Postato su 2009-11-30 In Santuario Originale

Volontariato: un viaggio per il mondo

Dopo il loro volontariato all'estero, 17 giovani donne si sono incontrate a Schoenstatt. - Fotos: StockingerMagdalena Stockinger. Dopo il loro volontariato all’estero, 17 giovani donne si sono incontrate a Schoenstatt. Tutte hanno lavorato in un Centro di Schoenstatt in differenti luoghi e ciascuna ha esperienze da raccontare. Il fine settimana si è convertito, perciò, nella “Missionhaus” (Casa della Missione) in un commovente ed emozionante viaggio personale attraverso i paesi del mondo, dove si sono recate come volontarie.

 

C’è tanto da raccontare che non so da dove cominciare…

ciascuna delle 17 volontarie consegna il simbolo che ha scelto per rappresentare il suo periodo di volontariato.Nell’auto con altre tre volontarie, ci siamo rese conto che il tema principale della conversazione era il nostro soggiorno all’estero. “Finalmente posso parlare del mio volontariato con persone che sentono come me”, Io guido e al lato mio siede Jacqueline, che ci racconta il suo commovente viaggio nella Repubblica Domenicana, del suo lavoro in un centro di alimentazione di bambini in una disastrosa condizione di denutrizione, delle lezioni che dava di tedesco, perfino ad alcuni minori di un anno, e della sua storia come aiutante di medici in ospedali in pessime condizioni igieniche. Quando ci racconta che al ritorno in Germania aveva dovuto sottomettersi ad una prova del Sida, ci siamo veramente rese conto della serietà della situazione. Grazie a Dio il risultato è stato negativo. È, invece, positivo il racconto di Marianne che ci descrive un viaggio in America del Sud; Argentina, Uruguay, Brasile, Cile, Paraguay, mentre siamo bloccate dal traffico di una superstrada congestionata. Marianne si è sentita sempre “figlia prediletta di Dio”, giacché ha potuto viaggiare seguendo le orme di Padre Kentenich. Anche Domenica, la nostra guida non solo ci diletta con buonissima musica cilena, bensì anche con racconti delle sue esperienze nel Santuario di Bellavista a Santiago del Cile.

Ci siamo incontrate nell’origine, il punto di partenza

Finalmente siamo arrivate al Santuario Originale. Il nostro primo cammino ci ha portato qui, il luogo d’origine, dove tutto è cominciato. Oggi più che mai, siamo coscienti del vero significato di Schoenstatt. Sì, Schoenstatt è un Movimento internazionale e noi siamo qui nel punto di partenza.

Giunte alla Missionhaus, abbiamo ricevuto un affettuoso benvenuto impregnato di aroma latinoamericano. Man mano che altre volontarie arrivavano, erano accolte da applausi. Alcune di loro sono ragazze con cui durante mesi abbiamo condiviso giorno e notte in un periodo indimenticabile ed intenso della nostra vita. In mezzo alla confusione riconosco Maria, non solo per la sua maglietta della GMG, bensì anche per i ricordi del nostro raduno in Sydney, Australia. È incredibile che sia trascorso un anno, perfino mi pare che sia stato tutto un sogno.

Nessuna guida turistica potrebbe averci trasmesso tanto desiderio di andare in Messico

InterscambioTante cose incredibili per raccontare, e tante altre per sperimentare così il lavoro!. Le Sorelle Tabea e M. Angela di Milwuakee c’invitano a partecipare della presentazione, dove ciascuna delle 17 volontarie consegna il simbolo che ha scelto per rappresentare il suo periodo di volontariato. Alla fine della presentazione si trovano collocati intorno ai vasi con le bandiere nazionali, più di 17 diversi oggetti: alcuni curiosi come il rosso drago di legno che ha portato Gabi dal Messico o la figura del Santo Bambino che ha portato Annika dalle Filippine, ma anche alcuni oggetti molto familiari come santuari o croci dell’unità. Quando Anna si presenta con una sciarpa e ci parla del suo progetto a Calcutta, in cui durante tutto l’inverno hanno distribuito sciarpe gialle ai bambini della strada, mi rendo conto di come quest’Incontro si va convertendo in un viaggio per il mondo.

