published: 2007-12-28 | |
Nuove luci nello Schoenstatt eternoDal Santuario di Tucumán, si ricordano P. Hernán Alessandri, P. Orazio Sosa e Suor Margherita |
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ARGENTINA. Silvia Losada. Era quasi sera nel Santuario della Madre, il 23 dicembre, la vigilia di Natale. Era terminata la Santa Messa, quando P. Martin Aversano ha invitato tutti a recarsi in pellegrinaggio dalla Sala comune al Santuario, portando il Santissimo Sacramento e poi la Croce dell’Unità, per ricordare là le nuove luci nel Schoenstatt eterno. Quanta angoscia e al contempo quanta fiducia ci sorridono dal cielo! Si è esposto un ritratto di ciascuno dei cari scomparsi, scomparsi per il mondo, ma godendo dell’eternità di Dio. Padre Hernán conosciuto da pochi fratelli tucumani, ma ricordato per la sua saggezza, per il suo apporto alla Chiesa, per la sua generosità verso i più bisognosi. Dal Giardino della Repubblica al Giardino di MariaSuor Margherita, tucumana appartenente alla GF, che ha scelto consacrarsi a Dio e la cui dedizione è stata totale. Tanti avevano accompagnato la sua malattia con ferventi preghiere e numeroso Capitale di Grazie, chiedendo il miracolo di un suo rapido miglioramento per intercessione di P. Kentenich. Ma la volontà di Dio era un’altra. Suor Maria Pilar Carrére, ha scritto un brano ricordandola: "Nell’anno 2000, Giovanni Paolo II, già anziano e debole, ma con la forza convincente della sua testimonianza, incitava i giovani a non aver paura d’essere santi nel nuovo millennio. Suor Margherita, che in quell’anno si è consacrata a Dio, non ha avuto paura di rispondere a quel richiamo, non ha avuto paura di vivere santamente e di morire santamente. L’ha fatto senza gesti straordinari, bensì come una margherita che secondo le parole di P. Giovanni Paolo Catoggio nella sua omelia della Santa Messa funebre, è stata trapiantata dal giardino della Repubblica (Tucumán) al Giardino di Maria della comunità delle Sorelle. Nei due giardini la possiamo offrire con gaudio al Padre come frutto maturo che ci colma d’orgoglio e di speranza." P. Orazio Sosa: Non dimenticare, Schoenstatt, che tuo padre è stato un profetaE si ricorda P. Orazio Sosa. La sua morte inaspettata ha colmato di tanto dolore il cuore di tutta la Famiglia di Schoenstatt in Argentina ed anche oltre. Ciascuno ha un’esperienza personale di questo Padre, che ha saputo accogliere, incamminare alla fede e soprattutto amare.
Ha lasciato una missione da compiere. Non dimenticare, Famiglia, che tuo padre è stato un profeta, Non dimenticare, Sion, che tuo padre è stato un profeta, Non dimenticare Istituto, Federazione, Lega, Campagna, che tuo padre è stato un profeta. Figli di un Dio della Vita.Mi è sembrato opportuno aggiungere la lettera dei Responsabili Diocesani della Famiglia schoenstattiana di Tucumán: Claudia e Rainer Wittich: "Cari fratelli nell’Alleanza. Ieri nell’ora di preghiera abbiamo reso il nostro omaggio alle tre vite esemplari che sono ritornate al Schoenstatt eterno. Dopo questi giorni colmi di lacrime per la scomparsa di quegli esseri cari, possiamo guardare il cielo con la gioia di sapere che già godono della presenza di Dio e del suo Amore. Se ne sono andati tra il 18 e il 20, protetti dalla Luce Divina e dalla Fiducia Divina. Guardando nei nostri cuori e nel volere di Dio, sembra che Lui abbia voluto mostrarci mediante loro l’esperienza vissuta e l’attualità delle Grazie del Santuario. Suor Margherita ha incarnato la Grazia dell’accoglienza con la sua dedizione quotidiana a confortare la sofferenza dell’infermo. Padre Orazio ci ha mostrato la Grazia della trasformazione del cuore diffondendo con tanta saggezza e chiarezza la Pedagogia del Padre Fondatore, insegnandoci ad educare il cuore, affinché accetti la volontà di Dio e a farne un focolare che sappia profondamente accogliere la Grazia. E P. Hernán ci ha chiamato permanentemente alla missione di Schoenstatt e della Chiesa, alla nuova evangelizzazione che trasformerà in realtà la Chiesa delle Nuove Sponde. Anche nel momento della morte ci hanno invitato ad immergerci nella sorgente della vita, nella terra di Schoenstatt, dove Maria ci mostra chi è il "cammino, la verità e la vita" Possiamo, perciò, dire: La morte non ci vince! Perché siamo figli di un Dio della Vita. E quando i nostri muoiono, - da Giuseppe Engling in avanti – lo fanno come semi: per ritornare alla fonte da dove sono venuti e per dare nuova vita. In questa fiducia di "bambini davanti a Dio", riceviamo questa Notte di Natale il Bambino Gesù, che ci porta l’amore del Padre e la sicurezza che Lui compie le sue promesse e ci aspetta in Casa, dove tutti siamo invitati. Uniti nella forza dell’Alleanza Rainer e Claudia Wittich" Testimonianze intorno a P. Orazio Sosa Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina |
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Last Update: 04.01.2008