Postato su 2013-02-04 In Vivere l’Alleanza

Un’aria di missione in Africa

KENIA /TANZANIA Marianne Meier/mda. Quando un “missionario di puro sangue” cittadino tedesco va per 6 mesi in Tanzania, allora… l’avvenimento si converte in missioni, perché non potrebbe essere altrimenti. Perché, quando lo teniamo nel sangue, tutto quello che si tocca si converte in qualcosa missionario. E tutto questo è accaduto nella grazia dell’Anno della Corrente Missionaria…Katharina Hager si trova da ottobre scorso fino alla Pasqua di Risurrezione nel Centro di Educazione  Montessori a Leshoto. Per Natale ha dovuto recarsi in Kenia, per rinnovare il permesso di soggiorno ed ha alloggiato qualche giorno con Monica Kimani, coordinatrice del Movimento di Schoenstatt in Kenia.

Così è, quando si vive in un’attività dedicata al prossimo, in incontri e in relazione con gli altri…siamo pronti all’azione!

Katharina Hager ha scritto ai missionari in Germania:

Sono ritornata in Tanzania e sono stata benedetta da ricche esperienze vissute in Kenia. Tra le tante cose, ho avuto la possibilità di prendere contatto con schoenstattiani in Kenia, ho vissuto con loro ed ho potuto conoscere le loro attività. Il che ha avuto un gran significato per me.

Un giorno di missioni in Kenia

C’è stato un giorno molto speciale, per me, che vorrei raccontarvi. È stato veramente un vero giorno di Missioni-Kenia.

Vive vicino a Nairobi un sacerdote di Schoenstatt, Padre Simon, che ho potuto accompagnare durante tutto un giorno. Anzitutto siamo stati in un piccolo villaggio, dove esiste il concetto di “piccole” comunità cristiane. Una comunità di famiglie che si appoggiano, e vivono in solidarietà gli uni con gli altri. Questa comunità aveva invitato Padre Simon a celebrare la Santa Messa ed aveva preparato in uno dei loro cortili uno spazio in mezzo agli alberi di platano, tra le stalle di animali e capanne di fango per celebrare l’Eucaristia. P. Simon mi ha raccontato, che in questo villaggio già avevano ascoltato parlare di Schoenstatt ed abbiamo messo sull’altare una piccola immagine  della Madonna Pellegrina. Io dovevo dopo la Comunione intrattenere le persone parlando della loro relazione con Maria e raccontando loro qualcosa di Schoenstatt, in forma spontanea ed inoltre nella lingua Kisuahili. Il che non era molto semplice per me, ma un giovane di nome George, che è il capogruppo e si occupa di conservare unite le famiglie, ha tradotto gentilmente le mie parole dall’inglese in Kikuyu, la sua lingua materna. Tutti erano molto attenti e interessati come sempre, quando una persona di pelle bianca parla loro. Dopo la Santa Messa abbiamo visitato il luogo e si è benedetto con acqua benedetta ogni abitazione, gli alberi, gli stagni di acqua e gli animali. Alla fine mi hanno permesso regalare a George l’Immagine della Madonna Pellegrina: d’ora in avanti Ella andrà in pellegrinaggio per le famiglie della comunità, restando una settimana con ciascuna famiglia. Le persone di questo villaggio sono incredibilmente felici, quando una persona bianca va a visitarle. P. Simon mi ha spiegato, che per loro è un gran significato, che una persona di tanto lontano li visiti. Inoltre significa per loro che Schoenstatt è qualcosa di veramente serio, perciò guadagna in rispetto e credibilità. È incredibile quanto decisivo possa essere per loro il colore della pelle. Porto queste persone ora nel mio cuore, avevano un viso tanto felice nonostante posseggano tanto poco.

Bambini di Schoenstatt

Poi ci siamo recati a visitare i “Bambini di Schoenstatt”, che già ci stavano aspettando da tempo impazienti nella strada. Quando ci hanno visto arrivare, tutti si sono avvicinati. Sono un gruppo di 13 bambini e bambine tra i 4 e i 14 anni, che si riuniscono ogni domenica pomeriggio in uno dei loro Santuari domestici. Due ragazze di 14 anni sono i capigruppo. Abbiamo visitato il Santuario domestico di Margret, dove abbiamo pregato e cantato insieme. Nel frattempo ci sono 6 genitori di questi 13 bambini che s’interessano di Schoenstatt, e così mi raccontavano: “I bambini qui sono pieni di vita ed entusiasmo”. Io mi sento più che felice dopo questa giornata, la MTA è realmente presente qui e al contempo in forma differente in quest’ambiente tanto diverso da quello che io conosco. Che bello che tutto questo sia realmente possibile! La MTA conosce e percorre tante vie!

Santuario-Mango

Ho potuto poi conoscere il Santuario Mango, un’Edicola sotto enormi e vecchi alberi di mango, dove si va in pellegrinaggio una volta al mese per celebrare la Santa Messa. Qui ci si sente bene. Tutto è all’aria aperta, non ci sono edifici, ma gli alberi sono incredibili, essi sono la protezione del Santuario.

La MTA a Lesotho

Già sono di ritorno a Lesotho con opuscoletti della MTA e preghiere in inglese, che ho distribuito qui a Lesotho. Una professoressa ha attaccato un’Immagine della MTA, con nastro adesivo sul suo tavolo nella sala dei professori, affinché tutti possano vedere Maria, io le avevo raccontato di Schoenstatt e della Mater. Mi sono sorpresa, quando ieri mattina all’entrare alla sala delle classi, la MTA mi guardava direttamente agli occhi. Ella agisce. Incredibile. Così questa scuola si è convertita per me un poco di più nel mio focolare.

A Pasqua arriveranno amici di Katherine a Tanzania…quattro schoenstattiani in viaggio e nonostante la visita al Santuario a Isingiro non sia nell’itinerario: là ci sono missioni!

Così è, quando si vive in un’attività dedicata al prossimo, in incontri, e in relazione con gli altri…..si è pronti all’azione!


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