di Rafael Gualberto Ortiz Moreno, Paraguay •
Quando uno dei medici curanti dell’ospedale in cui ero stato ricoverato, perché malato gravemente, mi disse: “Sei rinato; – il 90% delle persone con il tuo stesso problema non sopravvivono; devi festeggiare un altro compleanno; fai possibilmente tutto ciò che avevi programmato di fare”- mi è venuto subito in mente il Cammino di Santiago, l’Apostolo (Giacomo Maggiore o Giacomo figlio di Zebedeo), che culmina a Compostela, Capitale della Comunità Autonoma di Galizia, Spagna.
Molti anni fa pensavo che un giorno avrei fatto almeno una parte del Cammino. Ho un amico che con sua moglie ha percorso il tratto francese di 780 km, partendo da Saint Jean Pied de Port, che mi ha raccontato la sua esperienza e ho pensato tra me e me: “Un giorno farò anch’io questo Cammino”
Ritornato in vita
L’anno scorso ho avuto un problema di salute molto grave. Sono stato ricoverato per 34 giorni, 21 dei quali intubato e sedato in terapia intensiva. Ad un certo punto gli stessi medici non avevano più speranza e credevano che non sarei più guarito.
Ci sono state molte preghiere all’interno del Movimento di Schoenstatt, soprattutto di Ciudad del Este e anche di persone che non appartengono al Movimento o che neanche mi conoscevano. Erano tante le preghiere a Dio a alla MTA. E hanno fatto effetto! Ho cominciato a riprendermi contro ogni previsione. A poco a poco mi son risvegliato alla vita e mi ricordo che una sera un’amica del ramo delle professioniste mi ha portato una Madonna Pellegrina che è rimasta da me cinque giorni. Era messa in un posto così strategico, che potevo guardarla prima di addormentarmi e al risvegliarmi cercare per prima cosa il suo sguardo. La Madonna stava lì e mi custodiva, finché una sera sono venuti a prenderla; la missionaria mi disse che ora stavo abbastanza bene e che c’era un’altra persona che ne aveva più bisogno di me; è chiaro che la spiegazione non mi convinceva e volevo tenere la Madonna, ma ho pensato che dopo essere stata cinque giorni da me non potevo essere così egoista e l’ho lasciata andare, anche se con rammarico. E due giorni dopo, il 14 maggio, il medico mi ha congedato.
Ho passato il resto della convalescenza tra casa e clinica di fisioterapia e mentre mi riprendevo maturava in me il progetto di fare il Cammino. E un giorno ho fatto la proposta a Lena, mia moglie, che l’ha accettata senza esitazione.
Verso Madrid – Comincia l’avventura
Da allora abbiamo cominciato ad informarci sul Cammino: i vari percorsi, gli alberghi, i tipi di calzature e di zaini, che cosa mettere negli zaini, ecc. ecc. Dopo abbiamo contattato persone che avevano già fatto questo cammino. Padre José Maria Garcia ci ha messo in contatto con Padre Carlos Padilla di Madrid, che ha una grande esperienza in questo campo, e con P. Bernardo Parra, Maestro dei novizi di Tupãrenda, i cui suggerimenti e consigli ci sono stati di massima utilità.
In aprile abbiamo prenotato gli alberghi, dove si va ogni giorno dopo le camminate; in più abbiamo acquistato subito i biglietti per Madrid.
C’era stato suggerito di fare allenamenti con gli zaini carichi e lo abbiamo fatto. Alcuni fine-settimana abbiamo scelto un determinato percorso, segnando la distanza e il tempo, e ci è sembrato che così andasse bene.
Avevo il desiderio che a Madrid ci potesse ospitare qualche famiglia della Federazione Apostolica di Spagna, visto che anche noi apparteniamo alla Federazione-Famiglie del Paraguay, per cui abbiamo contattato di nuovo Padre José Maria, che a sua volta ci ha messo subito in contatto con una Famiglia del primo corso della Federazione di Madrid.
