Postato su 2016-01-23 In Vivere l’Alleanza

“Infondono sempre nuovo coraggio, danno buone idee, ci fanno sentire più internazionali e accrescono il desiderio di collaborare!”

ROMA-BELMONTE, di Maria Fischer •

“Infondono sempre nuovo coraggio, danno buone idee, ci fanno sentire più internazionali e accrescono il desiderio di collaborare!” Un commento di Bellavista/Cile alla Newsletter di Belmonte. E Don Martin Emge è del parere che “Non debba esserlo solo la Newsletter, ma lo stesso Belmonte”. Infondere coraggio, dare buone idee, far sentire Schoenstatt più internazionale ed accrescere il desiderio di collaborare. E se, in conclusione, la Newsletter fa sentir bene “alla belmontese”, allora dovrebbero beneficiarne davvero ancor più schoenstattiani.

Questa Newsletter di Belmonte è mensile e c’è da Febbraio 2015. Viene pubblicata in 5 lingue (tedesco, spagnolo, inglese, portoghese e italiano) e al momento raggiunge 403 abbonati in tedesco, 37 in inglese, 29 in italiano, 86 in portoghese e 261 in spagnolo. Una piccola cerchia esclusiva, ristretta e scelta con cura. Padre Kentenich direbbe “Una manciata insignificante”. Su questo ritorneremo più avanti.

Le informazioni su ciò che avviene intorno al “Santuario di noi tutti” a Roma, come anche sulle iniziative e i progetti di successo, hanno lo scopo di motivare a far proprio il sogno di Padre Kentenich: “Un Centro di Schoenstatt Internazionale nel cuore della Chiesa”. Allo stesso tempo, attraverso la Newsletter vengono raccolte le iniziative e fissate le priorità.

Chi non dovesse ancora ricevere la Newsletter è cordialmente invitato ad abbonarla, ad inoltrarla e ad accrescere il numero degli abbonati. Raggiungendo alcune migliaia di lettori, la Newsletter di Belmonte assumerebbe a Schoenstatt e oltre Schoenstatt un altro aspetto.

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Alcuni assaggi della Prima Newsletter del 2016

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Belmonte: Visita dei Coniugi Nuño

Per tre anni, dal 2006 al 2009, i coniugi Anneliese e Francisco Nuño di Madrid – dell’Istituto delle Famiglie di Schoenstatt – hanno operato sul posto a Belmonte. Molti mobili che si trovano ancora oggi nella Casa dell’Alleanza provengono da loro. Anche le “Notizie Romane”, che il signor Francisco Nuño scriveva in questo periodo regolarmente per schoenstatt.org, hanno lasciato tracce durature. I coniugi hanno fatto visita a Belmonte durante le feste natalizie. Sig. Francisco Nuño ha sottolineato che “Il tema Belmonte ci occupa e ci preoccupa”. E ha soggiunto: “Pensiamo che la nostra Famiglia di Schoenstatt stia ancora molto lontana dal considerare Belmonte come ‘bene comune’ e necessario.

Australia: Una Porta e una Finestra

Signora Julie D. e suo marito erano stati nel 2000 – nell’ambito di un pellegrinaggio dall’Australia a Roma e a Schoenstatt – nell’area di Belmonte “quando non c’erano che rovi e spine e un’Edicola”. Ora la signora Julie ha donato una Porta e una Finestra vicino alla Stanza Australiana, in onore di suo marito deceduto nel 2010, “perché era un uomo con una Visione” e “qualcosa di Belmonte doveva ricordarlo. Poiché Belmonte è una grande Visione.

Pasta – Nuova Produzione

È finita. Esaurita e digerita: la “Pasta di Belmonte”, la pasta a forma di Basilica di San Pietro con Santuario, che si regala così facilmente. La riordinazione è già fatta, ma la ditta potrà fare la consegna solo a fine febbraio. Le ordinazioni si possono anche prenotare. Chi nell’attesa della consegna volesse consolarsi con le tazze di Belmonte: ce ne sono ancora. E poi: si possono acquistare anche Buoni di Pasta-Belmonte (a partire da 10 pacchi) – non si sa mai …- prima che finisca nuovamente!

 

Infondono sempre nuovo coraggio, danno buone idee, ci fanno sentire più internazionali e accrescono il desiderio di collaborare!

Se l’hanno meritato?

Infondono sempre nuovo coraggio, danno buone idee, ci fanno sentire più internazionali e accrescono il desiderio di collaborare!” Se l’hanno meritato alcuni sacerdoti che conosco? “Si”, pensa Don Martin Emge della Diocesi di Bamberga/Germania, che ha iniziato subito a fare pubblicità per la Newsletter. Se l’hanno meritato le Famiglie della Federazione del nostro Corso? “Sì”, è stata la risposta dei coniugi Rubio di Madrid, i quali hanno invitato …

L’hanno visto fare nientemeno che da Padre Kentenich. E l’idea sta per compiere 100 anni.

È il 22 maggio 1916. Padre Kentenich scrive a Josef Fischer: “Su questo sei d’accordo con me, come anche sul constatare ed esser convinto che la devozione, così come la coltiviamo (nella nostra Congregazione) si presta a conciliare l’antica fede – senza deboli concessioni – con l’anima moderna e a sfruttare i valori della vita e della cultura della nostra santa religione. Ammetterai che noi sodali, tutti insieme, – certo, solo una manciata insignificante in confronto agli apostoli della miscredenza e dissolutezza – possiamo fare comunque qualcosa come strumento nelle mani della Madre celeste. Se ciascuno, al proprio posto, impiega tutte le sue forze e si adopera – miratamente e in modo organizzato per obiettivi comuni – affinché anche il bene, nonostante tutte le difficoltà, rigeneri a sua volta il bene riproducendolo.” [1]

Una piccola manciata insignificante per un compito gigantesco.

I più sanno come continua la lettera. Padre Kentenich sviluppa un piano “troppo vasto per essere ritenuto subito attuabile … Sogni, certo! Se questi un giorno dovessero forse diventare realtà, allora ci vorrà una generazione per la loro attuazione prudente, determinata e completa organizzativamente…” Inserimento dell’idea della Confederazione Apostolica Universale negli obiettivi di Schoenstatt. Terzo obiettivo finale. “Sogni! Certo”. È chiaro che la piccola manciata insignificante – di cui alcuni sono ancora in pericolo di cadere sui campi di battaglia – dovrà raccogliere intorno a sé la gioventù colta del mondo. – In un lontano, irraggiungibile futuro? Sogni?

Una piccola manciata insignificante per un compito gigantesco. Eppure non c’è rassegnazione, ma la conclusione che: ‘Ciascuno deve dare ciò che può’. È una piccola Pentecoste: il compito gigantesco non scoraggia, ma diventa incentivo: la manciata deve per l’appunto crescere, noi dobbiamo conquistarne molti.

La piccola manciata insignificante deve crescere! Altrimenti non si potrà realizzare la Visione. Padre Kentenich indica una strada di come si possa iniziare.

Egli scrive a Josef Fischer:

“… per ora la nostra Madre desidera – per ritornare all’idea accennata – attraverso lo sviluppo dei fatti, una propaganda discreta e prudente per la nostra ‘rivistina’ (intendendo la rivista MTA) … Se noi …

Qui è inteso ognuno di noi – al momento 50 sodali sotto le armi – “Se noi fino all’autunno…” Un’indicazione precisa di tempo!

“Se fino all’autunno avremo conquistato l’uno o l’altro (intendendo: abbonato), saremo soddisfatti.” [2]

Padre Kentenich scrive queste righe a Josef Fischer il 22 maggio, ma il 16 agosto informa che: “Hafeneth ha ottenuto l’adesione dai 10 ai12 abbonati.”

Chi sarà “Hafeneth 2016”? Don Martin Emge, i coniugi Rubio o qualcun altro ancora?

Se fino all’autunno (diciamo, “alla schoenstattiana”, fino al 18.10.2016) avremo conquistato l’uno o l’altro, saremo soddisfatti!

Don Martin Emge ha già ricevuto personalmente l’adesione di 4 abbonati. I coniugi Rubio di cinque.

Per ”Hafeneth 2016” è già pronto un Buono-Belmonte per tre notti, più una sorpresa!

[1] J. Kentenich, Lettera a Josef Fischer, 22 maggio 1916, citata in: MTA 4 (1919), n. 5/6: 46
[2] J. Kentenich, Lettera a Josef Fischer, 22 maggio 1916, citata in: MTA 4 (1919), n. 5/6: 46

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Originale: Tedesco. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

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