Postato su 2016-02-03 In Riflessioni e opinioni

Un uomo straordinario – al servizio anche di Schoenstatt

Oskar Bühler – Per la ricorrenza del Centenario di nascita del Prelato Wilhelm Wissing (1916-2016) il 31 gennaio •

“Ma che giovincello ci hanno mandato i Vescovi?” fu la domanda rivolta dal Cancelliere tedesco Dr. Konrad Adenauer ad uno dei suoi ministri, dopo che il nuovo Direttore dell’ “Ufficio cattolico” – rappresentanza dei Vescovi tedeschi presso il Governo e il Parlamento di Bonn – si era presentato a lui. Il nuovo direttore era l’ex-Curato Federale del Movimento Cattolico Gioventù Rurale, Wilhelm Wissing, sacerdote della Diocesi di Münster, che aveva allora 42 anni di “anzianità”, anzi, no, di “gioventù”. Un anno più tardi lo stesso Cancelliere dirà allo stesso ministro: “Il Wissing non è privo di pietà religiosa, ma capisce qualcosa anche del mondo.” Ricordandogli il suo giudizio di un anno prima, Adenauer non voleva averlo mai detto.

Chi era Wilhelm Wissing?

IMG_20160121_0002 abIl 31 gennaio ricorrono 100 anni dalla nascita del Prelato Wilhelm Wissing. Chi era Wilhelm Wissing? Qual è il motivo per cui lo ricordiamo in questa sede? Alcune indicazioni chiave: Successore di Karl Leisner come Dirigente diocesano di “Giovane Schiera”, (Jungschar) della Diocesi di Münster – Padre spirituale della gioventù e stretto collaboratore del Relatore per l’Assistenza spirituale, Heinrich Tenhumberg – Curato Federale della Gioventù Rurale e Fondatore dell’Accademia ‘Klausenhof’ – Direttore dell’’Ufficio cattolico / Commissariato dei Vescovi tedeschi’ a Bonn – Direttore dell’Opera missionaria cattolica “missio” di Acquisgrana; inoltre alcuni compiti accessori, quali p. es.: Direttore spirituale dell’Istituto-Donne di Schoenstatt – Assistente del Vescovo Dr. Josef Höffner, in qualità di “Moderator et Custos” dell’Opera di Schoenstatt – Amministratore Apostolico dell’Opera di Schoenstatt – Primo Superiore Generale del neo-fondato Istituto Secolare dei Padri di Schoenstatt – Consultore della Congregazione per i Religiosi nell’ambito degli Istituti Secolari.

“… che il mondo non finisce ai confini della Germania”

Ciò che ha formato Wilhelm Wissing – oltre alla casa paterna di Köckelwick/Vreden – è stato soprattutto il Movimento gioventù cattolica degli anni ’30. Lavoro ecclesiale con i giovani significava a quei tempi stare inevitabilmente in controversia e in conflitto con il Nazional-socialismo. Wilhelm Wissing si impegnò molto presto nel lavoro giovanile cattolico di ‘Giovane Schiera’ (Jungschar). Gli fu di grande esempio Karl Leisner, primo Dirigente diocesano di Giovane Schiera della Diocesi di Münster e più tardi Martire di Dachau. In un’ampia intervista della sua città natale, Vreden, il 73enne ricorda che “Negli incontri di Vreden, egli ci ha fatto vivere, soprattutto a mano dei passi della Scrittura, ciò che egli stesso descriveva nel suo diario: ‘Cristo è la mia passione.’ … Le situazioni spesso non facili nella Gioventù di Vreden non sarebbero state superate senza lo slancio di Leisner, senza il suo entusiasmo e la sua prontezza ad aderire al dolore, rischiando il massimo con lo Stato. Egli detestava il falso sistema e lo diceva apertamente davanti ai dirigenti”. E inoltre: “Devo dire che nelle ore dei giovani, quando egli si trovava da noi e spiegava la Sacra Scrittura, raramente ho sentito di meglio o vissuto qualcosa di più allegro. Nelle sue esposizioni, Karl Leisner ci raccontava anche della più grande Germania e dell’Europa. Illustrava con entusiasmo i suoi viaggi, come p. es. attraverso le Fiandre o la Svizzera. In un’epoca che era talmente alle strette del nazionalsocialismo, ci ha conservato il nostro punto di vista sul fatto che il mondo non finisce ai confini della Germania. Egli aveva percorso paesi del vecchio continente e non eravamo mai sazi di ascoltare queste cose. E ne nacque persino l’entusiasmo per l’Europa.” Nell’autunno del 1936, Wilhelm Wissing subentrò a Karl Leisner nella carica di Dirigente diocesano di Giovane Schiera. Egli non aveva davanti a sé tempi facili. Ha ottenuto la licenza liceale solo perché è stato chiamato agli esami orali il giorno in cui non era presente il sostituto dell’ispezione scolastica statale, anche se alfabeticamente doveva essere esaminato solo al terzo giorno.

