Postato su 2009-09-23 In Vivere l’Alleanza

Le Missioni sono possibili! Da una decisione pazza ad una pazzia d’amore

Le Missioni 2009 GERMANIA, Theresia Rutzmoser. Immaginate che suona il campanello della vostra casa. Aprite la porta e di fronte a voi appaiono due giovani con un’immagine della Madonna nelle loro braccia. Si presentano come un gruppo di giovani cattolici che vogliono parlarvi della fede e che inoltre v’invitano a partecipare a diverse funzioni ed attività della parrocchia. Ardito? Coraggioso? Insolito?

Questa scena non è stata inventata: è avvenuta una centinaia di volte. Ed è di nuovo una realtà durante la Missione 2009 “Vivere la Fede”, che si è tenuta per la prima volta in Germania dal 30 agosto fino al 6 settembre 2009 a Ginsheim, un quartiere del Municipio di Ginsheim-Gustavsburg, nella diocesi di Maguncia.

Le missioni sono un’iniziativa di giovani cristiani, che non solamente sognano una Chiesa viva, bensì vogliono darne una testimonianza concreta, come prega il foglietto “Missioni”: è da molti anni nel Sud e nel Centro America, in Spagna, in Portogallo e in Italia, un’esperienza di fede e di evangelizzazione di un’efficacia indescrivibile, sperimentata in questi paesi da giovani tedeschi, e che ora è arrivata al loro proprio paese, e anche in Svizzera, una settimana dopo. Per il gruppo missionario, formato di 17 giovani, tre Sorelle di Maria, un Padre di Schoenstatt e un diacono, ha significato vivere durante una settimana nel centro parrocchiale della parrocchia Santa Maria di Ginsheim, visitare i vicini e conversare con loro, pregare per le loro intenzioni e organizzare attività per giovani e adulti. Perché hanno sacrificato dieci giorni delle loro vacanze annuali o semestrali? Lo dice il loro motto: “Accenderemo la fede come apostoli della tua gioia!”, che ha espresso la motivazione della missione ed è stato il motto che di giorno in giorno entusiasmava alla conquista.

Inviati con la croce della missione, la Madonna Pellegrina e una maglietta di colore giallo acceso.

Per iniziare quest’audace progetto era imprescindibile l’invio alla missione apostolica, la benedizione, che si è tenuta nientemeno che nel Santuario Originale. Coscienti che la responsabilità di quello che sarebbe passato nella missione l’aveva il “capo”: Dio e la Mater, si sono messi a loro disposizione come strumenti, ed in segno di dedicazione hanno ricevuto solennemente la croce della missione – un regalo della Spagna -, l’immagine della MTA ed una maglietta di colore giallo acceso con il logo della missione.

Con quella maglietta era… tutt’altro che discreta l’immagine dei missionari, quando si sono presentati nella Messa d’inizio (si chiamano missionari in Germania anche per fare notare l’esperienza profonda che hanno avuto nelle missioni in Spagna e nell’America del Sud). La reazione dei fedeli nella Messa era stata di sorpresa, di scetticismo e di una grand’attesa, ma sempre accogliente e amichevole. Così che non sono stati difficili i primi contatti. Il pomeriggio della domenica i portatori di gioia di colore giallo hanno partecipato con il popolo alla festa del Corpo dei pompieri.
Da due di casa in casa

missionariQuando i giovani si sono recati da due, di casa in casa, da persona a persona, le esperienze non avrebbero potuto essere più diverse: molte porte non si erano aperte e avevano risposto per il citofono che non avevano interesse. Poche volte ricevevano insulti o erano confusi con Testimoni di Jehová; spesso avevano conversazioni sorprendenti e amabili dallo steccato del giardino; e qualche volta erano sorte conversazioni profonde, in cui la gente confidava ai giovani i loro desideri e le loro necessità, e condividevano con loro la gioia di avere fede o pregavano insieme.

Una coppia di missionari ha raccontato il suo incontro con un’anziana: al principio non ne voleva sapere, ma poi aveva accettato di conversare. Aveva confidato loro che suo marito era morto da poco e che proprio quel giorno era l’anniversario del suo matrimonio. Finalmente li aveva invitati ad entrare in casa e avevano conversato lungamente. Alla fine avevano pregato insieme un Padrenostro. Al salutarli la signora ha confessato che era molto tempo che non aveva conversato tanto amichevolmente, e che era convinta che quella visita dei missionari era un saluto di suo marito, un “suabo”, come si notava inconfondibilmente che lo era uno dei giovani.

Questo è uno dei molti grandi e piccoli incontri che trasformano le missioni in qualcosa di unico e speciale, e con cui si potrebbe scrivere tutto un libro.

Erano restati dopo la preghiera vespertina

Rosario IluminatoI giovani invitavano la gente, durante le visite alle case, alle attività che loro stessi avevano preparato nella parrocchia. Così ad esempio, avevano offerto un variato programma per i bambini, una notte per i giovani intorno al fuoco con un workshop sui rapporti umani, e una cena al lume di candela per le coppie, in cui oltre ad un cibo buonissimo, si davano motivazioni sulla comunità matrimoniale. Inoltre i giovani avevano preparato ogni giorno una preghiera vespertina nella parrocchia con preghiere, canti, candele e danze. Giulia, una delle collaboratrici, ha raccontato: “Dopo l’ultimo canto la gente restava semplicemente seduta e non accennava a muoversi, sebbene dicessimo loro che tutto era finito e potevano andarsene…Allora li invitavamo a continuare cantando e così tutti rimanevamo nel Tempio per cantare le canzoni che loro desideravano. Non volevano andarsene!”