Apollina, Simone e Gabi si presentano accompagnate da belle canzoni in inglese e spagnolo con un dettagliato racconto intorno al loro soggiorno in Messico. Nessuna guida turistica avrebbe potuto trasmetterci tanta voglia di andare in Messico, come lo hanno fatto loro attraverso un Power Point con belle fotografie del loro viaggio. Non solo il desiderio di viaggiare e conoscere altri paesi sono stati i motivi principali del nostro volontariato, bensì il volere offrire il nostro aiuto e così contribuire al lavoro che realizzano le Sorelle con queste persone. E l’abbiamo compreso, quando Apollina, Simone e Gabi ci hanno raccontato tra le lacrime quanta dedicazione avevano offerto a Caro, una bambina con leucemia, che avevano conosciuto nell’orfanotrofio. Spesso è tanto difficile poter accettare, che noi da qui non possiamo fare niente per risolvere i problemi che devono affrontare le persone che sono restate là a lavorare.

IndiaNonostante tutto o per meglio dire esattamente per questo, alla fine del giorno infinitamente grate ci siamo recati al Santuario, dove Suor Tabea ci ha regalato una cartolina con tre uccelli che formano un sorriso con la frase: “Non vi dimenticate mai di amare”.

Evviva Cile

Naturalmente poi siamo rimaste a conversare fino a tarda notte. Ma ancora abbiamo molto ancora da raccontare. Il giorno seguente, Suor Tabea continua essendo ottimista e comincia la riunione del mattino dicendo: “È un buon segno che ci sia difficile poter tacere”. È giunta l’ora del lavoro individuale e ciascuno si concentra nelle domande del tempo prima del volontariato. Come si vede oggi il circolo di amicizie? Perché ho scelto questo paese?

Specialmente nella seconda parte, quando con l’aiuto di 5 domande ci tocca concentrarci nel tempo durante il volontariato e mentre molti ricordi e dettagli giungono alla nostra mente, mi accorgo di quanto sia importante questa riunione dopo il nostro ritorno a casa per non dimenticare tutti i sentimenti, le esperienze e le conquiste personali che abbiamo vissuto durante questo periodo. I ricordi e le esperienze di momenti meravigliosi sono tanto importanti quanto i ricordi negativi e le delusioni. Anche la pausa dopo il pranzo ci dà tempo, ad esempio, di recarci al Santuario in cerca di un momento di riflessione o per ammirare gli album di fotografie delle altre volontarie.

Dopo il caffè, il nostro giro per il mondo salta dalla gran città in Messico fino a Temuco. Sulla giacca di Marion e Rafaella c’è scritto: Evviva Cile! Solo un segno di più del grand’impatto che ha causato in loro il suo soggiorno in questo paese. Pur essendo lontane da casa, il Natale è stato un momento culminante per entrambe. L’intensità della fede, che hanno sperimentato in Cile le ha impressionate non solo in questo giorno festivo, bensì anche nel loro lavoro con i bambini dell’asilo o della 1ª elementare, mentre pregavano il rosario.

Francesca e Domenica hanno lavorato come volontarie in Cile nella città di Santiago, 700 Km. al nord di Temuco. Dovevano aiutare nelle pulizie il mattino e il pomeriggio occuparsi dei bambini nell’orfanotrofio. Oltre ad ammirare moltissimo le fotografie di preziosi piccoli bambini dell’asilo nido, siamo rimaste colpite dalle foto dell’accampamento di bambine e ragazze durante le vacanze con circa 800 partecipanti. Il rapporto e il contatto con i giovani di Schoenstatt è stato fantastico, intorno al Santuario c’era sempre vita e mai ci si poteva sentire sole. Anche Domenica e Francesca hanno fatto qualche viaggio: prima con le missioni Familiari e poi un viaggio personale ai 15 dei 20 Santuari in Cile.

Fermiamoci ancora un po’ in Santiago, e ascoltiamo il racconto di Nicola e Anna. Dall’altra parte della Capitale hanno aiutato i bambini della 1ª elementare lavorando con i maestri, ma soprattutto dedicandosi ai bambini con molto amore e cura. Guardare il sorriso di quei bambini aiutava a ricuperare le forze, nonostante le deprimenti immagini di quelle creature in mezzo alla spazzatura, o durante il progetto di Calcutta. Che bene fa ascoltare tutto questo! Sì, il volontariato può regalare a ciascuno un atteggiamento nuovo per affrontare con equilibrio la vita.

Nelle Filippine

InterscambioNon meno grande è la miseria nell’altro lato del Pacifico: AnniKa ci parla del suo lavoro nel calore di Cebú nelle Filippine. Spesso durante la consegna di donazioni che lei faceva, centinaia di bambini aspettavano ore in una fila lunghissima per ricevere un gelato o uno spazzolino da denti. Annika ha trascorso molto tempo giocando a memory con le Sorelle, o pulendo camere, fabbricando rosari, attività che non erano meno divertenti. Da lì ha continuato il suo volontariato a Mulgoa, (Sidney), dove per due mesi ha aiutato le Sorelle in cucina e pulendo le stanze degli ospiti, come la sua amica Maria. Senza dubbio Annika si sente ugualmente orgogliosa, nonostante le partecipanti non fossero 800 come in Cile, ma solamente 30.

Bambini, bambini e più bambini

Probabilmente Andrea si sarebbe sentita più che soddisfatta con 30 bambine, perché al mostrare le foto commentava che le Sorelle di Maria in India hanno molto poco contatto con i pellegrini e che quasi non c’è Movimento di Schoenstatt. Un’esperienza totalmente differente a quella dell’America del Sud o dell’Australia. Andrea aveva trascorso il suo periodo in India, aiutando nella pulizia, dando lezione di flauto alle candidate, lezioni d’inglese ai bambini dell’ultima classe dell’elementari. Teneri bambini in divisa ci sorridono, e Andrea raggiante ci saluta davanti al Taj Mahal.

InterscambioMarianne, Sandra e Anna si sono occupate nell’America del Sud soprattutto dei bambini. “Bambini che altrimenti mai avrebbero sentito la tenerezza di un abbraccio”, spiega Anna. Questa frase m’impressiona e mi resta impressa per non sentirmi sempre tanto importante…..La domenica le tre ragazze vendevano perfino 80 torte ad un interminabile richiesta dei pellegrini nel bar accanto al Santuario. Quest’esperienza ci potrebbe aiutare ad avere un poco più di pazienza la prossima volta che ci tocchi fare una fila per comprare qualcosa.

Che cosa ha per me più valore ora?

All’entrare alla cappella del Padre Fondatore ci siamo a poco a poco tranquillizzate. Un’atmosfera meravigliosa circonda il luogo. dove ciascuna confida al Padre quello che porta nel cuore, perché vuole ringraziare e per chi vuole pregare. Un momento indimenticabile durante questo fine settimana.

Il sabato è terminato con la Santa Messa, e la domenica è cominciata con la Santa Messa in ringraziamento nella Chiesa dell’Adorazione. Poi ci siamo di nuovo riunite nella Missionhaus per una riflessione individuale aiutate da alcune domande (“che cosa voglio ricordare del mio volontariato?”), (che cosa ha cambiato in me?), concentrandoci nel periodo dopo il volontariato. La risposta alla domanda: “Che cosa ha più valore per me ora” ciascuna la deve riassumere in una sola immagine. Appaiono, perciò, molti santuari o dei soli che rispecchiano la gioia e il calore nei cuori sudamericani. Domenica cita P. Kentenich per rappresentare la sua scena finale: “È esattamente quello che io volevo”. Simone ha espresso una sola parola: Incredibile!

GruppoQuanta ragione ha Simone! Per completare l’Incontro ci manca solo una valutazione personale degli aspetti positivi e negativi del tempo prima del volontariato. La gioia ancora domina chiaramente l’ambiente di questo fine settimana che sta per terminare. O che realmente sta per cominciare? Non è forse che il nostro volontariato ci ha cambiato e ci ha fatto maturare sufficientemente, perché attraverso la nostra personalità ci accompagni ogni giorno? Solamente chi ottenuto sorpassare gli alti e bassi di un’esperienza simile, sa quale impronta ha lasciato quest’esperienza vissuta nella nostra vita…

Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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