Per quanto riguarda il periodo militare, Wilhelm Wissing racconta che a salvargli la vita è stata una malattia. A causa di questa malattia fu rimandato indietro dal fronte, mentre una gran parte dei suoi camerati trovò la morte sotto la pioggia dei proiettili nemici. Il suo commento: “Dio non fa altro che predisporre.”

A partire dalle persone concrete

Dopo l’ordinazione sacerdotale – 21 dicembre 1946 – Wissing fu per tre anni cappellano a Coesfeld. Il lavoro con la gioventù che organizzo là gli valse la raccomandazione per ‘qualcosa’ di più elevato; nell’Ottobre del 1949 diventò Padre spirituale diocesano della Gioventù maschile della Diocesi di Münster. Già a Coesfeld aveva riconosciuto che è necessario sviluppare una chiara concezione del lavoro con la gioventù. Ora ne aveva la possibilità. In stretto contatto con il Relatore per la Pastorale, Heinrich Tenhumberg – si conoscevano già dalla gioventù – ne fu sviluppata una concezione che in parte metteva altri accenti rispetto alla sede centrale di Düsseldorf del Prelato Ludwig Wolker. Mentre qua ci si voleva attenere unilateralmente alle strutture ecclesiali (“Gioventù Parrocchiale”), Tenhumberg e Wissing partivano dal principio che gli interessi dei 17-18enni sono improntati fortemente alla vita professionale. Partendo da queste riflessioni, nacque il Movimento Cattolico Gioventù Rurale (KLJB) alla cui fondazione aveva partecipato decisamente Wissing. Questa concezione venne incontro anche alla Gioventù Lavoratori Cristiani (CAJ) e all’Opera Kolping, ancora fortemente orientata all’artigianato.

Anche questo lavoro di strutturazione a livello diocesano valse a Wilhelm Wissing come raccomandazione per ‘qualcosa di più alto’: nel 1952 fu designato Curato Federale del Movimento Cattolico Gioventù Rurale. Qui si trattava ora di tradurre a livello federale il concetto sviluppato a Münster. Il fulcro di questo lavoro quinquennale era la fondazione dell’Accademia Klausenhof (www.akademie.klausenhof.de).

L’idea di una solidarietà internazionale

1980_Wilhelm Wissing abAncor prima dell’ultimazione di questo lavoro, Wilhelm Wissing fu scelto nel 1958 per un nuovo compito dalla Conferenza Episcopale di Fulda – come si chiamava allora la Conferenza Episcopale Tedesca: diventerà Direttore dell’Ufficio cattolico di Bonn. Ciò implicava un cambiamento dall’assistenza spirituale alla politica. E questo per uno che aveva detto di se stesso di non essersi particolarmente interessato fino ad allora ad un impegno politico. Ma le domande che pose ai vescovi, all’inizio della sua attività, riguardo alla concezione del suo Ufficio, testimoniano assolutamente le capacità che lo avevano raccomandato per questo compito.

