtum in Bangalore

 
 

El futuro!

The future

Die Zukunft!

Fotos: Wosny © 2006

 
 

INDIA, Edgardo e Rosa Aymerich.Edgardo e Rosa Aymerich continuano il loro lavoro missionario e apostolico per l’India. Considerano che la missione di Schoenstatt in India è fondare la struttura della Famiglia con tutti i suoi gruppi e il suo ampliamento, per poter così contribuire al rinnovamento religioso morale della Chiesa, attraverso un movimento di educatori dell’uomo nuovo nella nuova comunità. Perciò si dovranno affrontare grandi e piccoli problemi, naturalmente con l’aiuto della Madre, che come sempre si dimostra vincitrice e mediatrice di abbondanti regali. Nel seguente colloquio vogliono condividere con tutta la Famiglia di Schoenstatt Internazionale alcune riflessioni, riguardanti le implicazioni delle differenti culture e il ruolo protagonista della Chiesa per rispondere concretamente alle sfide del tempo attuale.

L’India è un paese vivo, con gente amabile e generosa, dove il valore della famiglia ancora palpita con forza nella società, ed è fondamento solido della Chiesa. L’India è un paese, dove ogni famiglia cristiana erige nelle proprie case piccoli altari per lodare Cristo e Maria, e dove nessuno nasconde la sua fede, perché non si concepisce vivere senza. Si vive un cattolicesimo con entusiasmo, un cattolicesimo di gente pietosa, religiosa e normalmente impegnata. Tutti i cristiani vanno a Messa. I miscredenti, qualunque sia la loro religione, praticamente non esistono. Le parrocchie hanno una gran forza e una grand’influenza. Una Chiesa piena di tradizioni, in cui anche la gioventù vive la fede in una forma molto naturale.

Immersi nell’inculturazione attraverso lo spirito mariano del mondo

Quando arriviamo da un paese ad un altro, da una cultura differente ad una nuova, tendiamo a vedere le cose dal nostro punto di vista, secondo i modelli della nostra cultura d’origine, e naturalmente sbagliamo e ci confondiamo. Non solo le abitudini possono essere differenti, bensì la forma di pensare e la maniera di agire. Non sarebbe meglio guardare le cose con gli occhi di Maria? Ella conosce il cuore d’ogni popolo; Ella è Colei che si adatta a qualsiasi cultura. Come S. Paolo ci si deve fare deboli coi deboli, giudei coi giudei, e indio con gl’indi. Inculturazione significa infrangere gli schemi anteriori, immergersi nella nuova cultura, comprenderla, guardarla con delicatezza e rispetto, osservarla con mente aperta.

Non corrisponde, dunque, alla Chiesa dare risposte concrete alla cultura di un paese? Non è stato Cristo, uno scandalo per i giudei, il primo che con la sua vita ha fomentato una cultura millenaria? Lo stesso P. Kentenich ha saputo fare la diagnosi della malattia dell’Occidente: un tipo di mentalità meccanicistica che "come un’epidemia invade la nostra cultura, corrodendo i fondamenti dell’Occidente, conducendolo alla rovina"

Che qualcosa sia culturale, perciò, non significa che sia necessariamente buono. Quando conosciamo il paese e l’amiamo desideriamo il meglio per il suo sviluppo. Ma che tipo di risposte si devono dare? Non si possono usare gli stessi modelli di ieri, e nemmeno ciò che funziona in altre parti, si deve agire concretamente in qualsiasi momento e luogo. Lo stesso S. Paolo ha introdotto nella sua epoca una nuova visione della schiavitù. Senza usare le stesse modalità che oggi useremo, il suo apporto è stato, ciononostante, una base per la sua futura abolizione (S. Paolo Col. 3,22)

Arrivando alla Chiesa dalle Nuove sponde

Nuovamente in S. Paolo troviamo una risposta ad un altro degli aspetti più controvertibile dell’India. "Tutti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, perché quanti in Cristo siete stati battezzati, vi siete vestiti di Cristo. Non c’è già né giudeo, né gentile, né schiavo né libero, né uomo, né donna, perché tutti siete uno in Cristo Gesù" (S. Paolo Gal. 3, 26-28) Non è forse una sfida per la Chiesa terminare per sempre con un sistema di caste, che nonostante sia proibito dalla legge, continua ad essere latente perfino nella propria Chiesa, per essere fortemente radicato nella cultura L’unica casta che noi cristiani conosciamo è essere figli di Dio.

Se la Chiesa vuole sopravvivere e crescere, e se Schoenstatt vuole apportare qualcosa, c’è bisogno di un’aspirazione eroica e fervente alla santità. Siamo nell’era dei santi, perché santi possono essere tutti i laici e i religiosi. Si deve educare l’uomo nuovo, affinché lotti ardentemente per la propria santificazione e la costruzione della nuova comunità! Così Schoenstatt debole e pieno di difetti, ma portatore di una gran missione per essere figlio di P. Kentenich, è chiamato ad essere ora e in futuro, l’anima e il cuore della Chiesa.

La preoccupazione centrale di P. Kentenich è stata la Chiesa e il destino della nostra cultura. Il carisma di Schoenstatt, ciò che è chiamato ad essere e ciò che vuole regalare alla Chiesa, è immergere ogni aspetto della cultura in Maria, cioè inondare di spirito mariano il mondo. Una missione universale, valida per tutti gli angoli della terra e che è La Soluzione ad ogni problema. C’incamminiamo verso la Chiesa della nuova sponda, verso la cultura dei nuovissimi tempi e la nuova era mariana dell’umanità"? Con Maria lieti nella speranza e sicuri nella vittoria, verso tempi più nuovi!

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina


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Last Update: 13.01.2006 Mail: Editor /Webmaster
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