Postato su 2014-11-18 In Giubileo 2014

Con la Terza Ausiliaria Internazionale a Schoenstatt e a Roma

ARGENTINA, Silvia de Losada. Mesi prima del 18 ottobre non avrei mai pensato di viaggiare a Schoenstatt. Gli avvenimenti sono avvenuti vertiginosamente e la Provvidenza Divina ha deciso un’altra cosa. Siamo partiti in pellegrinaggio un gruppo di argentini accompagnati da P. Guillermo Cassone, con il cuore desideroso di unirci con tutti i nostri fratelli schoenstatttiani del mondo per celebrare un avvenimento storico nella vita della Famiglia: i cento anni dell’Alleanza d’Amore.

Carichi di richieste, offerte, inquietudini…e nel mio caso con una missione in più; portare indietro in Argentina la Terza Immagine Pellegrina Ausiliaria Internazionale, che aveva percorso molti paesi unendo la Campagna del Rosario e che ritornava in Argentina carica di grazie.

La Mater ci aspetta

Al giungere al nostro albergo a Limburgo, abbiamo scoperto che Maria Fischer aveva lasciato l’immagine nelle mani di una coppia che si univa a Limburgo al pellegrinaggio Che immensa emozione vederla dopo tanti anni! Ho ricordato i giorni vissuti dieci anni prima, quando si è benedetto il Santuario a Belmonte. Quella stessa immagine mi aveva accompagnato nel pellegrinaggio ai Giardini Vaticani e il giorno seguente l’8 settembre 2004, nella benedizione del Santuario Matri Ecclesiae.

I miei compagni di pellegrinaggio si sono sentiti immediatamente impegnati e la Mater è arrivata al Santuario Originale il 16 ottobre nelle braccia di vari di loro, che come nuovi Joao Pozzobon l’hanno potata dall’autobus fino al suo destino finale: la tenda della Cultura d’Alleanza “Chiesa”. Là l’ha ricevuta il coro cantando “Madre Pellegrina” e salutando la Madonna Pellegrina Originale è rimasta insieme a Lei.

Sono seguite le grandi emozioni: incontri con Padri di Schoenstatt e Sorelle di Maria che non vedevo da molti anni, fratelli schoenstattiani conosciuti di altri paesi, che sembra quasi impossibile incontrare tra tanti pellegrini. La gran Famiglia riunita!

La tomba di Padre Kentenich mi ha come sempre provocato una grande emozione, impossibile avvicinarmi senza che scorrano le lacrime e senta che toccandola mi abbraccio a lui, mio Padre.

Verso i prossimi tempi

Il 18 ottobre P. Dario Gatti si è offerto a portare l’Ausiliaria dalla tenda “Chiesa”, poiché per un inconveniente al mio ginocchio non potevo camminare per i sentieri in salita. Quando mi sono seduta nel grande anfiteatro e mi è parso vederla al lato destro del palcoscenico, sul pavimento sotto un insieme di piante.

Senza esserne sicura che fosse Lei, mi sono affrettata a scendere ed effettivamente era mia Madre! Ho tentato che la collocassero sul palcoscenico, ma mi hanno risposto che era impossibile e che dov’era stava bene.

Con il cuore in pezzi mi sono avvicinata e le ho detto: “Madre, se questo è quello che vuoi. Adsum! e sono ritornata al mio posto.

Passati alcuni minuti ho visto che due persone l’hanno collocata al lato sinistro del palcoscenico sotto l’enorme quadro della Mater, circondata da fiori. Ella aveva aggiustato tutto.

Il mio cuore traboccava per tante emozioni. Essere lì e sapere che non era solo un festeggiamento, ma un avvenimento storico, che non si sarebbe ripetuto nella mia vita, né nella vita di nessuno di coloro che erano in quel luogo. Ma anche mi sono resa conto che era l’inizio…che il giorno dopo ognuno avrebbe dovuto sforzarsi per essere veramente il protagonista di un nuovo secolo di Schoenstatt.

Le bandiere sventolavano, le voci si univano per rinnovare l’Alleanza d’Amore ed è “scoppiato” l’anfiteatro: canti, lacrime, abbracci! Cominciava il prossimo secolo di Schoenstatt!

Benedetta Udienza con il Santo Padre

Dopo che una parte del nostro Gruppo percorreva Padova e Assisi, ci siamo preparati per un altro momento atteso: l’incontro con Francesco. Questo Papa tanto amato e conosciuto dagli argentini e da tutto il mondo intero.

Caricando l’Immagine Ausiliaria ho tentato giungere fino allo scenario, ma le guardie me lo hanno proibito. Con la Mater sulle mie ginocchia, ho visto due file dietro P. Argemiro Ferracioli, con il quale eravamo rimasti d’accordo di trovarci lì, senza pensare a quanto sarebbe stato difficile. Casualità o casualità? Entrambi ci siamo sorpresi!

Mi sono avvicinata alla ringhiera con l’Ausiliaria, ma i giovani non mi hanno lasciato passare. In quel momento è cominciata la confusione: il Santo Padre stava arrivando.

Immagini della Madonna Pellegrina in alto, bandiere, mani salutando: nessuno voleva stare lontano dal Papa!

All’ascoltarlo mi ha colpito la sua umiltà, la sua semplicità e il suo calore e il gran messaggio che inviava la Famiglia di Schoenstatt in missione: “All’impartirvi la benedizione, vi invio come missionari nei prossimi anni. Vi invio non in mio nome, bensì in nome di Gesù, vi invio non soli, ma per mano di nostra Madre, Maria, e nel seno di nostra Madre, la Santa Madre Chiesa”.

Uscire, incontrarci con gli altri, regalare Alleanza.

Il giorno seguente, per chiudere in bellezza abbiamo visitato il Santuario di Belmonte. Ritornare dopo dieci anni! Quanti cambiamenti, che bello l’ho trovato!

In quel Santuario ho avuto esperienze speciali. Lì ho avuto il mio primo incontro con la Terza Ausiliare internazionale, che ora ho portato alla sua origine: l’Argentina.

Trovarmi con Maria e Sarah-Leah sono stati momenti che conserverò nel mio cuore per sempre!

Il ritorno a casa

La Mater continua sorprendendomi! Per la sua grandezza non hanno permesso che viaggiasse sull’aereo con me, bensì nel deposito con mio gran dispiacere.

Bene imballata, l’ho presentata dove avrei fatto il check in, spiegando che era un’immagine religiosa fragile, benedetta dal Papa. Mi hanno mandato ad un ufficio, affinché la scendessero in ascensore con un cartello che diceva; “bagaglio preferenziale” e non si danneggiasse. Lo stesso cartellino lo hanno collocato sulla mia valigia.

Arrivata all’aeroporto finale, mi sono spaventata a non vederla nel nastro che portava il bagaglio, ma si trovava ad un lato insieme con la mia valigia, impeccabile.

Ancora restava passare il controllo della dogana. Quando l’ho posta sul banco per il controllo, nessuno mi ha chiesto che cosa era, né da dove proveniva. Ella sola è entrata al paese, senza inconvenienti.

Ancora vivendo la gioia di quei momenti storici, è necessario calmare il cuore e cominciare a pensare alla nostra missione e al nostro impegno.

Originale: spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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