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Due piccole candele per la Madre
Leben Pur - Pure life - Pura Vida
 published: 2008-08-26

Due piccole candele per la Madre

Pura vita: Ho sperimentato la presenza della Madre in un momento difficile della mia vita

 

Sie war einfach da

Aquí estoy, contigo…

Child in my arms...

Sie war einfach da

Foto: K. Fischer © 2008

 

Sembrerebbe che non fosse vero, ma si è compiuto quasi un anno da quando la Madre ci è stata più che mai accanto nella nostra vita.

Il 3 giugno del 2007 mi hanno diagnosticato una polmonite….ed erano solo 5 mesi che condividevo i miei giorni con mio figlio.

Il dolore alla spalla era insopportabile, tanto che non potevo nemmeno appoggiarmi sul letto, la febbre arrivava a 41º e tremavo dai piedi alla testa, e avevo una gran paura che accadesse qualcosa al mio bambino.

Ho consultato la Guardia della Clinica della Trinità e mentre avanzavano gli studi, l’unico che pensavo era affidarmi alla Madre.

Hanno deciso ricoverarmi….ma che qui non ci sono letti, che la trasferiremo alla capitale, che questo e che quello. Finalmente è sorta la possibilità di ricoverarmi nella stessa clinica, perché si liberava un letto: avevano dichiarato guarita una paziente all’ultimo momento. Mi hanno seduta sulla sedia a rotelle e quando sono arrivata all’abitazione ho cominciato a piangere per alleviare l’angustia dei giorni scorsi. Piangevo, perché la Madre mi aveva avvisato che era accanto a noi per proteggerci…solamente guardando il numero della stanza che era la 118!!!

Ma la Madre persisteva in avvisarmi…..

L’immagine della Madonna Pellegrina è arrivata a casa portata dalla dolce Graziella, perché Gladys (mia mamma è missionaria della Campagna del Rosario) le aveva commentato il mio stato.

Ho messo l’Immagine su uno scaffale e le accendevo piccolo candele come simbolo della fiamma della vita e le chiedevo, che proteggesse il mio bambino.

Il 16 settembre la mia pancia era enorme e avevo il presentimento che il parto si sarebbe anticipato., cosicché ho recitato una preghiera specialissima e mi sono raccomandata a Lei e le dicevo che mi sarebbe piaciuto che Thiago nascesse il 18 in onore suo..

Il 18 settembre alle 9, ho dovuto correre alla clinica, perché "gordito" (il grassottello) era ansioso e già voleva uscire (ma il medico non arrivava…)

Con mio marito ci siamo emozionati, baciati abbiamo dato il benvenuto a Thiago, e mentre gli facevano la visita di controllo è cominciata la parte più dura della mia vita, quella che non dimenticherò mai

 Sapevo perfettamente che la Madre era con me

La placenta non si era staccata, quello che si chiama acretismo placentario. Agisce come se fosse un tumore e non c’è modo di diagnosticarlo, penetra (per spiegarlo semplicemente) nelle pareti degli organi che la circondano e quando il bambino esce si genera un’emorragia interna che lascia 2 ore al massimo per riuscire a salvare la vita della madre.

Vorrei chiarire a questo punto che sono contati sulle dita della mano i chirurgi capaci di risolvere in modo soddisfacente questo pericoloso intervento. I medici di guardia non mi toccavano nemmeno, mi hanno lasciato sulla tavola muovendomi da un lato all’altro molto inquieti….e finalmente il mio medico è arrivato!

Io non capivo niente di quello che succedeva, solo ho sentito che mi hanno anestetizzato, e quando mi sono svegliata ero in terapia intensiva…viva e felice!

Non ho mai sentito paura o preoccupazione, sapevo perfettamente che tutto si sarebbe risolto, perché la Madre era accanto a me e non avevo dubbi. Il calvario lo ha patito mio marito che era in altra stanza aspettando il risultato, senza sapere se ci saremmo ritornati a vedere o no.

Ma ora siamo tutti uniti in famiglia, con le cose proprie della vita, con un magnifico e robusto bambino nato un 18 settembre.

Grazie per poterLa oggi ringraziare

Madre, perciò, accendo due piccole candele: una per la vita di Thiago e una per la mia, perché l’anno passato sono nata di nuovo.

Grazie …non solo per avermi condotto al dott. Vermengo (un eccellete professionista e ora grand’amico), affinché fosse il mio medico, bensì anche perché lo hai aiutato ad arrivare in tempo quel giorno (il dottore si trovava nella capitale, quando l’hanno chiamato ha volato fino a San Isidro), sapendo che per me le ore erano contato.

Grazie per la famiglia che ho, che è stata la mia forza e il mio sostegno.

Grazie sebbene abbiano dovuto vuotarmi organicamente (mi hanno tolto l’utero, le ovaie e le tube di Eustachio) mi sono riempita spiritualmente.

Grazie, perché sono viva per condividere quest’esperienza di vita

Grazie per poter oggi ringraziarti.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 


 

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Last Update: 05.09.2008