Joao Pozzobon e il 31 maggioPietre miliari di Schoenstatt: il 31 maggio, vissuto "funzionalmente" da un alleato del Padre |
Ci sono molti modi di celebrare, comprendere e vivere ciò che in Schoenstatt denominiamo con le parole "31 di maggio", la terza pietra miliare della storia di Schoenstatt. Questo giorno, festa della Visitazione di Maria in quasi tutti i paesi del mondo, marca anche un fatto chiave della storia di Schoenstatt e del suo fondatore, riguardante lo sviluppo dell’Alleanza d’Amore e il rapporto con la Chiesa e con la società. Con il "31 di maggio" P. Kentenich ha messo a servizio della Chiesa tutta la ricchezza sperimentata in Schoenstatt; con il suo carisma profetico ha anticipato le sfide della pastorale e di una pedagogia di fede e di vita, cui egli ha voluto chiamare a dare una risposta tramite un pensare, un vivere e un amare organici; una risposta che la Chiesa non ha saputo né intendere, né assumere. È rimasto come compito dei figli e figlie spirituali del Padre Fondatore, in alleanza con lui, assumersi come proprio quanto ha mobilitato il Padre il 31 di maggio. P. Guglielmo Carmona nel seguente articolo mostra come Joao Pozzobon, iniziatore della Campagna del Rosario, uno dei frutti rilevanti del 31 di maggio, ha vissuto ed incarnato funzionalmente il 31 di maggio. A quasi 20 anni dalla sua morte – il 27 giugno 1985 – il "povero pellegrino diacono" Joao, continua ad illuminarci il cammino, come cireneo del Padre. P. Guglielmo Carmona. Intuiamo che la Campagna è un grand’apporto al 31 di maggio. C’interessa sapere, se il suo iniziatore – Joao Pozzobon – ha avuto un vincolo con il 31 di maggio, e in quale modo la Campagna apporta al 31 di maggio. Potremmo formulare così l’inquietudine che abbiamo: la Campagna è una realizzazione genuina del 31 di maggio? 1 Breve descrizione del 31 di maggioIl 31 di maggio. Il Padre Fondatore ha difeso con un’azione simbolica il mondo di Schoenstatt – specialmente l’organismo dei vincoli – dalle critiche del Vescovo Ausiliare della diocesi di Tréveris, Germania, affermando che la visione pedagogo-psicologica di Schoenstatt è corretta, cattolica e risponde alle sfide dell’epoca moderna. Allo stesso tempo ha invitato tutta la Famiglia di Schoenstatt, rappresentata a Bellavista, Cile, a lottare per una missione, considerandola essenziale per il futuro di Schoenstatt, della Chiesa e del mondo. Elementi per comprendere:
Conseguenze:
Joao Pozzobon e il 31 di maggioIntuiamo che Joao è venuto crescendo in un processo, il cui frutto è stata l’esperienza funzionale – e in molti casi cosciente – del 31 di maggio. C’è una coincidenza storica in tutto questo: mentre il Padre Fondatore lancia la crociata nel 1949, Joao l’assume realmente nel 1950 Dobbiamo, perciò, distinguere due aspetti: 2.1. La consapevolezza di Joao rispetto al 31 di maggioPer illustrare questo punto Padre Stefano Uriburu fa notare le seguenti testimonianze:
2.2 Il 31 di maggio vissuto "funzionalmente" da Joao PozzobonPossiamo scoprire questa realtà
Prima tesi: Joao Pozzobon ha vissuto i punti nevralgici del 31 di maggio:
Seconda tesi: Joao ha vissuto l’organismo dei vincoli in maniera esemplare. La Campagna permette un’esperienza vissuta ampia e piena dell’organismo dei vincoli Terza tesi: Joao e la sua opera (la Campagna) hanno tutta l’impronta della missione, di una crociata santa e di carattere universale Joao afferma: "Vivendo questo spirito con la grande grazia che mi ha dato l’impulso ad arrivare ai 32 anni di Campagna e 30 di consacrazione, per la grande Opera di Schoenstatt. Un’eterna gratitudine per la grazia della fedeltà: dal mio nulla mi ha usato come il suo piccolo strumento, e la grazia ha agito con tutte le forze. Perciò sono venuto sommando la grande camminata dei 32 anni di Campagna e di pellegrinaggio: 32 anni, 382 mesi, 276480 ore depositate nel Capitale di Grazie. Tutto per la grande Opera di Schoenstatt, per il bene della santa Chiesa". "Schoenstatt ha portato un gran cambiamento, un grande arricchimento della mia fede ed anche una missione da realizzare, un grande apostolato… Mi sono incontrato con Schoenstatt quando ho iniziato la Campagna, allora è cominciata una nuova vita, una vita differente" ("Pensieri" n. 99, 69) Quarta tesi: Joao ha vissuto sperimentandolo l’apporto della Campagna per il Schoenstatt originale e in virtù di questo ha apportato al "cambiamento di circolazione e di controcorrente". È sempre stato molto legato al Santuario originale. Quinta tesi: Joao concepisce la Campagna come un apporto originale di Schoenstatt per la Chiesa e per il mondo. Sue parole: "Tutto per la grandiosa Opera di Schoenstatt, per il bene della Santa Chiesa" "Le parole che ho detto nel Santuario di Santa Maria, assieme ai pellegrini argentini, le ripeto di nuovo: che accompagno e do la mia vita, affinché questa Campagna, con questo solido principio che ha qui, possa diventare mondiale. E non ritiro queste mie parole" "Nuovo Schoenstatt, 15 giugno 1985, dodici giorni prima di morire) Quando tutto ci sembrerà inutile, altri proseguiranno questa grande Opera di salvezza mondiale. I nostri trenta anni (di Campagna) sono appena un grand’inizio. Perciò non possiamo fuggire dalla croce, affinché i frutti maturino nel tempo dovuto" ("Pensieri" nº. 99, 52/53). Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina / Romano Macro, Roma, Italia |
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07.06.2005
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