Postato su 2018-06-09 In Schoenstattiani

La sfida di essere un avvocato schoenstattiano

Flávio M. Santos (OAB/SP 315.713), Brasile •

Flavio M. Santos è un avvocato e fa parte della Lega delle Famiglie. Attualmente è il presidente del consiglio del Santuario Sion di Jaraguà. —

La mia sfida è essere un avvocato schoenstattiano. Che significa questo?

Chi conosce una barzelletta sugli avvocati alzi la mano! Ah! Avete alzato la mano tutti!

Nel mondo esistono innumerevoli barzellette sugli avvocati. Tutte descrivono un professionista egoista,  meschino, che vuole solo trarre profitto (molto profitto!) da tutto, cambiando i fatti e creando situazioni che lo favoriscano. Io che sono avvocato, e mi onoro di questa professione, mi sento dire una barzelletta di questo tipo tutte le settimane. Non mi importa, anzi mi piace. Però scegliete bene, per favore, che mi sento dire spesso le stesse!

Qui non si tratta di essere un avvocato che utilizza la sua conoscenza per approfittarsi dell’ignoranza di qualcuno o, peggio ancora, che cerca di modificare i fatti per accaparrarsi un diritto che non è suo o del suo cliente.

Mi spiego: il lavoro dell’avvocato è quello di dimostrare i fatti, valutarli e specificare al giudice i diritti del proprio cliente. I tecnici dell’area lo chiamano “applicare la teoria tridimensionale del diritto”, espressione formulata da uno dei maggiori giuristi che il nostro Paese abbia prodotto, il dr. Miguel Reale, conosciuto a livello mondiale per la sua teoria che ha rivoluzionato il mondo giuridico nel 1968 – anno in cui fu diffusa.

Senza voler dare lezioni di diritto, perché non è questa  la finalità di questo piccolo articolo, prima di questa teoria si cercava unicamente di aggiustare il fatto giuridico alla norma esistente. Oggi, in buona parte del mondo, anche in Paesi diversi dal nostro, si cerca di valutare i fatti (ed è qui la novità introdotta) per arrivare a trovare la norma. Per esempio: rubare è un crimine, secondo l’articolo 155 del codice penale, e  comporta una pena della reclusione da uno a quattro anni. Pertanto, se qualcuno ruba qualcosa, quella è la pena? La risposta è no: una cosa è rubare un veicolo e un’altra è, per esempio, rubare un pacco di riso per un figlio affamato.

Avete percepito la valutazione nel fatto del “furto”?  In un caso è per arricchirsi e nell’altro per calmare la fame della famiglia.

Ho voluto fare questa lunga introduzione per dire che, come avvocato schoenstattiano, non posso modificare i fatti e far sì che un furto commesso per arricchirsi sembri un crimine commesso per fame così da diminuire o escludere la pena del mio cliente. Forse per questo non lavoro nel penale, però ho detto tutto ciò perché tu, amico lettore, possa capire meglio che significa essere un avvocato schoenstattiano.

In una controversia giuridica esistono sempre almeno due parti e ognuna di loro crede di avere tutte le ragioni sull’altra.

Etica, verità e accoglienza di Schoenstatt nel diritto

Come avvocato, ricevo persone che mi raccontano casi della loro vita di tutti i tipi. Ho bisogno di portare queste persone alla luce che emette il nostro Padre Fondatore, accogliere queste persone come le accoglierebbe Maria. Non è facile.

Per questo uso come norma etica quella di non mentire mai, non cercare mai di modificare i fatti affinché il Diritto dia al mio cliente ciò che non merita.

Allora, quando si spiega al cliente che lui, alla fine, non avrà ragione nella controversia , è evidente che non si sentirà felice.

Ho imparato che non si devono giudicare gli atti di nessuno. Non sarò io quello che condanna (come non lo ha fatto Gesù con la adultera), però a me spetta raccontare al giudice i fatti e la valutazione degli stessi, secondo quanto previsto dal Diritto. Solo questo.

Non ci si aspetta nemmeno che il giudice abbia lo stesso comportamento di Dio. Il giudice non è Dio, nessuno lo è, e sarebbe una tremenda ingiustizia credere che un Tribunale possa giudicare con la stessa giustizia di Dio.

Dio giudica con la legge della misericordia. Dio sa, però, esattamente fino a  che punto e in che misura la legge debba prevalere e fino a che punto e in che misura lo farà la misericordia. Tutto ciò è impossibile da fare per un essere umano.

In quest’ottica, un buon giudice è colui che riesce  a vedere i fatti valutandoli, e che applica tutto ciò che questo implica a chi lo merita.

Giustamente è per questo che il nostro compianto San Giovanni Paolo II ha perdonato il criminale che provò ad assassinarlo, però non ha chiesto che diminuissero la pena di un solo giorno.

Gli uomini devono sottomettersi alle leggi degli uomini quando queste  sono giuste e corrette, cioè, applicate in conformità ai principi del diritto, create con il fine di realizzare una società giusta ed egualitaria, in uno Stato democratico e di diritto.

Sfide e missioni

Mi piace e desidero tanto che la Santissima Vergine mi utilizzi come strumento perché possa essere sale della terra e luce per il mondo, e che così prevalga la giustizia.

Come avrete capito, io mai potrei, per esempio, chiedere ad un giudice che faccia abortire una madre, anche se la giustizia in molte situazioni lo permette; quella legge, però, nel mio modo di vedere, non deve essere applicata, perché andrei contro al proposito della costruzione di una società giusta e egualitaria. Certamente io cercherei in tutte le maniere di consigliare la cliente, orientarla ed indicarle buoni professionisti cui rivolgersi senza che alla fine lei abortisca, atto abominevole per noi cristiani. O semplicemente abbandonerei il caso, perché la richiesta è incompatibile con la mia etica personale e professionale.

Utilizzando questi principi in un Paese come il nostro, dove si applica senza pensare la famosa “legge di Gerson [1]”, nella quale ci si vuole approfittare di tutto, ho qui la grande sfida di un professionista avvocato di Schoenstatt che ha proposto di portare in alto la nostra Madre Tre Volte Ammirabile nella sua professione.

[1] nella cultura popolare brasiliana, la legge di Gerson è un principio per il quale una persona o un’impresa ottiene benefici indiscriminatamente, senza tenere in conto le questioni etiche o morali.

Originale: Portoghese, 02/06/18 Traduzione: Virginia Cosola, Roma, Italia

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