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 published: 2007-05-16

Quel fuoco del carisma deve cambiare il cuore, la famiglia e l’ambiente in cui si vive

All’incontro del Santo Padre: Pellegrinaggio dall’Argentina ad Aparecida

 

¡Benedicto, bendito que viene en el nombre del Señor! Un grupo de Schoenstattianos saluda al Papa en la Misa del 13 de mayo

Welcome, Benedict!  A group from the Schoenstatt Movement greeting the Holy Father in the Mass in Aparecida, May 13

Willkommen, Heiliger Vater! Eine Gruppe von Schönstättern grüßt den Heilige Vater bei der Messe in Aparecida am 13. Mai

 

 

Benedicto XVI saludo al pueblo

Benedict XVI greetings the people

Benedict XVI grüßt die vielen Menschen aus ganz Lateinamerika

Fotos: Pressefotos CELAM © 2007

 

Jovenes de Brasil llevaron una Auxiliar al encuentro del Papa con la juventud

Youth from Brazil carried the Auxiliary to the meeting of the Pope with the youth

Jugendliche aus Brasilien bringen die Auxiliar zur Begegnung des Papstes mit der Jugend

 

Schoenstatt se hace presente

Schoenstatt is present

Schönstatt ist da und zeigt: wir sind mittendrin in der Kirche

Fotos: Rampazzo © 2007

Album de fotos – photo album – Fotoalbum

Fotos oficiales

 
   

BRASILE/ARGENTINA. Nei diversi articoli e nelle varie notizie della stampa riferenti alla visita del Santo Padre in Brasile si nota sempre e di nuovo la forte presenza di pellegrini di tutto il continente, specialmente del paese vicino, l’Argentina. Uno dei gruppi argentini che si è recato in pellegrinaggio ad Aparecida è stato il Movimento di Schoenstatt. Abbiamo parlato con Padre Guglielmo Mario Cassone, che ha organizzato questo pellegrinaggio.

Padre Guglielmo Mario, com’era composto il gruppo che ha viaggiato in Brasile e qual era il programma?

Padre Guglielmo Mario: Il gruppo era composto di 40 persone che rappresentavano 10 diocesi dell’Argentina e parecchi schoenstattiani appartenenti a diversi gruppi del Movimento: pellegrini, missionari,, gruppo delle Madri, coppie, Circolo della Vocazione, Segretariato del Padre, Comitato pro la beatificazione di Giovanni Pozzobon, Circolo dell’Adorazione, Federazioni delle Donne e delle Madri, una Sorella e un Padre. Ci ha rallegrato tanto che, durante tutto il pellegrinaggio, ci hanno accompagnato il nipote di Giovanni Pozzobon e 4 novizi dei Padri: un brasiliano, un cileno, un argentino e un paraguaiano.

Abbiamo visitato di passaggio il Santuario di Juaraguà, San Paolo, i Santuari di Atibaia e Vila Mariana, nei tre abbiamo assistito alla santa Messa. Siamo arrivati l’8 maggio, festa della Madonna di Lujan e siamo ritornati il 14.

Il primo giorno, (l’arrivo del Papa), abbiamo visitato la Cattedrale di San Paolo e la tomba di Frei Galvao e percorso alcuni rioni della gran città di San Paolo. Il gruppo è ritornato contento e si è creato tra noi un ottimo clima di famiglia.

Abbiamo sperimentato la protezione della Madre e di S. Giuseppe così come la compagnia del Padre e di Giovanni, con il cui aiuto abbiamo potuto esercitare la "legge della porta aperta" per giungere a tutti questi luoghi e superare le barriere di sicurezza.

Portavamo con noi in regalo i "passettini" di Giovanni, 1.850.000 rosari recitati dalla Campagna di tutto il continente, per consegnarli al Papa. Le due intenzioni di questi Rosari erano chiedere per la V Conferenza e per la beatificazione di Giovanni.

La nostra esperienza di Chiesa e di Schoenstatt come membri attivi della Chiesa.

Della visita ad Aparecida, con la presenza del Santo Padre, che cos’è che lei e i pellegrini si portano a casa, alla vostra vita quotidiana?

Padre Guglielmo Mario: In primo luogo: un’esperienza di Chiesa e di Schoenstatt, come membro attivo della Chiesa. In secondo luogo: quel fuoco del carisma deve cambiare il cuore, la famiglia e l’ambiente, in cui si vive. E in terzo luogo: dobbiamo essere discepoli missionari, non conservando per noi, bensì condividendo quella luce mediante un atteggiamento creativo ed audace.

