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La missione Familiare Itakyry 2007-06-25
Nachrichten - News - Noticias
 published: 2007-06-22

Dove va la Madre, dobbiamo esserci anche noi

La missione Familiare Itakyry 2007-06-25

 

Misiones familiares en Kapi-í, Itakyry: Santa Misa

Family missions in Kapi-í, Itakyry: Holy Mass

Familienmission in Kapi-í, Itakyry: Heilige Messe

 

Gente del lufar frente de la capilla con la imagen de la MTA en el interior

People from Itakyry in front of the chapel with the MTA picture inside

Leute aus Itakyry vor der Kapelle mit dem MTA-Bild

 

La vida en Itakyry

Life in Itakyry

Leben in Itakyry

 

Merienda para los chicos

Coffee break for the little ones

Imbiss für die Kinder

 

P. Walter, parroco del lugar

Fr. Walter, parish priest

Pfr. Walter, der Ortsgeistliche

 

La Hna. Edna con gente del lugar

Sister Edna with people from Itykyry

Schwester Edna mit Leuten aus Itakyry

Fotos: Lena Ortiz © 2007

 

 

 

PARAGUAY, Sonia Macchi/alci e Alfredo Schulz. "Chi dice che siamo stati noi a portare la Madre a Kapi-ì, non dice la verità, perché è stata Lei che ci ha portati fino là. Da molto tempo è installata nella sua piccola cappella di legno azzurra e i suoi figli la conoscono e l’amano come la "Madonna Pellegrina", dice Sonia Macchi al ritornare dalla "Missione Familiare Itakyry 2007". Questa missione è nata per l’insistente invito di P. Walter Rojas, affinché gli schoenstattiani di Ciudad del Este visitassero una piccola cappella nella comunità denominata Kapi-ì, dove si venera la Madonna Pellegrina come patrona del luogo. È stata grande la sorpresa di tutti all’incontrare realmente l’immagine della Madre in una piccola cappella di legno che è sembrata essere "gemella" della Cappella azzurra di Giovanni Pozzobon a Santa Maria.

Parlando con P. Antonio Cosp dell’invito di P. Walter Rojas, egli ci ha suggerito di riferirlo a Suor Edna, perciò un gruppo ha commentato alla Sorella che la Madre chiedeva insistentemente la visita dei suoi figli. La Sorella, al visitare il luogo con un gruppo di famiglie, e al costatare le condizioni precarie di vita degli abitanti del posto, ha proposto agli schoenstattiani che si doveva fare qualcosa per aiutare quelle persone tanto bisognose economicamente e spiritualmente. E così è sorta la Missione Familiare Itakyri 2007.

È stata la Madre che ha invitato ad Itakyry.

La missione familiare Itakyry si è formata con un gruppo di coppie, a cui si sono unite poi molte di più.. Hanno partecipato anche in diversi modi la GF, e la GM, apportando idee, tempo, sforzo, donazioni e preghiere.. Grazie a Dio, nonostante la normali difficoltà che si presentano quotidianamente, si è potuto concretare il viaggio portando le intenzioni e il lavoro di tutti. È stata Lei, la Madre, che ci ha invitato a condividere il nostro tempo con i suoi figli che vivono in condizioni tanto differenti, a condividere con famiglie che vivono tra tanta bella natura, che è indubbiamente l’unico bene che possiedono.", spiega Sonia Macchi. "E la risposta all’invito della Madre è stato lungamente preparato in tante riunioni previe trattando che la nostra visita avesse il miglior risultato possibile".

Finalmente è arrivato il giorno. E la carovana dei "missionari" composta da 6 coppie con i loro figli e più di 20 giovani, accompagnati da Suor Edna, con le automobili piene di provvisioni e di cuori generosi, è giunta un venerdì pomeriggio al cortile della piccola "scuola" dirimpetto alla cappella, dove si è installato l’accampamento.

Sabato mattina quattro gruppi di missionari si sono recati a diversi punti del paese per visitare casa per casa le famiglie, conversando con la gente, interessandosi ai loro problemi invitandoli alle attività che si sarebbero tenute in quei giorni e regalando una piccola immagine della Madre come ricordo della loro visita.

Alle cinque del pomeriggio si è cominciato a recitare il rosario davanti alla piccola cappella. Le candele che si erano preparate si accendevano man mano che si recitavano le Ave Maria. La luce del sole si spegneva lentamente e apparivano le prime stelle e… continuava arrivando sempre più gente. Con le luci dei fari delle automobili si è organizzato il palcoscenico per il momento artistico che i giovani avevano preparato, mentre si finiva di cuocere un delizioso spezzatino per la cena. Al ritmo di una polka i giovani della GF. e GM divertivano i presenti. In seguito una breve rappresentazione, che ha fatto tanto ridere i bambini e gli adulti. Alcuni dei presenti ha preso parte dello spettacolo raccontando barzellette, finché si è cominciata a servire la cena: 250 piatti di spezzatino e un bicchiere di sugo d’arancio.

Che la Madre vi accompagni sempre

I giovani, quando la gente del posto si è ritirata, sono rimasti cantando fino a tarda notte intorno al fuoco sotto un magnifico cielo stellato. I "maggiori" hanno tentato dormire, stanchissimi dopo le tante attività del giorno, nelle improvvisate tende.

La domenica molto presto abbiamo trovato Suor Edna meditando seduta su un banco davanti alla cappella, abbiamo pensato che non avesse dormito..

Il nostro giorno è cominciato con gioia e mate caldo (un’infusione di erba tipica dell’Argentina e del Paraguay). I bambini hanno cominciato ad arrivare presto per la colazione promessa. Si sono distribuiti senza fermarsi 15 litri di cioccolata con biscotti. I giovani hanno organizzato giochi per occupare i bambini, mentre aspettavano la Messa.

Finalmente è arrivato a mezzogiorno P. Walter, parroco di Itakyry e si è celebrata la Messa all’aria aperta, con la Croce e il Quadro della Madre appesi in modo originale agli alberi, e si è così vissuto la solennità della festa del Corpus Christi. Il Vangelo ha ripetuto: "Date loro da mangiare". E noi ci siamo molto identificati, abbiamo posto i nostri pesci e pani e Gesù ha posto tutto il resto. Abbiamo dedicato il nostro tempo, le nostre comodità, abbiamo superato l’ostacolo della lingua guaraní con sorrisi e strette di mano e la moltitudine si è riunita intorno a Gesù per ascoltare il suo messaggio. Abbiamo distribuito, ed ancora sono restate dodici ceste di sentimenti e d’insegnamenti. Alla fine della Messa si sono consegnate medagliette della Madre e alle famiglie (circa 50) un quadretto per le loro case, affinché ricordino sempre che non sono soli, la Madonna Pellegrina, nostra Madre, Regina e Vittoriosa tre volte Ammirabile di Schoenstatt li accompagna in ogni momento.

Abbiamo tolto l’accampamento, i missionari ritornavano in città con i cuori pieni di sentimenti molto diversi da quelli che avevamo portato.

I visi e le mani di coloro chi salutavano, si è impresso profondamente nei nostri cuori con la promessa "Qui hanno bisogno di me. Sì, dobbiamo ritornare".

Aldilà dei miei timori….essere missionario qui ed oggi.

A volte pensiamo che il missionario è chi viaggia verso terre lontane a proclamare il Vangelo, riflettono Alci e Alfredo Schulz. Senza dubbio quest’idea è incompleta. Andare in missione è un compito di tutti, tutti possono essere missionari, poiché è nostro dovere come cristiani far conoscere Dio negli ambienti che quotidianamente frequentiamo. Il nostro compito, allora, è essere missionari in Cristo, farlo conoscere. Non è necessario viaggiare per il mondo per farlo, cominciamo con chi c’è più vicino. Probabilmente tutti abbiamo voluto farlo, ma forse tutti abbiamo sentito timore. Timori di differente tipo: di camminare solo, di fare qualcosa di nuovo e sconosciuto, di quello che gli altri diranno. In conclusione timore. E ciononostante è l’unica maniera di uscire dall’inerzia….dalle ore, dai giorni, dai mesi, dagli anni, di lanciarci a ricreare il mondo e la vita, a cambiare quello che è, per quello che vorremmo fosse. Tanto semplice quanto un passo, e tanto grandioso quanto una rivoluzione. Un passo, una vittoria. Un passo, una nuova prospettiva. Un passo, tutti insieme: la speranza di vivere in un mondo più nostro, in cui noi ci trasformiamo nell’uomo nuovo, come vorrebbe il nostro Padre Fondatore. Dio e la Madre sono stati i Primi Missionari di questo gruppo occupandosi di tutti i particolari. La loro Provvidenza ci ha sempre accompagnato in qualsiasi momento.

Dobbiamo saperci accettare, raccogliere la nostra esistenza come un seme colmo di meravigliose promesse. Il Padre, fonte di qualsiasi paternità, ci fa fratelli e ci affida gli uni agli altri, intrecciando le storie personali in un tessuto di storia comune, senza discriminare nessuno. Dio voglia di aver potuto seminare un seme in ogni casa, in cui siamo entrati. Noi siamo stati gli strumenti e la Madre si occuperà del resto. Grazie, Dio mio, per permettermi vivere quest’esperienza.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

 

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