Postato su 2009-09-15 In Riflessioni e opinioni

La pasqua di Padre Giuseppe Kentenich fondatore del Movimento di Schoenstatt

Ora lo avremmo incontrato nel santuario del cuore ed avremmo imparato a stare accanto a lui e ad ascoltarlo in una maniera nuova - Foto: CrivelliP. Alberto Eronti. La data del 15 settembre suscita in me una serie di ricordi di quei momenti vissuti 41 anni fa. Il gruppo di studenti dei Padri di Schoenstatt aveva visto il Padre per l’ultima volta con vita poco prima del 15 settembre. La sua salute andava peggiorandosi lentamente e le Sorelle di Maria lo curavano con sempre più attenzione. Avevamo chiesto di salutare il Padre e ricevere la sua benedizione, in occasione del nostro pellegrinaggio a Cambrai (Francia), seguendo le orme di Giuseppe Engling

Padre Giuseppe Kentenich Padre Alex Menningen aveva proposto, per non stancarlo tanto, che ci recassimo sotto la finestra della sala in cui il Padre cenava, quando lui già aveva terminato. E così facemmo. Al giungere formammo un semicircolo sotto la finestra del secondo piano cominciando a cantare. Immediatamente il Padre aprì la finestra e si affacciò agitando la sua mano per salutare e sorrideva: lo si vedeva contento della nostra presenza. . Dopo aver pronunciato alcune parole c’impartì la benedizione per il viaggio. Intonammo un nuovo canto e il Padre scomparve alcuni istanti per poi affacciarsi di nuovo con una scatola di caramelle e cioccolatini. Cominciò a tirarceli, godendo della nostra gioia. Finalmente ci salutò agitando la sua mano e scomparve./p>

Alcuni giorni dopo, terminato il nostro soggiorno in Francia, la notizia arrivò come un fulmine. Il Padre è morto!. Ricordo che immediatamente mi sono recato alla Cappella della casa e mi sono inginocchiato. La commozione interiore e il dolore mi avevano sconvolto, sentivo un sentimento profondo di orfanità, di abbandono, di vuoto. L’uomo – il sacerdote e padre – con la cui persona e missione Dio aveva cambiato il corso della mia vita, già non c’era più, già non potevo ricorrere alla sua persona e alla sua parola, affinché illuminassero la mia vita e il suo fuoco conservasse acceso il mio. Il tempo passava ed io continuavo lì inginocchiato, contemplando l’Immagine della Madre, ricordando che Lei era il grand’amore del Padre. Improvvisamente, qualcosa cambiò in me. Già non era angustia, né vuoto, né orfanità quello che sentivo, bensì il dono di una presenza immensamente vicina: quella del Padre! Sì, già non avevo bisogno di chiedere udienza per vederlo e parlare con lui; ora era mio, intensamente mio e senza barriere. Era totalmente mio e totalmente di ciascuno dei suoi figli e delle sue figlie. Già non avrebbe avuto ostacoli per accompagnare ciascuno di noi, per guidare e proteggere, benedire e inviare all’apostolato la Famiglia, già era totalmente di tutti e di ciascuno. Ora lo avremmo incontrato nel santuario del cuore ed avremmo imparato a stare accanto a lui e ad ascoltarlo in una maniera nuova. La sua pienezza in Dio, lo faceva di tutti e sempre .

la tomba del Padre Kentenich, 15.09.2009A 41 anni dalla sua scomparsa, posso dare testimonianza che sento la sua presenza più piena, la sua parola più educatrice. La sua missione più fuoco. È una grazia averlo conosciuto personalmente, ma sarebbe stata una grazia sprecata se la sua vita di sacerdote e padre non fosse stato un impatto d’amore che mi ha marcato per sempre.

Al condividere questi ricordi lo faccio con la certezza che la vita s’infiamma con la vita. Che la vita del Padre infiamma quella di ciascuno della Famiglia di Schoenstatt conducendola ad un appassionato amore per Maria.

Traduzione: María Tedeschi, La Plata, Argentina

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