Una delle Sorelle di Maria che accompagnava il gruppo dei giovani, ha raccontato di un uomo che da parecchi anni viveva accanto alla Chiesa, ma non vi era mai entrato prima di quel momento. Quando la Sorella gli aveva domandato se gli era piaciuta la preghiera vespertina si era messo a piangere.

In Casa di riposo per anziani

In Case di riposo per anziani o in scuole..

Tra le attività dei giovani era prevista anche una visita ad una Casa di riposo per anziani dove si erano recati con chitarre e un repertorio di antiche canzoni popolari per offrire un po’ del loro tempo per portare un po’ di luce e di calore umano ai “nonnini”.

Un altro gruppo aveva visitato una scuola che riunisce in un solo edificio le elementari, la media e il liceo, dove aveva preparato varie ore di catechesi, accolte con un grand’entusiasmo dagli alunni. Nei piccoli gruppi che si formavano in ogni classe, i bambini discutevano con molto fervore intorno a Dio, alla fede e al mondo.

capellaC’era un luogo della parrocchia durante tutto l’apostolato delle visite di porta in porta, dove il gruppo si riuniva sempre: la cappella battesimale. Era come un centro spirituale, preparato con amore come santuario delle missioni. Lì si riunivano i giovani per la preghiera del mattino prima della colazione, e alla fine del giorno dopo la preghiera vespertina. Da lì cominciavano la loro giornata d’incontro con la comunità, colmi di entusiasmo E lì si recavano, quando ritornavano dalle visite alle famiglie e presentavano a Dio tutto quello che avevano vissuto, le persone visitate e le loro intenzioni. E uscivano dalla cappella battesimale accompagnati sempre dalla preghiera di qualcuno che restava davanti al Santissimo pregando per coloro che si recavano di porta in porta, insieme a numerose persone, che sia in Germania sia in tutto il mondo, avevano accompagnato i primi passi delle missioni in suolo tedesco.

PreghieraDa qui un cordiale “che Dio ve lo paghi” a tutti coloro che ci hanno appoggiato con la loro preghiera! Sappiate che non avremmo potuto realizzare da soli quest’esperienza, ci avete dato molta forza e fiducia.

Dove due o tre si riuniscono in mio Nome…

Che cosa sarebbe stato delle missioni senza la profonda comunità dei giovani! Durante il pranzo si udiva solamente lo schiamazzo dei 22 giovani che raccontavano le loro esperienze nelle visite alle case. Il raccontarsi delle esperienze vissute con la gente dava soprattutto coraggio e forze, quando una coppia di missionari ritornava un po’ depressa, perché il mattino si erano chiuse tutte le porte alla loro chiamata. In tutte le situazioni, tutto il gruppo ha condiviso tanto il “successo” quanto il “l’insuccesso”.

C’è stato anche molto svago nella comunità, perché la gioia e il buonumore sono qualcosa propria dell’apostolo. Non avevano un programma stabilito per le riunioni notturne: ciascuno apportava qualcosa di creativo. Ad esempio, i giovani si divertivano pazzamente, quando la consegna era cenare con una mano legata a quella del vicino di tavola. E i giochi semplici in comune si prolungavano fino a tarda notte.

Questa settimana ho sentito molto più vicino la fede e Dio.

MissionariQuesta sfida comunitaria delle missioni, l’avere un obiettivo comune, ha infiammato di nuovo la fede, formato una comunità intensa con un effetto contagioso. Un giovane di Ginsheim con cui avevano conversato due missionari ad una fermata dell’autobus e che avevano invitato ad accompagnarli, ha partecipato tutti giorni al programma del gruppo: la Messa, la riunione del pomeriggio e la preghiera della sera. Nonostante tutto il suo discutere intorno alla fede, si era sentito come un pesce nell’acqua nel gruppo e l’ultimo giorno era andato perfino con loro a bussare alle porte e a conversare con la gente. E al congedarsi aveva affermato: “mi sono sentito di nuovo vicino alla fede e a Dio. Spero che c’incontreremo di nuovo!”

Non mi sono mai sentito tanto accanto a Dio come in questi giorni

Il sentimento espresso con parole da quel giovane, si è percepito nell’Eucaristia finale della settimana: la gratitudine per l’impegno, l’esempio dei giovani e per il rinnovato entusiasmo che hanno portato alla parrocchia. Uno dei fedeli, che la domenica prima aveva domandato criticando, perché volevano parlare di missione con lui che già era cattolico, ha detto alla fine della missione; “Mi tolgo il cappello di fronte a quello che avete fatto. È stato veramente utile, sicuramente avete convinto a riflettere molta gente, Continuate facendolo!

Missione 2009 Ginsheim - Fotos: Johanna BeckerVisi raggianti, cordiali abbracci e occhi umidi al commiato, sono stati segni sicuri che qualcosa si era mosso nei cuori della gente di Guisheim. Ma Dio non ha operato solamente nei loro cuori, bensì anche nell’interiore dei missionari. Così ha affermato uno di loro al valutare le missioni: “Non mi ero mai sentito accanto a Dio come in questi giorni!”

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

L’invio alla missione apostolica nel Santuario Originale

L’album di fotografie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *