Postato su 2017-02-25 In Vivere l’Alleanza

Nel giorno dell’Alleanza Roma saluta Suor Fatima e Padre Alfredo

ITALIA, Federico Bauml •

Roma, 18 febbraio 2017.

Quasi duecento persone. Membri e amici del Movimento di Schoenstatt, si sono date appuntamento al santuario Cor Ecclesiae per la festa di saluto a Suor Fatima e Padre Alfredo, due “colonne” del movimento in Italia.

I saluti hanno sempre un velo di malinconia, soprattutto quando a salutare è qualcuno che ha dato tanto, e che ha riempito uno spazio importante. È pur vero, però, che la malinconia di un saluto è sempre proporzionale alla gioia delle esperienze condivise. E per ogni gioia, dev’esserci una festa.

E proprio questo c’è stato sabato sera, nel giorno dell’Alleanza: una festa. Dapprima nella Messa, il momento più importante, e poi nelle testimonianze, nel video, nella cena e – come ogni festa che si rispetti – nella torta. L’affluenza era quella delle grandi occasioni, quasi duecento persone tra suore, sacerdoti, famiglie e ragazzi, e anche una rappresentanza delle Guardie Svizzere. Cura per ogni dettaglio, propria di chi desidera fare un bel regalo per salutare chi riveste un enorme importanza nella propria vita.

In questa magica atmosfera si è svolta la festa di saluto a Suor Fatima e Padre Alfredo, rispettivamente Superiore delle Sorelle di Maria e responsabile della gioventù del Movimento, ai saluti dopo anni passati al servizio del Movimento in Italia, tra costruzione, conquiste e sfide, e ora entrambi in partenza per il Sudamerica.

Suor Fatima e Padre Alfredo, così diversi e così simili.

Lei, elegante e sobria, con la sua accoglienza discreta e il desiderio – esaudito – che sempre più persone visitino il santuario. Poche, semplici parole, dalle quali traspare un’insospettabile emozione.

Lui, con quell’esuberanza latinoamericana e il suo sorriso contagioso, ragazzo in mezzo ai suoi ragazzi e una frase, “camminiamo insieme”, come manifesto di una vocazione. Un omelia con la voce quasi rotta, e un invito a volare che suona come una promessa di un futuro che sarà migliore, e che è nelle nostre mani.

Diversi, ma accomunati dall’amore per il Movimento e per il nostro Paese, e da una vocazione missionaria tanto cara a Padre Kentenich in grado di trasformare un saluto in un momento di gioia.

Ci mancheranno? Certamente. Ma quando succederà, potremo rifugiarci nell’insegnamento di San Paolo:

Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

Grazie di tutto, e a presto.

Camminiamo insieme.

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