Il lavoro in questa nuova posizione era estremamente vario. Qui si metta in evidenza solo un punto chiave. Era il periodo in cui l’Episcopato tedesco prendeva coscienza – di fronte al ‘miracolo economico’ nascente – della sua responsabilità internazionale come Chiesa e preparava la fondazione delle opere di soccorso MISEREOR (“Contro fame e malattia nel mondo”) e ADVENIAT (“per le necessità di assistenza spirituale in America Latina”). Contemporaneamente, nell’ambito della politica, fu scoperto come nuovo compito ‘l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo ’ (Entwicklungs-hilfe); Come succede spesso nella politica, la questione intorno al proprio tornaconto economico svolgeva in questo contesto un ruolo non indifferente. È stato Wilhelm Wissing a riconoscere l’opportunità – attraverso la cooperazione dell’Aiuto Pubblico di Chiesa e Stato – di conseguire non solo maggiori effetti, ma di orientare anche gli obiettivi dell’Aiuto Pubblico dello Stato non tanto al proprio tornaconto economico, quanto di mettere in primo piano l’impegno per la persona umana nella sua dignità e i suoi bisogni. Wissing descrive lo sviluppo della sua idea come segue:

“L’Aiuto alle persone sofferenti del terzo mondo fu uno dei grandi compiti che l’Ufficio cattolico … affrontò di sua iniziativa … L’idea di una solidarietà internazionale si doveva realizzare nella Repubblica Federale Tedesca anche attraverso la collaborazione di Chiesa e Stato. Bisogna ammettere che per entrambe le parti fu una strada insolita, bisogna ammettere che per entrambe le parti fu un rischio. All’inizio non sapeva nessuno di preciso come si sarebbe svolta questa collaborazione né quali ostacoli si sarebbero presentati né come si sarebbero potuti rimuovere.” Nelle sue memorie, Wissing descrive esaurientemente i tanti e molteplici colloqui e trattative che furono necessari per avviare questo disegno e formarlo a strumento utile e duraturo per un Aiuto Pubblico a misura d’uomo. Ciò che fu avviato allora da Wilhelm Wissing e sviluppato in modo avveduto e ponderato, è sopravvissuto alle diverse coalizioni e costellazioni politiche ed è oggi ancora una strada significativa dell’aiuto comune allo sviluppo di Stato e Chiesa. È l’opera di Wilhelm Wissing, come scriveva il Ministro degli Esteri Schröder nelle sue congratulazioni per il 50mo compleanno: “Gli effetti benefici dell’Aiuto pubblico allo Sviluppo da parte della Chiesa, promosso dallo Stato, sono in gran parte il risultato della Sua attività.”

Un compito supplementare: Schoenstatt

Wissing - Kentenich acNel periodo della sua attività come Direttore dell’Ufficio cattolico cadde anche il suo impegno per il Movimento di Schoenstatt, come compito “in più, assunto volontariamente”. Come si era giunti a ciò, Wissing lo ritrae nelle sue memorie che ha scritto nel suo ultimo anno e mezzo di vita: “In uno dei nostri incontri di ogni quindici giorni egli mi chiese [= Cardinal Frings, l’allora Presidente della Conferenza Episcopale di Fulda], se ero disposto ad assumermi un altro compito di carattere più pastorale, ossia la codirezione e assistenza spirituale dell’Istituto Secolare ‘Donne di Schoenstatt.’ Iniziava così per Wissing una serie di compiti che richiedevano un “Diplomatico credente”.

