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La Riflessioni di Padre Nicolas
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 published: 2008-08-29

L’apostolato degli infermi

La Riflessioni di Padre Nicolas, conforto e impulso per molta gente che lotta con le sue limitazioni fisiche

 

Kranken-Apostolat: P. Nicolás Schwizer in seiner Behinderung kann es noch und segnet, mit großer Wärme, Beto Etchegaray in einer heiligen Messe in der Kirche Maria von der Dreifaltigket (im Bau)

Apostolado de enfermos: el P. Nicolás Schwizer, en su minsvalía, todavía puede y con afecto, da su bendición con Beto Etchegaray, en una Misa celebrada en la Iglesia Santa Maria de la Trinidad en construcción

Apostolate of the sick: Fr. Nicolas Schwizer, handicapped since a severe accident, still can and with affection blesses Beto Etchegaray during a Holy Mass celebrated in the Church Mary of the Trinity, in construction

Kranken-Apostolat: P. Nicolás Schwizer in seiner Behinderung kann es noch und segnet, mit großer Wärme, Beto Etchegaray in einer heiligen Messe in der Kirche Maria von der Dreifaltigket (im Bau)

Foto: Tuparenda © 2008

 

PARAGUAY, Javier Cabral. P. Nicolas Schwizer si trova molto limitato a causa di un incidente stradale, ma attraverso le sue Schede di Riflessione inviate ogni quindici giorni via e-mail continua in contatto con più di 2700 persone di tutto il mondo.

Il 15 febbraio 2007 si è inviata la riflessione "Gli ammalati prediletti del Signore". Un nome che colpisce, ma non so se a tutti è tanto gradita questa "predilezione".

La riflessione diceva nei suoi primi paragrafi: "Al parlare del sacramento degli infermi costatiamo una realtà: noi cattolici ci preoccupiamo poco religiosamente dei nostri ammalati. Sì, ci preoccupiamo materialmente: chiamiamo il medico, li portiamo all’ospedale ecc., ma il sacerdote non lo chiamiamo. Almeno finché il malato non stia per morire. Perchè potrebbe morire di spavento al vedere entrare il sacerdote!

Tanti pensiamo che il sacerdote si chiama solamente per accomiatare ufficialmente ai moribondi. E perciò aspettiamo l’ultimo momento, quando l’ammalato è già incosciente. E lui non si rende conto che pregano per lui..

Da quel giorno abbiamo ricevuto commenti diversi, che consideriamo importante condividere come ad esempio:

La missione più bella

Any dal Guatemala. "Voglio ringraziare per tutti gli insegnamenti che mi manda P. Nicolas. Quando ho letto il tema "Gli ammalati, prediletti del Signore" ho voluto commentarvi che è una delle missioni, di cui mi occupo nella parrocchia. Siamo un piccolo gruppo che abbiamo formato la pastorale degli ammalati e degli anziani. L’abbiamo iniziata quest’anno, poiché la nostra parrocchia ha appena un anno di vita. Visitare gli ammalati è per me la missione più bella che nostro Signore mi ha affidato. Dagli ammalati ho imparato a consolidare la mia fede, mi completa moltissimo. Ci si sente utili, portando un po’ d’amore, di conforto, spiegando la parola di Dio, e il più bello è portare loro la comunione. Sono persone di valore e ammirevoli. Molti di loro con i giorni contati, ma accettando la volontà di Dio senza lamentarsi."

In relazione con P. Hernan Alessandri

Fernando dal Cile commenta: "Considero molto somigliante la situazione vissuta da P. Nicolas a quella di P. Hernan Alessandri, cileno, fondatore dell’Istituzione di beneficenza "Maria Aiuta", che dopo il gran lavoro che gli aveva dato iniziare questa fondazione di beneficenza di Schoenstatt ha avuto anche lui un grave incidente automobilistico…"

Flavio e Beatrice dall’Eçuador commentano: "P. Nicolas ci ricorda gli ultimi anni di vita vissuti da P. Hernan Alessandri. Dio ha chiesto loro questa dedicazione sicuramente perché hanno una capacità d’amore tanto grande, che possono darla alla Famiglia. Ora P. Hernan certamente ci aiuta dal cielo e nella comunione dei santi siamo regalati per la vita di P. Nicolas, solo resta dire: Grazie!

Seguire nonostante le difficoltà nell’apostolato degli ammalati

Letty racconta: "Ricevo molta posta, ma quest’articolo ha richiamato la mia attenzione considerabilmente.. Mi rallegro di tutto cuore con chi l’ha scritto e me lo ha mandato. Sono membro della scuola di pastorale e la mia disposizione al servizio si è dedicata specialmente ai malati. Durante anni in ogni riunione pastorale invitavo a visitare gli infermi, ciononostante con mia gran tristezza mi rispondevano che faceva loro troppa impressione. Ho continuato ad andare avanti con la forza che solo Dio mi poteva dare. Attualmente molte persone si sono unite a me per grazia di Dio in questo apostolato tanto colmo d’amore. Tutto quanto si realizza è per la gloria di Dio e il benessere spirituale degli ammalati che Nostro Signore ci permette visitare, è perciò che il mio cuore si è riempito di gioia a leggere una spiegazione tanto chiara ed accertata. Che Nostro Signore vi benedica e vi accompagni in ciascuna delle attività che realizzate!"

In questo mondo attuale, dove quasi non c’è posto per la sofferenza, dove la pubblicità presenta la diversione e passarsela bene come l’unico importante, è notevole notare lo sforzo e la gioia delle persone che lavorano con gli ammalati, che accompagnano di giorno in giorno il dolore degli altri.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 


 

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Last Update: 02.09.2008