Vivere nel luogo di origine, non solo visitarlo

Un periodo a Schoenstatt: un’offerta delle Sorelle di Maria alla Gioventù Femminile schoenstattiana di tutto il mondo

SCHOENSTATT, mkf. Saveria, Maria Gesù, Stefana, Susanna, Caterina e Valentina, sette giovani ragazze tra i 18 e 20 anni, da Viña del Mar, Cile, sono partite mercoledì mattina per ritornare a casa. Hanno vissuto due mesi a Schoenstatt, dove è nato il Movimento e non si sono accontentate solamente di visitarlo. Hanno avuto il tempo di conoscere le radici del Movimento cui loro appartengono, di percorrere le orme del Fondatore e di coloro che insieme a lui hanno fondato Schoenstatt, tempo di conoscere i luoghi più importanti e significativi della storia di Schoenstatt, tempo di approfondire le loro convinzioni e conoscenze mediante il contatto vitale con i luoghi di fondazione.

È stato il primo gruppo che ha partecipato al programma del soggiorno allo Schoenstatt Originale per giovani di lingua castigliana, programma che poi è stato di nuovo progettato. Ora se ne incarica Suor Luz Maria, cilena, che anni fa è stata a Schoenstatt per accogliere i pellegrini dei paesi latinoamericani e della penisola iberica.

La risposta ad un’inquietudine di molte ragazze.

Suor Luz Maria è di nuovo a Schoenstatt da un anno, lavorando nel programma con dedicazione assoluta. Questo le permette avere molto tempo per accompagnare le giovani e prepararle il più possibile, affinché s’immergano nel mistero di Schoenstatt, e a ricevere le grazie che offre questo luogo. L’obiettivo di questo programma, dice Suor Luz Maria, non è un volontariato in un progetto sociale o missionario di Schoenstatt, né un periodo di scambio culturale. Si tratta di dare ad integranti della Gioventù Femminile del Movimento, che abbiano suggellato la propria Alleanza d’Amore almeno da due anni, la possibilità di inserirsi di più nella spiritualità di Schoenstatt, di "conoscere le sue radici", cioè di vivere dove è nato il Movimento di Schoenstatt. Inoltre, visitando dove ha vissuto e lavorato P. Kentenich, possono avere un’esperienza personale e profonda di quello che significa il luogo. È una risposta all’inquietudine di molte giovani, afferma Suor Luz Maria, che sta aspettando il secondo gruppo in arrivo. "L’eroismo e la dedicazione dei primi congregati", commenta, "ha colpito molto le ragazze. È un’esperienza che ha toccato intimamente ciascuna delle giovani, mettendole a confronto con il proprio progetto di vita. Credo che adesso tutte ritornino con un gran progetto apostolico".

Come i primi congregati

"Definitivamente la mia vita è rimasta marcata da questo viaggio", afferma Valentina di 19 anni. "È un prima e un dopo. Sento che sono cresciuta spiritualmente in una forma incredibile, e quello che porto a casa mia, all’università, al mio gruppo di vita, è il vivere costantemente come uno strumento di Cristo. Vivere due mesi a Schoenstatt significava ricevere da un giorno dopo l’altro un nuovo regalo di Dio"

"La mia esperienza in Schoenstatt la possono riassumere come un continuo ascoltare Dio", commenta Caterina, di 18 anni, "sentirmi vera figlia e trapassata da Lui. In questi due mesi mi sono imbevuta della vita dei congregati e di quell’amore che avevano per Maria, quella fiducia ed accoglienza che hanno ricevuto da Lei l’ho potuta sperimentare anch’io".

Per Susanna le esperienze che "più mi hanno colpito sono stati gli incontri sulla tomba di P. Kentenich….Lui si è preoccupato di educare il gruppo in una maniera molto speciale, così come l’aveva fatto con i congregati". I congregati hanno conquistato le giovani, che approfondendo le loro biografie oggi non solo conoscono Giuseppe Engling, Giovanni Wormer e Massimo Brunner, bensì anche i giovani: Alberto Lagner, Alfonso Fleuchhaus, Carlo Kubisch, Giuseppe Koch, Norberto Theele e tanti altri…"La vita dei congregati mi ha colpito moltissimo, definisce uno stile di vita, che anch’io desidero fare, essere un apostolo di Schoenstatt", dice Stefania. "Impegnarsi come i primi congregati ad essere veri strumenti della Madre, per proclamare Schoenstatt al mondo", è quello che Maria Gesù porta a casa dei due mesi di Schoenstatt.

Il momento culminante

"Il momento culminante che abbiamo vissuto le sette ragazze, come gruppo, è stato rinnovare l’Alleanza d’Amore nel Santuario Originale, il sedersi lì con calma e sperimentare tutto quello che è stato il 18 ottobre 1914", commenta Valentina. Vale la pena fare tanti sacrifici per arrivare a Schoenstatt e passare qui tanto tempo? Sì, dice Maria Gesù "Qui tutto parla del Padre" Che cos’è che più l’ha impressionata? "Comprovare che ci sono milioni in tutti i continenti che amano quest’opera e che Dio ha bisogno di me e di molti altri cuori per proclamare che cosa significa Schoenstatt al mondo".

Saveria di 17 anni, ha un messaggio da annunciare alla gioventù del mondo: "Siate figli, Lui e Lei se ne occuperanno! Perché avete paura? Il mondo ha bisogno di giovani originali, autentici, che uniscano le loro forze. Sì, si può essere santo! Schoenstatt è risposta e culla per nuove personalità!"

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina