Postato su 2013-05-22 In Vivere l’Alleanza

Festa dei Movimenti: Schoenstatt c’è!

ROMA, Gian Francesco Romano. Una grande festa della Chiesa: così si può riassumere uno degli eventi più importanti e attesi dell’Anno della Fede, la veglia di Pentecoste del Papa con i Movimenti, le Associazioni e Aggregazioni Laicali, svoltasi sabato 18 maggio a Piazza San Pietro in Roma. Un evento al quale ha partecipato anche il Movimento di Schoenstatt ed in particolare la sua Famiglia Italiana, presente con circa 150 dei suoi membri.

 

 

Il popolo di Dio, unito dallo Spirito

L’occasione è di quelle in cui più che mai ciò che conta è partecipare. Si tratta di esprimere, alla vigilia della Pentecoste la bellezza della Chiesa vivificata dallo Spirito Santo, che attraverso i suoi carismi differenzia e al tempo stesso tiene unite le varie realtà ecclesiali. Così a Piazza San Pietro vogliono esserci proprio tutti: 200.000 persone, seconde le ultime stime, (quando solo il giorno precedente se ne aspettavano poco più della metà) e oltre 150 sigle di movimenti e associazioni diverse.

Si ha l’impressione di trovarsi in mezzo ad un piccolo spaccato dell’immenso Popolo di Dio, tanto variegato quanti sono i doni dello Spirito: si va dai giovani agli anziani, dai bambini ai disabili, dai religiosi in saio a quelli in bermuda… Lo sguardo d’insieme è di quelli che fanno bene al cuore, perché all’ombra della Basilica si vedono famiglie e persone comuni, gente che normalmente non fa notizia, ma che quotidianamente si trova in prima linea per vivere e diffondere il Vangelo.

L’ingresso in piazza non è dei più semplici, complici alcune pecche organizzative. Così il gruppo di Schoenstatt Italia è costretto a separarsi. Immediatamente la sensazione è di dispiacere e rammarico; ma sarà molto consolante, poi, vedere quanta comunione e quale senso di famiglia possono nascere dal vedere sventolare in lontananza una bandiera gialla e blu col Santuario, o leggere il nome di Schoenstatt sul grande striscione realizzato per l’occasione.

L’attesa e l’entusiasmo

Sotto un sole abbastanza clemente ha poi inizio lo spettacolo che anticipa l’incontro col Papa. Si susseguono sul palco personaggi più o meno noti del mondo associazionistico cattolico, ciascuno col proprio bagaglio di esperienze e racconti da condividere. Anche la musica fa parte del programma, con canti di dichiarata impronta cristiana che spezzano il ritmo delle testimonianze.

Ma è chiaro a tutti che si tratta degli antipasti, tant’è che nella piazza c’è chi approfitta per riposarsi, distrarsi, o semplicemente – come accade anche nel gruppo di Schoenstatt – per confrontarsi e scambiare le idee sulla giornata e sulla realtà della Chiesa. Alle 17:30, con quasi mezz’ora d’anticipo, il Papa fa il suo ingresso con la Papamobile. Inizia il consueto, lungo tour che lo porta a costeggiare praticamente tutti i settori, regalando momenti di felicità anche al gruppo principale della rappresentanza schoenstattiana che, situato abbastanza vicino all’obelisco, vede sfilare davanti a sé il Papa per ben due volte. Fotografie, sbandieramenti, cori, sorrisi, benedizioni… Sono attimi, ma nell’esperienza individuale sembrano durare molto di più.

La veglia di Papa Francesco: un “one man show”

Parlare di un Papa come di una star può non essere il miglior modo per rappresentarlo. E d’altronde, prima della comunicatività ci sono altre qualità che dovrebbero caratterizzare un buon pastore: la fede, la carità, essere immagine visibile di Dio… Ma se Papa Francesco, oltre a tutto questo, è pure uno straordinario comunicatore, cosa ci possiamo fare?

Con la sua predicazione spontanea e immediatamente comprensibile, il suo stile così poco formale, si mette a nudo e strappa anche molti sorrisi alla folla. Come quando racconta che a volte quando prega la sera davanti al Tabernacolo gli capita di addormentarsi; o quando, facendo un cenno ai propri collaboratori, si rammarica che non lo fanno uscire dal Vaticano per confessare.

A differenza delle star, però, Francesco non cerca gli applausi o l’attenzione per sé. Al contrario, tutta la sua catechesi, semplice, che ricorda quella di un parroco, è volta a rimettere al centro i capisaldi della fede, specie in quest’occasione particolare in cui ha davanti i membri di quei movimenti che, se uniti alla Chiesa, possono fare tanto e bene per la Nuova Evangelizzazione. Parla così della preghiera e della testimonianza; di uscire fuori verso gli altri e della centralità della famiglia nella trasmissione della fede – temi che hanno acceso particolari risonanze nei cuori di tutti gli Schoensttattiani presenti; e soprattutto rimette al centro Gesù, con un garbato rimprovero ai fedeli: « “Tutti voi avete gridato nella piazza “Francesco, Francesco, Papa Francesco”. Ma, Gesù dov’era? Io avrei voluto che voi gridaste: “Gesù, Gesù è il Signore, ed è proprio in mezzo a noi!”. Da qui in avanti, niente “Francesco”, ma “Gesù”! ».

L’incontro si conclude poco prima del tramonto. Risuona il Regina Coeli e i vari gruppi di fedeli se ne vanno in ordine sparso; il Papa saluta cordialmente Padre Heinrich Walter, il Superiore dei Padri di Schoenstatt, e solo allora anche il gruppo di Schoenstatt si avvia fuori dalla piazza; con la soddisfazione di aver trascorso il sabato 18 del mese mariano in comunione col Papa e con la Chiesa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *