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"Notte del Santuario" 2008, con Martin Ott, "il pilota del Papa
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 published: 2008-08-26

Essere lì con tutto se stesso: nella cabina dell’aereo e in famiglia

La tavola rotonda del sabato, nel programma della "Notte del Santuario" 2008, con Martin Ott, "il pilota del Papa". Tre testimonianze emozionanti che danno tanto coraggio

 

Nacht des Heiligtums: Zeugnis von “Papst-Pilot” Martin Ott

Noche del Santuario: testimonio de Martin Ott, „piloto del Papa“

Night of the Shrine: Martin Ott, „Pope Pilot“, during his  testimony

Nacht des Heiligtums: Zeugnis von “Papst-Pilot” Martin Ott

Foto: Manuel Immler © 2008

 

Martin Ott im Gespräch mit Sr. M. Rafaela und P. Thomas Jochheim

Martin Ott conversando con la Hna M. Rafaela y el P. Thomas Jochheim

Martin Ott in conversation with Sr. M. Rafaela and Fr. Thomas Jochheim

Martin Ott im Gespräch mit Sr. M. Rafaela und P. Thomas Jochheim

Foto: Clemens Mann © 2008

 
Moderation: Theresia Strunk und Frank Blumers  

Moderación: Theresia Strunk y Frank Blumers

Moderators: Theresia Strunk and Frank Blumers

Moderation: Theresia Strunk und Frank Blumers

 
Lena Schwendemann  

Lena Schwendemann

Lena Schwendemann

Lena Schwendemann

 
Marina Wehner  

Marina Wehner

Marina Wehner

Marina Wehner

Fotos: Manuel Immler © 2008

 
 

SCHOENSTATT. Clemens Mann. Ha portato il Papa di ritorno a Roma dalla GMG 2005 a Colonia. Senza dubbio un momento importante nella vita di Martin Ott, soprattutto perché è un cattolico convinto ed un "discepolo di Ratzinger". Quest’uomo, di 53 anni, ha ascoltato nella sua giovinezza conferenze dell’allora Mons. Josef Ratzinger ed è restato affascinato dall’esattezza nell’espressione e la brillantezza professionale di quel professore di dogmatica e della storia dei dogmi. "Questa combinazione di sapienza e umiltà è semplicemente sbalorditiva".

Questo bavarese di Pfaffehofen vicino al llm, ha avuto molto da raccontare ai auoi 350 ascoltatori. L’esperienza di dover affrontarsi con le forze della natura, cui lo porta la sua professione, gli ha insegnato ad essere modesto e umile. "Non posso anche con la miglior volontà decollare dalla terra ottanta tonnellate. Tutto il volo può funzionare solamente per un coordinato lavoro insieme."

Al contempo gli dà molta importanza all’ordine e all’armonia nella sua famiglia. È padre di7 figli. Questo pilota della Lufthansa non solo parla stupefatto e sorpreso che l’aria sostenga l’enorme peso di un aereo, bensì che sua moglie controlli una casa con sette bambini e "tutto funzioni semplicemente e con amore". Come uomo deve essere con tutto se stesso sia nella cabina dell’aereo sia nella sua famiglia. "No può considerarli separati l’uno dall’altro qui la professione e là la famiglia e qui chissà ancora la musica o un hobby. Tutto deve essere unito, non possono recarsi danno mutuamente, devono procedere l’uno con l’altro".

Non ci ha sorpreso, perciò, che questo simpatico bavarese rispondesse senza vacillare un secondo, un no alla domanda di una giovane se il volo con il Papa era stato veramente il punto culminante della sua vita. Il momento più bello della mia vita "è stato essere presente alla nascita dei miei figli. E così tutte le sette volte"

Un filo conduttore nella mia vita…

La testimonianza di Andrea Neuner ha lasciato in Marcel Brunner un’impressione totale "Ha molto a che vedere con la mia situazione personale, perché sono rimastoindietro nei miei studi liceali in Würzburg ed anche devo decidere come continuare".

Poco prima Andrea Neuner, di Bamberg, appena sposato, ha raccontato la sua biografia e commentato che cos’è che fa grande la sua vita. Si era trovato, dopo un anno di servizio civile ed un anno in più come spazzacamino, a scegliere se continuare il suo lavoro o se prendere una nuova ed incerta strada, facendo notare che non era solo in questa decisione. Al rileggere il suo diario aveva riconosciuto che c’è un filo conduttore nella sua vita e che indubbiamente "la mano di Dio era palpabile in tutto". Dio e la Madre lo hanno accompagnato e gli hanno dato il coraggio per decidersi. "Deciditi per quello che sia, ma deciditi!" così ha percepito quel giovane l’esigenza di Dio. Stretto da un forte vincolo con l’Alleanza d’Amore con Dio e la Madonna, si è deciso con coraggio per una nuova strada: studiare per essere maestro e per una professione sicura.

Il più grande della nostra fede…

Non meno interessanti sono state le altre testimonianze di questa mattina. Marina Wehner (25 anni), una maestra di Fulda ha raccontato che sempre ha tenuto una limitata fiducia in Dio. Ha compreso il motto "High, Higher, Highest come un penetrare continuamente con maggiore altezza e profondità nella volontà di Dio. "Ciascuno di noi è dall’eternità un’idea di Dio. Il nostro fine è svilupparsi in questo progetto di Dio e compierlo". Questa verità fondamentale intorno alla Divina Provvidenza non è stata danneggiata profondamente, quando la sua piccola sorellina Katrin che era nata con invalidità parziale, è morta a 14 anni il 30 settembre 2001. La morte della bambina aveva danneggiato tutta la sua famiglia che per lungo tempo ha lottato con Dio. Finalmente lei ha riconosciuto che anche dietro i colpi del destino e della morte c’è sempre l’amoroso disegno di Dio.. Con il passare del tempo ha cambiato il sentimento di rabbia e di non comprendere in una profonda gratitudine. Ha potuto ringraziare per il tempo che aveva potuto trascorrere con sua sorella Katrin, che era stata un piccolo raggio di sole per tutta la famiglia. Marina spera fiduciosa di rivederla. "È veramente il più grande della nostra fede che possiamo sperare di rivederci. Nella fede della risurrezione: high, higher, highest!

Prendere sul serio la dignità degli altri..

Una futura medica di 26 anni, Lena Schwendenmann, di Blaubeuren vicino a Ulm, ha raccontato le sue esperienze nella professione. Quasi ogni giorno lei si trova davanti alla sfida di rispettare la dignità del paziente. Lei, infatti, non è la misura della decisione del paziente, che decide come persona, non dentro i parametri della medicina. È parte della sua dignità volere rispettare la dignità del prossimo, nonostante le sue migliori conoscenze mediche, e se è possibile anche potenziarla. Durante il suo soggiorno a Roma di 4 mesi, ha sperimentato che può essere molto positivo trattare gentilmente e con molto rispetto il paziente. "Ho sperimentato che un abbraccio o una carezza, libera dalla paura paralizzante prima di un’operazione difficile o davanti al risultato di un’analisi importante. Alcuni possono piangere liberamente, quando si abbracciano, quando si stabilisce un contatto" Ha imparato nel suo soggiorno a Roma l’importanza di un abbraccio, di comprensione e d’ºaffetto per le persone..

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 


 

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Last Update: 02.09.2008