Postato su 2016-05-12 In Vivere l’Alleanza, Workshop sulla comunicazione Kentenichiana

La storia della fede è la storia della sua trasmissione e comunicazione

PARAGUAY, P. Antonio Cosp •

Mentre i 24 partecipanti del Workshop sulla comunicazione “Kentenichiana” preparavano le loro “24 storie sulla Santa Messa del 1° maggio a Tupãrenda”, è arrivato un saluto ispiratore da parte di P. Juan Pablo Catoggio, Presidente della Presidenza Generale di Schoenstatt:

“Mi rallegro molto di ció che portate avanti in questo workshop sulla comunicazione kentenichiana. Voglio complimentarmi per questa iniziativa con tutti coloro che stanno partecipando e a tutti quelli che lo rendono possibile.

Spesso ci rammarica che Schoenstatt e il messaggio di Padre Kentenich non sia conosciuto di piu. Veramente ci deve far rammaricare ma soprattutto deve farci riflettere sulle strade della comunicazione di oggi. Abbiamo molto da dire ma non sappiamo come. La storia della fede è la storia della sua trasmissione e comunicazione: lo stesso Gesu è la Parola del Padre che ci parla, è la Buona Nuova che gli evangelisti e gli apostoli – i messaggeri e inviati – hanno diffuso in tutta la terra. Per questo motivo San Paolo si domandava: “Come invocarlo senza credere in Lui? Come credere senza aver sentito parlare di lui? Come sentire parlare di lui senza che nessuno lo predichi? E chi predicherà, se non è inviato?” (Rom 10,14)

Senza dubbio bisogna essere convinti per trasmettere il nostro messaggio ma anche essere convincente. Questo esige un attitudine ma anche una metodologia.

La comunicazione prende molto dalla scienza, così come dall’arte e dalla tecnica. La comunicazione implica un margine di libertà, rispetto e creatività. Padre Kentenich ha saputo trasmettere il suo messaggio: ha saputo farlo nell’incontro personale faccia a faccia, in piccoli gruppi o anche davanti a un grande pubblico. Ha saputo rivolgersi ai giovani e adulti, a uomini e donne di diverse culture e condizioni di vita. Ha saputo incoraggiare e consolare, ispirare e motivare, parlare con grandi e piccoli e annunciare sempre la verità, anche quando questo gli richiedeva coraggio profetico e di far fronte alle conseguenze. La sua parola diede senza dubbio la vita: risvegliava la vita e la creava, si alimentava della vita e la rendeva. Il suo lavoro ha tessuto vincoli, creato reti, generato comunità, prodotto cultura.

Desidero che questo incontro sia fecondo e aiuti nella trasmissione del nostro messaggio affinchè possa essere fecondo e aiuti nell’obiettivo del nostro messaggio, ossia nel dare la vita, creare ponti e tessere reti. In questo modo la comunicazione puo servire alla comunione, alla cultura dell’alleazìnza e dell’incontro.

Che la Mater vi benedica dal nostro santuario originale.

Vostro, P. Juan Pablo Catoggio”

20160502161937P. Juan Pablo Catoggio ha insistito molto affinchè María Fischer trasmettesse tutto il suo bagaglio di conoscenze su tale tesi: “Josef Kentenich und die Zeitschrift MTA. Eine Studie zu einem untipyschen Typ von Religionspublizistik”, (José Kentenich e la rivista MTA, uno studio su di un tipo atípico di giornalismo religioso) discussa presso la facoltà di filosofia e comunicazione sociale di Monaco, 1997.

L’incontro nella casa di Tupãrenda si è tenuto da venerdì sera a domenica a pranzo. È stato un regalo di Padre Kentenich a memoria del 5-3-1916: 100 anni del primo numero della rivista MTA.

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Se tratta giustamente di applicare il sistema che Padre Kentenich ha utilizzato per stare vicino dei suoi congreganti, soldati in guerra. Il suo genere di comunicazione ha fatto sì che loro, durante il periodo di riposo, non rinunciassero a passare per Schoenstatt e consolidare i vincoli con Padre Kentenich e con i compagni congreganti. La MTA ha contato i 100-200 co-autori che raccontano le storie di vita reale. Vita che genera vita. Anche la fede pasquale si è diffusa alla stessa maniera.

Eravamo 24 partecipanti, tra questi un cileno e un brasiliano. Tutto è avvenuto in uno spagnolo chiaro e con il supporto di una cartellina con il materiale, molto utile per un ripasso successivo.

Di seguito i contenuti del workshop: per primo, la capacità di alimentare il fuoco iniziale per tutte le trasmissioni posteriori; secondo, questo fuoco al servizio disinteressato alla vita degli altri; terzo, storie e non sermoni o contributi razionali e non vitali; quarto, la vita che ha risvegliato la Arthur’s Runde e che genera legami vitali. Dico solo: Mandarini.

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Originale: spagnolo. Traduzione: Claudia Minici, Roma, Italia

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