Il 5 luglio siamo arrivati a Madrid con una temperatura di 38° C. Stavano ad aspettarci Barbara ed Eduardo che ci hanno accolto molto amabilmente. Lo stesso pomeriggio abbiamo conosciuto il Santuario di Pozuelo de Alarcón e poi siamo andati al Santuario di Serrano per la Messa. Con nostra grande sorpresa, il celebrante era Padre José Maria. Dopo la Messa abbiamo parlato per un bel po’con lui e con altre coppie di coniugi della Federazione che ci erano state presentate e così terminava il nostro primo giorno a Madrid.
Lena e Beto Ortiz a Madrid, davanti al Santuario di Serrano con P. José Maria
Strada facendo
La mattina del 7 luglio abbiamo preso il treno che ci portava a Sarria, in provincia di Lugo, il posto da dove avremmo iniziato il pellegrinaggio. Dopo sei ore di viaggio siamo arrivati a destinazione e dopo aver trovato l’albergo siamo andati a vedere un po’ la città con la sua via principale, un piccolo lungomare e la chiesa. Abbiamo trovato una città piena di pellegrini, alcuni dei quali iniziavano il Cammino da lì, come noi, mentre altri stavano proseguendo.
Il giorno seguente, 8 luglio, dopo un sonno ristoratore abbiamo iniziato il nostro pellegrinaggio verso le 7:30 e dovunque passavano, sia attraversando la città che uscendo dalla città, incontravamo molti pellegrini di tutte le fasce di età e di diverse nazionalità; alcuni camminavamo soli, altri in coppia e altri ancora in gruppi abbastanza grandi. Di questi ne abbiamo potuto vedere uno di ragazzi di catechismo e un altro di scout.
Sei giorni, 115 km
Quando finiva una tappa ci dirigevamo prima di tutto all’albergo, ci riposavamo un po’, pranzavamo e dopo aver visitato un po’ il paese guardavamo l’orario della Messa dei pellegrini, che era generalmente alle 19h:30.
Così sono state le nostre sei giornate fatte a piedi (115 km) e passate attraversando boschi, campi coltivati, paesini, fattorie con vacche che venivano munte, sperimentando i piatti della regione e partecipando alla fine di ogni giornata alla Messa dei pellegrini.
Il 13 luglio siamo arrivati a mezzogiorno a Santiago di Compostela, felici e contenti, ma soprattutto molto riconoscenti per il dono di aver realizzato “Il Cammino dell’Apostolo” con serenità, senza ostacoli e con un tempo meraviglioso, durante il quale abbiamo potuto meditare, pregare e ringraziare. Nel pomeriggio/sera abbiamo partecipato alla Messa dei pellegrini nella Cattedrale di Santiago, iniziata a costruire nel 1075 e finita nel 1211. Si concludeva così la nostra giornata, ma il meglio era riservato per il giorno seguente.
A Santiago di Compostela
Il 14 luglio abbiamo visitato per prima cosa i dintorni della Cattedrale, poi siamo andati dentro, perché volevamo conoscerla più dettagliatamente. Con nostra grande sorpresa era zeppa, tutti i banchi occupati e alcuni pellegrini portavano ancora gli zaini sulle spalle. Informandoci un po’ siamo venuti a sapere che dopo la messa di mezzogiorno ci sarebbe stata la cerimonia del “botafumeiro”: Si tratta di un grande turibolo o incensiere gigante, della Cattedrale di Compostela, che pende al soffitto e viene fatto oscillare da otto uomini “tiraboleiros”, che lo issano fino a 22 metri d’altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate ad altissima velocità. Mentre tutta la chiesa si riempie d’incenso, il tutto è accompagnato dagli accordi di due organi enormi. Un vero spettacolo!
L’indomani mattina siamo andati presto alla stazione per prendere il treno di ritorno a Madrid. È inutile dire che il 90% dei passeggeri erano pellegrini. Durante il viaggio abbiamo cominciato subito a fare progetti per ritornare un’altra volta a fare il Cammino, scegliendo forse un percorso più lungo o partendo da un altro dei tanti percorsi che portano a Santiago, perché il Cammino affascina, San Giacomo ti invita.
Ci resta solo da esclamare con esultante ammirazione:
“Grazie, Signore, grazie Maria, per la vostra bontà!”
Originale: Spagnolo. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia