published: 2009-06-10 |
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Abbracciando il Santuario, per le madri e la PatriaUn’iniziativa del Gruppo delle Madri di Ciudad del Este, Paraguay |
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PARAGUAY, Gloria Ruiz Diaz . Quanto trasmettiamo con un abbraccio! Con un abbraccio trasmettiamo amore, protezione, accoglienza, solidarietà. La Famiglia di Schoenstatt di Ciudad del Este ha steso le sue braccia con la consegna di "FAMIGLIA UNITA" in un pomeriggio di sole di maggio (il mese della patria e delle madri in Paraguay) intorno ai simboli colonne di Schoenstatt: "Il Santuario", l’Immagine dell’"Immacolata", e "L’angolo del Padre", per dire alla Regina "Eccoci, siamo qui Madre, qui sono le nostre braccia, disposte a difendere la missione, che hai affidato a nostro Padre e Fondatore, e che con fedeltà, lui ha trasmesso alla sua Famiglia che siamo noi. Le voci del tempo e il motto e l’obiettivo attuale "(Il Padre vive in me, io regalo il calore del focolare domestico"), ci ripetono che per conquistare la tua corona nel decimo anniversario della Nostra Terra, oggi ci chiami a difendere la nostra Madre la Chiesa Cattolica, e a rivendicare con forza i valori perduti nel seno della famiglia del nostro Paraguay". Il Gruppo delle Madri ha convocato con questo obiettivo tutta la Famiglia di Ciudad del Este, che con le braccia stese, sostenendo bandierine con i colori della Patria, hanno offerto recitare il Santo Rosario per il nuovo Incontro della Famiglia e per tutti e ciascuno dei pastori della Chiesa, affinché la forza della vocazione li conservi fedeli al loro lavoro pastorale. Hanno contemplato come "Famiglia Unita" ciascuno dei misteri gaudiosi, la cui particolarità è che insegnano il carattere sacro della vita, e presenta la Famiglia di Nazareth come portatrice della verità originaria della famiglia. È così che dal primo mistero l’Angelo del Signore preannuncia il sentimento che deve penetrare in tutte le madri, quando è annunciato il nuovo essere, che è stato concepito nel suo ventre: "Rallegrati piena di grazia", invita a riflettere sull’atteggiamento della famiglia alla concezione e all’arrivo di un bambino al mondo. Nessun bambino dovrebbe scoprire che è stato un "problema".Se guardiamo la Famiglia di Nazareth, come modello, il bambino dalla sua concezione deve sentirsi aspettato, amato e considerato. Nessun bambino dovrebbe scoprire che è stato un "problema"., una "minaccia" diventata realtà, qualcosa di vergognoso che si doveva nascondere e negare a tutti i costi, arrivando nel peggiore dei casi nel crimine dell’aborto (Dal manifesto dei Padri di Schoenstatt in occasione degli avvenimenti di pubblica conoscenza del Paraguay). La nascita e la presentazione del Bambino Gesù nel tempio da parte dei suoi genitori, dimostrano che il bambino dovrebbe arrivare a questo mondo, in seno ad una famiglia ben costituita, dove il padre e la madre lo aspettano, per offrirgli un focolare che lo appoggi e protegga. Ma inoltre anche un focolare dove lo si educhi, dove si metta in pratica un’autentica paternità, che purtroppo è tanto assente nella nostra patria. Il vero padre è responsabile della vita che genera, ama e cura e educa il figlio senza violenza, né viziandolo, lo accompagna nel suo processo di maturazione, e lo aiuta a crescere verso una sana originalità e autonomia. La perdita e il ritrovamento di Gesù che si contempla nell’ultimo mistero scopre ai nostri occhi che i veri "smarriti" siamo noi, che ci allontaniamo dal suo cammino, quando il carico è troppo pesante camminando in salita, e abbandoniamo i valori cedendo ad un tipo di vita senza principi che piano piano si radica nel nostro interiore Quando la lotta per la Santità della vita quotidiana è troppo difficile, quando non abbiamo la forza sufficiente per difendere i santi precetti della nostra Chiesa, e con un silenzio complice permettiamo che la si schiacci. Circondando il SantuarioHanno poi supplicato la Madre, motivati dall’immensa ricchezza dei misteri gaudiosi, che li mostri come essere veramente "Focolari domestici" per gli altri, e che regali loro la volontà necessaria per difendere con forza i valori che imbandierano la Famiglia di Nazareth Alla fine del Santo Rosario e con l’esclamazione di "Viva Gesù e Viva Maria!, si è chiuso questo abbraccio con lo sventolio delle bandiere e al suono della canzone "È bella la nostra Terra, quando il sole sorge….Ma è molto più bella se nel "rancho" (in casa) regna la pace"…Abbracciati come fratelli è più bello il Paraguay" , hanno circondato il Santuario. Si è concluso così un pomeriggio di giubilo, di molta gioia, in cui una volta di più la Mater la sempre fedele educatrice, dava due messaggi chiarissimi. Alle madri…non preoccupatevi per l’avverarsi dei vostri desideri…amo coloro che mi amano…(da ben tre anni le madri desideravano concretare "L’abbraccio al Santuario nel mese di Maggio") Alla Famiglia di Ciudad del Este….Come famiglia Unita….tutto è possibile Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina |
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19.06.2009