Schoenstatt – era per Wissing un campo di lavoro finora sconosciuto. Talvolta l’avrà sentito probabilmente come un “terreno minato”. Due Visitazioni ecclesiastiche – una episcopale e una papale – avevano portato l’Opera di Schoenstatt in una difficile situazione: nel 1951 il Fondatore era stato mandato dal Sant’Uffizio in esilio negli Stati Uniti; quest’autorità ecclesiastica suprema cercava di esercitare influsso – attraverso il Generale dei Pallottini, costituito dal Sant’Uffizio nel 1953 – sulle diverse comunità dell’Opera di Schoenstatt. Schoenstatt doveva svilupparsi non nel senso del Fondatore, ma nel senso del Visitatore. Padri Pallottini che lavoravano nel senso del Fondatore furono dimessi dal Movimento di Schoenstatt. Altri Pallottini e anche sacerdoti all’esterno del Movimento di Schoenstatt dovevano entrare nella direzione delle Comunità di Schoenstatt.

Che nel caso dell’Istituto-Donne di Schoenstatt si fosse giunti al Prelato Wissing, può aver avuto a che fare con il suo buon rapporto con il Vescovo Ausiliare Heinrich Tenhumberg. Così era anche predesignato, che Wissing non si lasciasse semplicemente coinvolgere nel senso inteso. Egli capì la situazione e dalla parte di Schoenstatt si ebbe fiducia in lui.

Per Schoenstatt un ‘colpo di fortuna’

Allorché, durante il Concilio Vaticano II (1962-1965), si svolsero intensi colloqui da parte di Schoenstatt – prevalentemente del Vescovo Ausiliare Heinrich Tenhumberg, ma anche del Vescovo Adolf Bolte – con i diversi Uffici della Curia Romana e verso la fine della seconda sessione si profilava una soluzione della questione schoenstattiana (non ancora della questione del Fondatore), l’attenzione fu rivolta nuovamente a Wilhelm Wissing. La soluzione che si profilava all’orizzonte era stata decretata il 3 dicembre 1963, con una lettera della Congregazione per i Religiosi all’allora Vescovo di Münster, Dr. Joseph Höffner. In essa si legge: “1. Il Reverendissimo P. Albers O.P. viene nominato come Delegato di questa Sacra Congregazione, affinché esamini la situazione attuale dei diversi raggruppamenti di Schoenstatt e ne faccia comunicazione. 2. Vostra Eccellenza viene nominato Moderator et Custos di tutta l’Opera di Schoenstatt, fino a quando è portato a termine il mandato del Rev.mo P. Albers O.P. 3. Per poter adempiere meglio questo compito, Vostra Eccellenza voglia prendere come assistente e delegato il Rev.mo Don Wilhelm Wissing…“ (H. Tenhumberg, Diario del Concilio 03.12.1963). Il Prelato Wissing aveva così un mandato ufficiale per intervenire nella “Causa Schönstatt”. Questo mandato gli apriva anche le porte degli Uffici competenti della Curia Romana. Per Schoenstatt, questa nomina fu un ‘colpo di fortuna’ – ed egli stesso direbbe, pienamente nel nostro senso, ciò che soleva dire spesso: “Dio non fa altro che predisporre.”

Scopo del suo lavoro, al servizio del “Moderator et Custos”, era di ottenere l’indipendenza e l’autonomia dell’Opera di Schoenstatt nei confronti della Società dei Pallottini, mentre la difficoltà principale consisteva nel fatto che la Direzione dei Pallottini di allora lo voleva impedire assolutamente. L’auspicata indipendenza di Schoenstatt fu espressa, con Decreto del 6 Ottobre 1964, dalla Congregazione per i Religiosi e annunciata il 18 Ottobre a Schoenstatt, durante la Celebrazione del 50mo di Fondazione, dall’Amministratore Apostolico nominato in questo decreto; quest’Amministratore Apostolico era il Prelato Wilhelm Wissing.

Fino al limite delle forze

Questa nuova posizione – egli aveva accesso diretto al Papa ed era direttamente responsabile verso di lui – dava a Wissing la possibilità di portare avanti le complesse questioni in sospeso intorno a Schoenstatt. Facevano parte di questi problemi:

  • La situazione nel luogo di Schoenstatt – il Santuario Originale era proprietà della Società dei Pallottini,
  • La situazione e il futuro dei Padri Pallottini che volevano impegnarsi, nel senso del Fondatore, per lo sviluppo dell’Opera di Schoenstatt o che vedevano in ciò la loro chiamata, e legata a ciò la formazione di una comunità che nell’Opera di Schoenstatt subentrasse alla Società dei Pallottini ormai separata,
  • e non per ultimo l’esilio ad oltranza del Fondatore, per il quale era ancora competente il Sant’Uffizio.

Nel suo diario del Concilio, il Vescovo Ausiliare Tenhumberg commentò questa nomina con le seguenti parole: “Il Prelato Wissing è pienamente consapevole della gravità del compito che gli incombe, ma è disposto ad assumerselo per il bene della causa, tanto più che nel periodo della sua attività come Assistente generale dell’’Istituto-Donne di Schoenstatt’ e come Assistente del Vescovo Höffner per tutta l’Opera di Schoenstatt, ha potuto fare l’esperienza che si tratta di un’opera assolutamente significativa per la Chiesa”. (11.10.1964) Wissing si mise all’opera con slancio e abilità e soprattutto con un impegno che richiedeva – aggiunto al lavoro quotidiano di Bonn – le sue ultime forze. “Era un lavoro” scrive Wissing stesso “che richiedeva molto tempo, molta composizione tipografica, unito ad un’infinità di colloqui in Germania, Svizzera e Roma. Ci sono stati tempi in cui prendevo l’aereo per Roma tre volte al mese – volo di andata il venerdì e di ritorno il lunedì mattina – per riprendere le trattative e l’attività vera e propria di Bonn.” Nel Diario del Concilio del Vescovo Ausiliare Tenhumberg si può leggere che i collaboratori di Bonn si preoccupavano per la salute del loro capo; una volta il suo sostituto chiese espressamente di voler togliere di nuovo a Wissing il compito di Schoenstatt, perché era totalmente sovraccarico e la sua salute in pericolo. (05.12.1965)

Sul contenuto del suo lavoro, Wissing ha lasciato scritto nelle sue memorie: “Il mio confronto con il Sant’Uffizio riguardava soprattutto due questioni: la questione dell’obbedienza e la questione del carisma. E in effetti, Padre Kentenich sosteneva una concezione di obbedienza che aveva un carattere più familiare e non corrispondeva alla solita concezione della Chiesa. [P. Kentenich usò in questo contesto il termine “obbedienza familiare” – O.B.] E nella questione del carisma c’era dietro il sospetto che egli stimasse la sua missione più altamente della missione della Chiesa e che avesse lui personalmente l’ultima parola. Ho potuto chiarire questi problemi nel corso di molti colloqui ed interventi, tanto che non c’era più nulla che ostacolasse il ritorno del Fondatore.”

