Postato su 2015-08-09 In Schoenstattiani

Giovanni Bosco – “Live for Youth” – Un Musical per il Bicentenario di Don Bosco

AUSTRIA: Alois Lugitsch, Direttore di Scuola di Musica, ha composto il Musical “Giovanni Bosco – Life for Youth” sulla vita di Don Bosco, in base al testo di Suor Sylvia Steiger (Salesiana), che è stato rappresentato per la prima volta nel Cortile del Castello di Hartberg – nell’ambito del Festival di luglio 2015. È l’ottavo Musical che viene sceneggiato dall’Ensemble del Festival di Hartberg, sotto la direzione di Lugitsch. Nelle tournee, in patria e all’estero, sono stati eseguiti già molti brani, che hanno reso celebre l’Ensemble oltre i confini del paese. La rappresentazione del Musical di Don Bosco ha trovato una forte risonanza dei mass media al di là della stessa Austria •

Padre Elmar Busse era presente ad una delle rappresentazioni e ha intervistato il compositore e direttore Alois Lugitsch, che con sua moglie appartiene alla Federazione-Famiglie di Schoenstatt.

Come ha avuto l’idea di comporre un Musical su Don Bosco?

Don Bosco mi ha affascinato già da studente. Ho sentito parlare di lui nell’ora di religione e ho letto la sua biografia. Ero affascinato per come egli, già da giovane, si è adoperato per Dio e ha sfruttato veramente tutti i mezzi e le possibilità per rendere accessibile e trasmettere ai giovani il messaggio di Dio. Era veramente molto sportivo e molto abile. Prendeva su di sé un tratto di strada molto lungo per partecipare alla Santa Messa. Guardava i prestigiatori che passavano per il paese, copiava i loro giochi di prestigio e si allenava fino ad imparare il tanto da potersi presentare ai suoi amici in paese. Dopodiché ripeteva ai giovani la predica della domenica precedente e parlava di Dio. Questo mi ha pazzescamente affascinato – già da allora come studente.

Volevo sempre comporre un Musical su Don Bosco. Nel frattempo si è profilato all’orizzonte l’Anno commemorativo del suo Bicentenario di Nascita. Non ho avuto naturalmente nessuno per scrivermi un copione. Gli autori di copioni che conoscevo da precedenti produzioni sapevano poco di Don Bosco. E così ho inviato una e-mail a tutte le filiali dei Salesiani e delle Salesiane dell’area di lingua tedesca, chiedendo se ci fosse qualcuno interessato a scrivere il copione per un Musical su Don Bosco. Da una Salesiana del Tirolo ho ricevuto la risposta che avrebbe scritto volentieri un tale copione. Suor Sylvia Steiger (* 1966), da 23 anni Salesiana di Don Bosco, lavora nel Centro per Bambini e Giovani del comune di Stams/Tirolo.

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Come ha fatto a trasformare il sogno in progetto?

Per me era importante che questo Musical non raccontasse solo la storia di Don Bosco, ma rendesse visibile e tangibile anche il rapporto con il presente e che lo spirito di Don Bosco fosse vivo ancora oggi. Dopo ho avuto anche l’idea di far iniziare il Musical portando sul palcoscenico dei Salesiani che attualmente lavorano come street worker, ossia operatori di strada, a Vienna. Doveva essere un Musical su Don Bosco veramente austriaco e non italiano. Un chitarrista senza tetto e dei gruppi musicali in lotta tra loro dipingono un’immagine delle periferie della società. I paralleli con la situazione di 150 anni fa a Torino, in cui Don Bosco ha scoperto la chiamata di Dio e la sua vocazione personale, sono tradotti coreograficamente molto bene, oggi e 150 anni fa, dalle danze dei giovani.

Nel Musical ricorrono molte citazioni originali di Don Bosco. La mia frase preferita è stata: “Non sognare la tua vita, ma vivi il tuo sogno!” Ma non è solo una citazione preferita, essa è diventata una massima della mia vita. Nel Musical Don Bosco emerge subito come sacerdote e solo più avanti, in un’altra scena, ci si riallaccia al sogno di Giovanni, fanciullo di nove anni, che rappresenta un primo richiamo alla sua vocazione di tanti anni dopo.

E dovevano comparire, naturalmente, anche le origini delle Salesiane:

Don Bosco fa visita con i suoi ragazzi al paesino di Mornese, dove incontra Maria Mazzarello con le sue amiche. Queste coraggiose amiche sono sorprese per l’audace idea di Don Bosco di fondare un ordine religioso apposito e ne sono alla fine anche conquistate.

È molto toccante anche la scena in cui i primi ragazzi che aveva raccolto dalla strada decidono di collaborare nel nuovo ordine.

La trama parallela, sulla Vienna attuale, termina poi con la scena del chitarrista senza tetto che può fondare con i suoi amici un gruppo musicale nel Centro giovanile dei Salesiani e che ha finalmente l’occasione di esibirsi sul palcoscenico suonando alla grande Festa dei Giovani. – Viene espresso esemplarmente il grande intento di Don Bosco, che è quello di scoprire e promuovere i talenti dei giovani e di rafforzare la loro autostima.

Come ha potuto conquistare tanti attori e attrici? Accanto ai giovani, infatti, entrano in scena circa 80 interpreti, tra giovani e bambini.

Dal 1999 abbiamo un Ensemble che ha realizzato le produzioni musicali a tutt’oggi. Ci sono ancora alcuni interpreti dei primi tempi Per quanto mi riguarda, nelle rappresentazioni non mi interessa soltanto un’arte esigente e fondamentalmente priva di scopi, ma voglio trasmettere un messaggio. Voglio portare alla luce i valori. Ed esserne partecipe – e a questo scopo è facile conquistare i giovani cuori. Già nella fase preparatoria dico ai miei interpreti che si tratta di un’opera musicale religiosa e che si devono confrontare con questa tematica, per poter recitare credibilmente il loro ruolo. Per il workshop hanno fatto la domanda 40 nuovi candidati. Ne ho preso 20 per l’Ensemble esistente, molti anche abbastanza giovani, ossia tredici- quattordicenni.

Come Direttore di Scuola di Musica della città distrettuale di Hartberg, con ca. 7000 abitanti, conosco naturalmente molti studenti e studentesse. E poi so chi canta bene e a cui posso rivolgermi.

Da anni fanno parte del team sia coreografe professionali che una creatrice di maschere e una regista. Nelle tante danze del Musical si celano molte ore di paziente lavoro di prove con i giovani. Le esibizioni “a solo”, delle poche danzatrici di professione e dei ballerini, sono naturalmente dei punti culminanti, ma il brano vive delle rappresentazioni dei molti dilettanti. Molti ragazzi non avevano mai danzato sul palco prima d’allora.

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Prima della rappresentazione Lei ha espresso ai tanti Sponsor la Sua gratitudine. Com’è riuscito a conquistarli?

Acquisire degli sponsor è naturalmente una faticaccia enorme. I contributi da parte dei reparti culturali delle autorità, soprattutto, fluiscono soltanto dopo aver compilato un’infinità di formulari e sono anche molto necessarie le visite e le telefonate ai responsabili delle decisioni della Capitale del Land Graz.

Per quanto riguarda gli sponsor privati, ci sono qui a Hartberg – grazie alla pluriennale collaborazione – ca. 50 aziende che hanno riconosciuto assolutamente l’effetto-pubblicità del sostegno di progetti culturali. Talvolta non si tratta tanto di offerte in denaro, quanto di offerte materiali e di servizi, che messi insieme rendono possibili una serie di rappresentazioni all’aria aperta. E le mie esigenze in punto qualità di rappresentazione sono alte. Nel corso degli anni, Hartberg è diventato celebre e le ditte del posto lo sanno apprezzare. – Ma nonostante ciò resta un compito difficile.

Ha ricevuto anche risonanze dai cooperatori, su come è andata a finire questa storia e questi testi?

Nella settimana santa abbiamo avuto una conferenza stampa con Padre Osanger, salesiano, che aveva fatto una relazione sulla vita di Don Bosco. A questa conferenza stampa erano presenti anche molti attori del Musical. L’interprete di Michele Magone, un attore quindicenne, ha raccontato a Pasqua, a tutta la sua parentela, quanto sia straordinario questo Don Bosco. Anche l’interprete di Don Bosco ha detto una volta che questi dialoghi interiori, che aveva condotto con Don Bosco come attore, lo avrebbero fatto progredire moltissimo. E ha interiorizzato alcune massime di Don Bosco.

Lei aveva portato il Suo Musical “Giacomo” due volte alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia nel 2005. Quali piani futuri ha con “Giovanni Bosco”?

Nel 2016 andremo sicuramente in tournee con questo Musical nell’area di lingua tedesca. Ci sono già le prime idee. Una di queste è per es., che i Salesiani di Monaco vogliono rappresentare quest’opera in ogni caso in questa città. Dopo la prima rappresentazione ci sono state richieste dall’Alto Adige, dal Tirolo, dalla Stiria. Per il resto e per il momento sono pochi i progetti concreti.

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Originale: Tedesco. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

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