Qual è stato il momento culminante di questo pellegrinaggio per lei, che cos’è che più l’ha colpito?

Padre Guglielmo Mario: È stato l’incontro con il Papa durante l’Eucaristia in un Santuario Mariano molto popolare, e venerdì, durante la Messa, la canonizzazione di un fratello della Chiesa brasiliana, Frei Galvao.

Qual è stata l’esperienza di Aparecida? Il Santuario, il luogo?

Padre Guglielmo Mario: È stata un’esperienza della fede del popolo nell’intercessione di Maria, di Lei come Madre del popolo, coincidendo precisamente con il Giorno della Madre in Brasile. La cornice ornamentale apportata dall’architettura, la decorazione, i molteplici cartelli e bandiere e la musica festiva hanno aiutato, affinché tutti sperimentassero e contagiassero la letizia cristiana.

Com’è stata l’esperienza dell’incontro con il Papa?

Padre Guglielmo Mario: Il primo incontro è stato nello stadio Pacaembu, con 40.000 giovani in un clima festivo, chiassoso ed entusiasta. La musica, le espressioni corporali, gli applausi e le grida di questo stadio ci sono rimasti impressi e sicuramente anche al Papa. Il suo messaggio è stato diretto preciso per la gioventù rispondendo ai messaggi di cinque giovani che prospettano i grandi temi e problemi che a loro preoccupano. (Uno dei cinque giovani che hanno partecipato, sta scrivendo un resoconto delle sue esperienze, che condividerà nella prossima pubblicazione).

Il secondo incontro è stato il Campo di Marte, con la canonizzazione del primo santo nato in Brasile, Frei Antonio di Sant’Anna Galvao, in cui il Papa ha fatto notare il valore della santità come patrimonio di tutti e di ciascuno dei cristiani, e perciò ha invitato a vivere il comandamento dell’amore con una vita pura, generosa e solidale. Ha anche rilevato come nella vita di questo santo, sia stata grande l’importanza della devozione mariana per raggiungere la santità.

Il terzo è stato nel Santuario di Aparecida aprendo la V Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi con una Messa d’invocazione allo Spirito Santo e alla gran petizione di una nuova Pentecoste per la Chiesa del continente, che l’identifichi più con Cristo come discepolo e la inciti all’evangelizzazione come missionaria.

Che tutti si sentano salutati personalmente dal Papa

Com’è stato per i pellegrini l’incontro con il Papa? Hanno potuto vederlo, salutarlo?

Padre Guglielmo Mario: Per molti è stata un’esperienza molto forte, tutti hanno potuto vederlo, poiché si è avvicinato con il papamobile a tutti i settori. La nostra presenza si faceva notare per la Madonna Pellegrina e le bandiere di Schoenstatt. Il Papa ha fissato il suo sguardo su di noi ed impartito la santa benedizione. . Io ho avuto la grazia di salutarlo personalmente due volte e stringergli la mano, la prima solo gli ho detto "Schoenstatt" e lui si è fermato, mi ha guardato e ha sorriso. La seconda ho ripetuto "Schoenstatt, preghiamo per lei" e lui mi ha risposto "Tante grazie", poi ho salutato "Addio" e mi ha fatto un cenno con la testa. Il dialogo si è svolto in tedesco. Tutte e due le volte ho potuto dargli la mano. In quel momento mi sono sentito rappresentando tutto Schoenstatt, perciò condivido quest’esperienza vissuta, e voglio che tutti si sentano salutati personalmente dal Papa.

Ci sono stati incontri speciali con altri pellegrini, con schoenstattiani?

Padre Guglielmo Maria: Molti incontri con schoenstattiani del Brasile di varie regioni, specialmente con i giovani brasiliani (che erano tanti) e con fratelli del Paraguay e del Cile. Inoltre abbiamo salutato pellegrini argentini e d’altri paesi, mentre aspettavamo il Papa.

Qual è stato l’apporto di Schoenstatt alla preoccupazione espressa dal Papa?

Padre Guglielmo Mario: Credo, che il nostro apporto sia assumere il carisma, ricevuto dal Padre, aprendolo a tutta la Chiesa ogni giorno di più, e dando molta importanza e una gran rilevanza alla pastorale familiare, alla pastorale dei giovani, alla spiritualità mariana, all’impegno missionario, alle azioni solidali e alla divulgazione del carisma negli spazi della cultura, dell’educazione, della politica, dei mezzi di comunicazione, dell’economia e del lavoro. La Madonna Pellegrina è la nostra chiave che apre i cuori e gli spazi per far conoscere il carisma di Schoenstatt.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

 

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