Il tema Kentenich

Eppure dovevano ancora emergere altre difficoltà: Il Prelato Wissing aveva ottenuto presso il Sant’Uffizio che Padre Kentenich fosse chiamato a Roma presumibilmente in ottobre 1965 – quindi durante la quarta sessione conciliare. Tuttavia, il primo giorno di questa sessione, il 13 Settembre 1965, si interpose qualcosa che cambiò di molto la situazione e lì per lì la comprometteva pesantemente: Padre Kentenich aveva ricevuto un telegramma, il cui contenuto gli comunicava di recarsi immediatamente a Roma, firmato dal Vice-Generale dei Pallottini. Il 17 settembre, quando egli giunse a Roma nella Casa Generalizia, ricevette l’informazione che da lì nessuno gli aveva mandato un telegramma. La provenienza del telegramma non poté essere chiarita, nonostante le intense ricerche disposte da parte di Schoenstatt, sia a Roma che a Milwaukee. La confusione era grande. E nella Curia Romana affiorarono sospetti, che gli Schoenstattiani o persino Padre Kentenich stesso, potessero aver mandato il telegramma. Qui era richiesto l’Amministratore Apostolico. In molti colloqui – sostenuto fortemente dal Vescovo Ausiliare Tenhumberg – egli poté fugare questi sospetti. Inoltre dovette impedire che Padre Kentenich fosse rimandato a Milwaukee (cosa che era stata già deliberata dai Cardinali del Sant’Uffizio) e svolgere a questo scopo numerosi colloqui. Il 20 Ottobre i Cardinali del Sant’Uffizio deliberarono di passare la Causa Kentenich alla Congregazione dei Religiosi, che ebbe per effetto che Padre Kentenich è un uomo libero; il 22 ottobre Paolo VI ha confermato e messo in vigore questa delibera. In questo sviluppo animato dei fatti, incluso il telegramma non chiarito, Padre Kentenich vide una predisposizione della divina Provvidenza: l’Amministratore Apostolico poteva solo concordare con lui: “Dio non fa altro che predisporre.”

Superiore Generale dei Padri di Schoenstatt

Oltre ai colloqui per la soluzione della Causa Kentenich, c’era da trattare ancora su molte altre questioni. Nel luglio del 1965 era stato già fondato, dopo molte trattative, l’Istituto Secolare dei Padri di Schoenstatt. Wilhelm Wissing ne racconta i particolari e come d’improvviso avesse ricevuto un’altra carica:

“In esecuzione di questo decreto [del 6 ottobre 1964 – vedi sopra] mi sono fermato – dopo la convalescenza da una difficile operazione – quattro settimane a Roma e ho trattato giorno per giorno. E l’esito finale dimostra che il buon Dio ha umore: La nuova Comunità di sacerdoti era posta in essere, aveva statuti, era approvata, ma non c’era ancora un superiore. Il Cardinale responsabile mi istruì: ‘Non c’è a Roma nessuna comunità che non abbia un superiore. Ci deve essere un superiore, altrimenti non posso proporre al Papa questa Comunità’. Mentre per un attimo assistevo impotente, il Cardinale disse: ‘Dunque, io propongo che Lei diventi superiore in questa comunità’. La mia obiezione: ‘Non appartengo assolutamente a Schoenstatt, tanto meno ai sacerdoti e non ho la minima intenzione di aderirvi’. Allora il cardinale disse: ‘Al momento questo non ha importanza. O Lei dice sì o io archivio il caso e in pomeriggio non proporrò al Papa la fondazione ’. Così sono diventato da un momento all’altro anche Superiore di una Comunità di Sacerdoti di Schoenstatt.”

Santuario Originale

Nell’ambito di quest’articolo non si può esporre in dettaglio quanti singoli problemi e questioni ci furono da chiarire in molteplici colloqui: questioni sul luogo di Schoenstatt, questioni intorno ai Pallottini (in Germania, Svizzera, Cile) che volevano passare all’Istituto dei Padri di Schoenstatt, ecc. Sia qui menzionato un fatto speciale, caratteristico per Padre Kentenich e per il Prelato Wissing. Nel Decreto di Nomina ad Amministratore Apostolico c’era anche la delega al Prelato Wissing di poter nominare il Rettore del Santuario Originale di Schoenstatt, nonostante questo fosse proprietà dei Pallottini. Tra l’Amministratore Apostolico, il Presidente del Praesidium Generale, Vescovo Ausiliare Tenhumberg, e il Fondatore Padre Kentenich da una parte e il Generale dei Pallottini, Wilhelm Möhler dall’altra, era stato elaborato in lunghe trattative un modus vivendi intorno al Santuario Originale; in questo contesto era stato anche trattato, quale Padre Pallottino sarebbe stato nominato dall’Amministratore Apostolico come Rettore del Santuario. Dopo che queste trattative erano praticamente già chiuse e pronte per essere firmate, Padre Kentenich fece la proposta di rinunziare a mettere per iscritto gli accordi presi e lasciarne l’attuazione alla magnanimità di entrambe le parti, rinunziando quindi ad un ‘mezzo di pressione giuridico’. Questa proposta aveva per contenuto anche la richiesta all’Amministratore Apostolico di prendere le distanze dalla nomina di un Rettore del Santuario Originale, perché sarebbe una forte interferenza nei diritti di proprietà dei Pallottìni, che sarebbe stata sentita, per forza di cose, come umiliazione. Il Prelato Wissing accettò questa proposta, non rinunziando da una parte al suo diritto di nomina, ma praticamente non esercitandolo, per contribuire così nel senso di P. Kentenich ad un accordo di pace profonda nel luogo di Schoenstatt. Un segno, questo, del rapporto di fiducia che esisteva tra l’Amministratore Apostolico e il Fondatore di Schoenstatt. Purtroppo quest’accordo pacifico progettato non ha prodotto i suoi effetti nel periodo successivo.

Come Amministratore Apostolico dell’Opera di Schoenstatt, Prelato Wissing è stato in carica fino al 31 maggio 1966. Comunque continuò a restare legato all’Opera di Schoenstatt ed è stato – fino alla sua morte – Membro consultore del Praesidium Generale.

Missio

Nel 1967 il Prelato Wissing dovette porre fine alla sua attività nell’Ufficio cattolico a causa di una grave malattia. Solo nel 1969 si era ripreso in modo tale da potersi assumere un altro compito. Il suo nuovo campo d’azione era ad Aquisgrana la “Opera Pontificia della Propagazione della Fede”. Nell’ambito di quest’articolo, anche il solo esporre concisamente l’operato di Wissing ci spingerebbe troppo oltre. Concludendo, si accenni soltanto a come egli ha affrontato il nuovo lavoro ad Aquisgrana. Le parole rivolte ai collaboratori e collaboratrici gettano luce non solo sulla situazione d’allora dell’Opera Pontificia, ma anche sulla persona di Wilhelm Wissing e sul modo con cui ha risolto questo compito. Il suo collega pluriennale di Aquisgrana, Karl Höller racconta:

“Il nuovo Presidente invitò tutti i collaboratori e collaboratrici a raggiungerlo nella Cappella, lo spazio più grande del Centro Missionario di via Hermannstrasse, Aquisgrana, dove rivelò delle verità amare: La Pontificia Opera della Propagazione della Fede è una nave in naufragio. Le offerte per la Missione mancano in modo pauroso. Il numero dei membri diminuisce.

Le recenti Opere di Misereor e Adveniat, con i loro attrattivi temi di Aiuto sociale pubblico allo sviluppo e di Pastorale nell’America Latina, hanno lasciato dietro di sé, con grande distanza, l’Opera Missionaria che ha più di 130 anni con lo scopo di convertire i pagani.

‘Se non ricuperiamo a breve scadenza, attraverso propaganda per offerte e nuovi membri, come anche attraverso intenso lavoro di formazione’ – disse Wissing – ‘potete cercarvi un nuovo posto di lavoro ’.”

Che da questa POPF sia scaturita “missio” così come la conosciamo oggi, è stato merito di Wilhelm Wissing.

Non solo Schoenstatt gli deve grande riconoscenza!

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Fonti:
Wilhelm Wissing, Gott tut nichts als fügen. Erinnerungen an ein Leben in bewegter Zeit, pubblicato da Karl R. Höller, Mainz 2001.
Heinrich Tenhumberg, Beim II. Vatikanischen Konzil, Tagebuchnotizen 1962-1966 (pubblicato in parte da Joachim Schmiedl, Münster 2015.)

Originale: Tedesco. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

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