Un Magnificat per tutti i regali ricevutiDieci anni del Santuario di Schoenstatt sul Monte Sion Gikungu |
Burundi, P. Paul Zingg. Dieci anni fa – il 23 ottobre 1944 – il vescovo Mons. Simone Ntamwana, benediceva il Santuario e il centro di Monte Sion. È un motivo per celebrare "un giubileo"? Sicuramente sì! Ma non per pavoneggiarsi davanti a tutti, bensì per cantare un Magnificat per tutti i regali ricevuti per l’intercessione della nostra Madre, la Santissima Vergine e ultimo - non perché sia meno importante – per ringraziare della protezione ricevuta durante questi dieci anni di guerra civile. Il 23 ottobre il giorno cominciò con un lieve terremoto alle 4 della mattina. Si sentì perfettamente. Sarà stata questa scossa un messaggio per annunciare il gran "movimento di grazie", che si sarebbero ricevute in quel giorno? È molto probabile. Già dalla vigilia della festa, un gran gruppo di pellegrini era giunto da diverse parti del paese, a piedi, camminando per ore e ore. Era arrivata anche una delegazione di schoenstattiani del Congo (Bukavu) che si unì agli altri per pregare nel Santuario. "Anna, quella del tempio"Lo stesso giorno della festa, di mattino presto, i pellegrini cominciarono ad arrivare in massa al Santuario, che era stato adornato a festa. Dopo un programma introduttivo d’intrattenimento, si formò una processione, molto folcloristica, di pellegrini verso la Chiesa. Lì si celebrò un’Eucaristia abbastanza movimentata, con canti e danze. Durò tre ore! Erano presenti il vescovo del luogo Mons. Evaristo Ngoyagoye e il nuovo Nunzio Apostolico Mons. Paul-Richard Gallgher, insieme a venti sacerdoti e a due mila pellegrini. Si alternavano nei canti festivi tre cori, tra i quali uno di Mutumba, dove la settimana prima si era celebrato il quarantesimo anniversario del Santuario. Il vescovo si mostrò contento per l’irradiazione del Santuario e del Centro di Monte Sion. Egli invitò i fedeli a cercare qui le forze per svolgere l’apostolato nelle parrocchie, ad essere uno strumento di lavoro e fautori dell’unità in una società distrutta. . Dopo la Comunione, il sig. Ermenegildo Ntabiriho parlò dell’opera della Madonna nel suo Santuario negli ultimi 10 anni. Poi fu veramente emozionante ascoltare la testimonianza di una vedova anziana, una donna semplice del popolo che prega tutti i giorni nel Santuario e che aiuta a riassettare. È come nel Vangelo di S. Luca, "Anna, quella del tempio". La sua testimonianza commosse molti cuori. Raccontò com’era guarito il suo cuore da un profondissimo dolore spirituale. "Uniti per il Santuario, siamo apostoli della fede pratica nella Divina Provvidenza"Il simbolo dello Spirito Santo brillava splendidamente adornato nell’ambito dell’altare. Questo simbolo è un regalo della Federazione delle Donne di Schoenstatt in Svizzera, mandato tre anni fa. Alla fine della Santa Messa questo simbolo fu trasportato in solenne processione al Santuario, dove fu benedetto dal vescovo e collocato nella volta del Santuario, in custodia del Direttore del Movimento dei Pellegrini, P. Othmar Landolt. Questo simbolo deve far risaltare ancora di più che il Santuario è un Cenacolo, dove Maria chiede per tutti i suoi figli i doni dello Spirito Santo, e li educa a convertirsi in apostoli della pace. Davanti al Santuario si scoprì anche un manifesto con il motto del Movimento di Schoenstatt per quest’anno: "Uniti per il Santuario, siamo apostoli della fede pratica nella divina Provvidenza". Per terminare la celebrazione liturgica i suonatori di tamburo tambureggiarono fortemente danzando davanti al Santuario in onore alla Madonna. Un regalo del cielo, la speranza della riconciliazione e dell’unità.Dopo la celebrazione si offrì un semplice ricevimento a circa cinquecento invitati: c’erano birre, bibite e tramezzini. Fu una riunione familiare, dove erano presenti tutti i gruppi attivi di Monte Sion e i fedeli pellegrini. P. Paul Zingg, superiore dei Padri di Schoenstatt, chiamò il centro di Monte Sion Gikungu, la "Casa della Madre tre volte Ammirabile". Ringraziò tutti coloro che avevano collaborato col Santuario e nominò in forma speciale – oltre alle autorità civili ed ecclesiastiche, le Sorelle di Maria, il P. Kistler (il pionere dei Padri di Schoenstatt in Burundi) – P. Othmar Landhlt, che lavora da trent’anni nel Burundi al servizio della missione, e P. Karl Widmer, come "P. Costruttore" di tutto questo centro. In rappresentanza dei fedeli parlò il ministro del governo Albert Mbonerane. Per lui la presenza delle Sorelle e dei Padri di Schoenstatt a Matunba e a Gikungu è un gran regalo del cielo. Egli spera che il Santuario possa attrarre molte più persone per regalare la riconciliazione e l’unità. Il vescovo parlò alla fine. Elogiò molto la celebrazione ed aggiunse che attendeva dal Santuario molte benedizioni non solo per la pastorale della propria diocesi, ma anche per oltre le sue frontiere. Fece un paragone con la pioggia che cadde abbondantemente durante il ricevimento sotto la tenda: così come le piante l’aspettavano ansiose, noi aspettiamo le grazie del Santuario. Un piccolo cambiamento di programma: la moglie del Presidente della Repubblica aveva annunciato la sua presenza alla festa. Purtroppo non era potuta venire, ma lo fece il giorno seguente col presidente, per celebrare la Domenica delle Missioni. Alla fine della cerimonia si recarono in pellegrinaggio con tutti i fedeli alla Chiesa dei Pellegrini al Santuario, per chiedere insistentemente la pace per il Burundi. Più di cinquecento invitati ritornarono contenti alle loro case. Anche gli organizzatori della festa rimasero soddisfatti. In conclusione si può dire: fu veramente accertato celebrare questo anniversario per onorare così la Madre tre volte Ammirabile e la Santissima Trinità. Nota: si è pubblicato un piccolo opuscolo in questi giorni di festa intitolato "Bozzetto della storia di un Santuario: 10 anni del Santuario di Monte Sion Gikungu (1994-2004)", dove si può leggere la storia dei 10 anni del Santuario, quali ne furono i protagonisti e le cinque prediche di maggiore importanza. Trad.: María Tedeschi, Argentina
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Last Update: 12.11.2004
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