Postato su 2015-05-08 In Santuario Originale

Ordinazione Diaconale – “Presagio di primavera e segno di speranza in tempi turbolenti”

di Heinrich Brehm, Ufficio Stampa del Movimento di Schoenstatt in Germania, schoenstatt.de •

Il 2 Maggio nella Chiesa dei Pellegrini di Vallendar-Schoenstatt, Péter Csermák è stato ordinato diacono dal Vescovo Ungherese László Biró. Erano presenti i genitori, molti membri della sua famiglia d’origine arrivati dall’Ungheria, un gran numero di confratelli della Comunità dei Padri di Schoenstatt, amici e conoscenti del Movimento di Schoenstatt dell’Austria e della Germania e molti pellegrini venuti a Schoenstatt per questo primo sabato di Maggio. Nella Predica della Messa di Ordinazione, il Vescovo Biró ha reso chiaro che la decisione di un giovane di rispondere alla chiamata di Dio e di pronunziare l’“Eccomi, manda me!” sarebbe come un presagio di primavera per la Chiesa e un segno di speranza in tempi turbolenti. Padre Theo Breitinger, Provinciale della Provincia-Sion dei Padri di Schoenstatt, aveva salutato all’inizio in modo speciale anche i membri del Corso Pastorale della Diocesi di Magonza, con i quali il Csermák si prepara al suo ministero come diacono e sacerdote.

Più di dieci anni in cammino nella Comunità dei Padri di Schoenstatt

Nella presentazione del candidato, prima dell’inizio della Messa, si è presa conoscenza che Péter Csermák è in cammino verso il sacerdozio nella Comunità dei Padri di Schoenstatt dal 2005. Dopo il Noviziato, dal 2005 al 2007, ha iniziato lo studio di teologia all’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. Dal 2009 al 2010 ha fatto un tirocinio apostolico-pedagogico in Cile. La tesi, al termine dello studio nel 2013, porta il titolo di: “Matrimonio e Famiglia come soggetto della Nuova Evangelizzazione.” Dal Novembre 2013 ha trascorso sei mesi in Texas, lavorando con i giovani e nella formazione linguistica. Nel 2014 ha seguito il Team Internazionale dei Volontari durante la preparazione del Giubileo del Centenario del Movimento di Schoenstatt. Dall’Ottobre del 2014 è impegnato nella Formazione Pastorale della Diocesi di Magonza. Durante tutto questo tempo Péter avrebbe mantenuto un forte e intenso legame con il Movimento di Schoenstatt in Ungheria. Là avrebbe posto in essere già da anni un “Quiz Padre Kentenich” che sarebbe servito a molti coniugi per scoprire la spiritualità, sviluppata da Padre Josef Kentenich, come aiuto per la loro vita. Le due cose che stanno più a cuore a Péter sarebbero: le vocazioni sacerdotali per Schoenstatt in Ungheria ed un Santuario di Schoenstatt per adolescenti a Budapest.

csermak4

Dire Sì in libertà

Il Vescovo Biró, – nella predica della Messa di ordinazione animata in modo coinvolgente, con canti in ungherese e tedesco, da un gruppo musicale di giovani provenienti dall’Ungheria e dalla Germania e dalla Comunità Internazionale dei Padri di Schoenstatt – ha richiamato l’attenzione sul fatto che la Lettura della celebrazione accentuerebbe particolarmente la libertà dell’uomo nel rispondere alla chiamata di Dio. Egli conoscerebbe tanti giovani che avrebbero notevole difficoltà a pronunciare questo “Eccomi, manda me!” in libertà. Eppure, la ricchezza di Dio si ravviverebbe anche oggi, nel XXI secolo, proprio attraverso un simile libero “Sì”. Il Vescovo Biró ha detto inoltre che “Ciascuno ha un posto in famiglia, scuola o professione e un compito unico cui è chiamato a dire Sì”, e soggiungendo ha sottolineato: “Oggi, in questa festa, rendiamo grazie, perché Dio ha chiamato e perché Péter ha detto Sì!”

Il Vescovo Biró ha dedicato la seconda parte della predica ai compiti del diacono. Il diaconato sarebbe stato ispirato nell’Ultima Cena, quando Gesù dopo aver lavato i piedi agli apostoli disse: “… perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.” (Gv 13, 15) Nella celebrazione eucaristica, il diacono sarebbe chiamato ad annunciare il Vangelo, a preparare l’Offerta, a ricordare il mistero della fede, a distribuire le offerte, annunciare la pace come la dona Cristo, edificando così l’unità e inviando gli uomini come Missionari nella quotidianità alla fine di ogni Messa. E ha terminato la predica dicendo: “Caro Péter, mi ricordo la mia ordinazione diaconale di 42 anni fa. Il mio Vescovo mi disse – ed è ciò che io dico ora a te: ‘Resta per tutta la vita diacono. Anche se tu dovessi diventare Papa Romano resta diacono.’” Padre Theo Breitinger ha ringraziato il Vescovo, sottolineando che nella predica avrebbe presentato il ministero diaconale in modo talmente coinvolgente, che anche gli altri sacerdoti e la comunità parrocchiale presenti potrebbero portare a casa questi pensieri, traducendoli in vita quotidiana.

Foto: Brehm

Annunciare il Vangelo nella Liturgia e nella vita

Dopo la predica e l’invocazione dello Spirito Santo, e dopo le Promesse del Candidato – di dedizione disinteressata per il bene del popolo cristiano, di annuncio del Vangelo a parole e a fatti, di vita di celibato come segno di dedizione a Cristo, di disponibilità ad assistere poveri e malati e ad aiutare i senza patria e gli afflitti e i bisognosi, come anche di disponibilità a conformare la propria vita secondo l’esempio di Gesù Cristo – è seguito il vero e proprio atto di ordinazione. L’invocazione di tutti i santi è un momento speciale non solo per il candidato, prostrato per tutto il tempo delle litanie sul pavimento, bensì per tutta l’assemblea. Dopo l’imposizione delle mani attraverso il vescovo e subito dopo la consegna della Stola e della Dalmatica – i “paramenti ministeriali” del diacono, il Vescovo ha consegnato al nuovo diacono l’Evangeliario come segno che sarà suo compito annunciare il Vangelo nella Liturgia e nella vita. Dopo il segno fraterno dell’abbraccio attraverso il Vescovo, il nuovo Diacono assume il suo ministero diaconale.

“O Madre di Dio, io mi incammino al sacerdozio e tu mi dirai se sbaglio”

Le persone che hanno festeggiato insieme sono rimaste particolarmente colpite dalle parole di ringraziamento espresse da Don Péter Csermák alla fine della celebrazione: “Miei cari genitori, voi siete la mia origine, la mia fiducia, la mia terra natale, il mio tesoro. Le mie labbra ripetono le vostre parole ed il mio cuore riecheggia il vostro battito. Voi siete la prova che c’è un buon Dio e che da voi ho imparato che cos’è l’amore incondizionato. Quand’ero bambino, voi eravate presenti. Mi avete coperto quando c’era freddo. Avete passato la notte accanto al mio lettino quando ero malato. In una mano mi avete messo radici e nell’altra delle ali, dicendo che non sono solo. Infatti, voi mi sostenete e tra noi si è instaurato un legame. Sono passati tanti anni. Ora sto qui come Diacono e devo riconoscere che: senza di voi non ne sarebbe niente di me. Perché siete voi la mia origine, la mia terra natale, il mio tesoro. Le mie labbra ripetono le vostre parole ed il mio cuore riecheggia il vostro battito. Vi ringrazio per tutti i vostri sforzi.”

Le sue parole di ringraziamento alla Madonna possano essere d’esempio di come confidare sulla sua guida e accompagnamento nelle decisioni importanti della vita. Don Péter ha poi soggiunto: “A 18 anni, da giovane adulto, sono andato nel Santuario per chiedere consiglio alla Madonna. Non sapevo che cosa fare. Se diventare sacerdote o fondare una famiglia. Allora mi è venuto il pensiero di pregare: ‘O Madre di Dio, io mi incammino al sacerdozio e tu mi dirai se sbaglio.’ Così ho potuto percorrere la mia strada nella comunità dei Padri di Schoenstatt. ‘O amata Madre di Dio, ti ringrazio per la mia vocazione che ho affidato riconoscente a te, e ti ringrazio per questi anni che ho potuto percorrere insieme a te. Oggi, dopo la mia promessa, voglio consacrarmi a te supplicandoti di nuovo: ‘Assistimi sempre quando mi sento solo e aiutami a percorrere il cammino fino alla fine.”

csermak2

Aver fiducia nello Spirito Santo, affinché doni la rispettiva grazia

In una conversazione con schoenstatt.de, Padre Theo Breitinger si è mostrato dopo la Messa contento del primo confratello dell’Ungheria appena ordinato Diacono. Allo stesso tempo spera naturalmente “che proprio in Ungheria, nel Movimento di Schoenstatt che è là molto vivo, ci siano in futuro altre vocazioni.” Padre Tillmann Beller – che a suo tempo è stato attivo per lunghi anni in Ungheria, dalla sede d’Austria, avrebbe messo a questo scopo qualche base. Sarebbe d’accordo con il Vescovo Biró sulla valutazione che questa ordinazione diaconale sia un presagio di primavera, specialmente per l’Ungheria. Ma anche per la Comunità dei Padri di Schoenstatt. “Se da un lato constatiamo che in Germania tante cose stagnano, in molti posti sorge però questa o quella nuova iniziativa. Sono molto fiducioso nel fatto che i pessimisti non abbiano ragione quando dicono che va tutto a rotoli e verso la fine, ma che invece ci sono nuovi approcci.”

E in vista della vocazione al sacerdozio, Padre Breitinger dice che ci sarebbe il serio problema “che molti giovani al giorno d’oggi fanno molta difficoltà a decidersi.” E soggiunge: “Vedo il problema nel fatto che i giovani non si sentano sicuri sul perseverare o no tutta la vita in tale decisione. Ed è per questo che titubano. Se le fondamenta della fiducia vengono però poste già nella famiglia, Dio chiama e dà una vocazione e non lascia nessuno solo di coloro che si decidono per lui, allora è più facile prendere la decisione. Forse può servire d’esempio la via scelta da Péter Csermák per prendere la decisione, come l’ha descritta nelle parole di ringraziamento. “Si deve aver fiducia nello Spirito Santo, che dona la grazia corrispondente.”

csermak6

Fonte: www.schoenstatt.de. Tutte le fotografie: Heinrich Brehm, schoenstatt.de
Originale: Tedesco Traduzione: Maria Dolores Congiu, Roma, Italia

Tags: , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *