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 published: 2005-10-20

Sostenitrici della vita

XX Incontro di Donne a Mar del Plata, Argentina

 

Ser partidaria de la vida

Be in the side of life

Auf der Seite des Lebens stehen

 

Santuario de Mar del Plata

Shrine in Mar del Plata

Heiligtum in Mar del Plata

 
 

Hijos predilectos de Dios

God’s favorite children

Gottes Lieblingskinder

 
 

Cada niño un regalo de Dios...

Each child, a gift from God…

Jedes Kind ein Geschenk Gottes…

 
 

…con ganas de vivir

… with the desire to live

… mit dem Wunsch zu leben, zu wachsen

Fotos: Seeger © 2005

 
 

ARGENTINA. Soledad Oliva Carreras. Il fine settimana dall’8 al 10 ottobre 2005 è stato molto speciale per le donne del Movimento di Schoenstatt di Mar del Plata : insieme con altre centinaia di donne cattoliche hanno partecipato ad un’istanza importantissima nella lotta per la difesa della vita.

Dall’Incontro Internazionale di Donne che si è tenuto a Beijng, Cina nel 1995, le organizzazioni femministe di tutto il mondo hanno centrato il loro discorso – prima basato sugli aspetti sociali della vita della donna: uguaglianza di opportunità lavorative, diritti civili, partecipazione alla politica ecc. – orientando la loro lotta verso la decostruzione della società, incoraggiando l’omosessualità, esigendo norme pubbliche di contraccezione (per un sesso "libero" e "sicuro") e fondamentalmente, cercando la legalizzazione dell’aborto.

Durante il XX Incontro Nazionale di Donne tenuto da membri di differenti organizzazioni politiche e sociali tra l’8 e il 10 ottobre a Mar del Plata, si è avuta una chiara conferma che questi gruppi, che si proclamano difensori dei diritti della donna, hanno come vero obiettivo distruggere l’istituzione familiare e promuovere la cultura della morte.

Un’alleanza per la vita

Il vescovo di Mar del Plata, Monsignore Giovanni Alberto Puiggari e la Commissione Diocesana della Pastorale per la Donna hanno realizzato durante l’anno un eccellente lavoro di preparazione, organizzando dibattiti, affinché le donne che volevano partecipare all’Incontro difendendo la vita, contassero su fondamenti adeguati, e coordinando il lavoro dei differenti movimenti religiosi della diocesi, compito, cui il Movimento di Schoenstatt si è dedicato fin dal principio attivamente..

Così circa cinquecento donne, cattoliche, cristiane o semplicemente sostenitrici della vita, hanno potuto assistere a quest’evento che si è caratterizzato per ostacolare la partecipazione di donne, che promuovessero un sistema di "disinformazione".

Le cifre ufficiali, date dalle organizzazioni ai mass media, parlano di 30000 iscritte. Perciò come assistente ho potuto constatare che lavoravano circa 50 workshop tematici (in alcuni si sono formate varie commissioni) ognuno con un massimo di quaranta partecipanti.

Le tematiche trattate sono state diverse. Tra le tante posso far notare specialmente i workshop che hanno trattato il rapporto della donna con l’organizzazione sociale e di quartiere, la salute, la disoccupazione, la violenza familiare e naturalmente la contraccezione, l’aborto e le strategie per ottenere la sua legalizzazione. Questi ultimi temi si sono imposti nella discussione di tutti i workshop, oltre la loro pertinenza ed in certe occasioni in maniera forzata.

Vogliono vivere e che i loro figli vivano

Molte donne di Schoenstatt hanno partecipato ai workshop più ardui, come quello dell’aborto, per il quale c’era bisogno di una preparazione molto solida ed un coraggio a tutta prova. Io, per ragioni inerenti alla mia storia, ho deciso far parte del workshop Donna e Salute. Ed è stata un’esperienza sommamente interessante. Oltre le organizzatrici, la maggior parte delle partecipanti erano persone con malattie terminali o familiari di vittime di catastrofi o lavoratrici di centri di salute pubblica, tutte stimolate da una netta impellente convinzione per una politica dello stato che dia valore alla salute come un bene sociale, e per una comunità che offra loro comprensione, amore e solidarietà. Donne, che in molti casi, erano state portate a Mar del Plata "per fare numero", e che hanno colpito il mio cuore, perché, nonostante la loro assoluta mancanza di preparazione accademica e nonostante ripetessero continuamente il discorso preparato da altre a favore dell’aborto, ciò che veramente desideravano dire è che vogliono vivere e che vogliono che i loro figli vivano. E tutto questo si notava più che chiaramente man mano che si svolgeva il dibattito e ciascuna apportava la sua testimonianza, raccontava la sua storia, le sue necessità, i suoi reclami, il suo dolore.

Perciò credo che questo workshop è sfuggito dalle mani alle signore femministe, manifestando quanto considero che sia la realtà nel nostro paese: la legalizzazione dell’aborto non appare nella vera agenda di necessità della gente, è qualcosa che ci vogliono imporre. E così, grazie a Dio, abbiamo potuto manifestarlo nelle conclusioni del workshop che invece di esigere l’aborto legale, libero e gratuito (com’era la consegna implicita dell’Incontro) propone che si lavori "intorno ad un piano d’educazione per la sessualità sana (…) che tratti integralmente sia la salute riproduttiva, sia la pianificazione familiare e la paternità e maternità responsabili.

C’è bisogno di persone che trasmettano il vero amore

Naturalmente niente di quanto si è detto è stato pubblicato dai giornali, che invece si sono affrettati ad informare del caos organizzato dalle marce di protesta, che hanno seminato vergogna e distruzione dove passavano; si sono affrettati a riportare le consegne degli striscioni dei lavoratori della morte; a parlare dello scontro tra le donne dell’Incontro e le cattoliche "infiltrate".

Sì, è vero tutto questo è accaduto, ma sono solo le asprezze di una realtà molto più complessa: quella di un paese di uomini e donne che soffrono la mancanza d’educazione, di lavoro degno, d’accesso alla salute, ed inoltre sono bombardati sistematicamente dai discorsi di gruppi molto più poderosi che li usano per conquistare ancor più potere con i loro voti o con la loro collaborazione in incontri come questo.

Nell’Argentina del secolo XXI c’è bisogno di lavoratori disposti a trasmettere la Parola di Gesù, c’è bisogno di persone che trasmettano il vero amore. Ed è questa realtà, la realtà che come cattolici, ci sfida e c’impegna a compiere un apostolato fecondo.

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina


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Last Update: 18.11.2005 Mail: Editor /Webmaster
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