Postato su 2015-12-07 In Alleanza solidale con Papa Francesco

Chi ha protetto il Santo Padre è stata una ‘cintura’ (gruppo) di gente molto povera, che correva continuamente intorno all’auto papale, senza lasciare nemmeno un minuto solo il Papa

IN ALLEANZA SOLIDALE CON FRANCESCO, ACI Prensa e schoenstatt.org •

Il prefetto della Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli, il Cardinale Fernando Filoni ha affermato che nella Repubblica Centroafricana, chi ha protetto il Santo Padre è stato “un gruppo di gente molto povera, che correva continuamente intorno all’auto del Papa, e così lo hanno difeso da qualsiasi grave possibile pericolo”

Così lo ha detto il Cardinale dopo la visita del Papa in Kenya, Uganda e la Repubblica Centroafricana che è terminata il 30 di novembre. Il Cardinale ha fatto queste affermazioni all’assemblea plenaria della congregazione che presiede, riuniti a Roma.

“Secondo quanto dice l’agenzia vaticana Fides, il Cardinale italiano ha detto in un discorso improvvisato che, quello che si riferisce alla sicurezza, la mia esperienza è la seguente: sicuramente che erano presenti le forze di pace dell’ONU, la gendarmeria locale, le forze di sicurezza, ma quello che ha veramente protetto la visita del Papa, e non ha permesso nessuna minaccia, è stato l’entusiasmo e l’affetto delle persone che hanno circondato il Papa dall’arrivo alla partenza”.

Il Prefetto ha raccontato intorno al passaggio di Francesco per la Repubblica Centroafricana che “ancora prima di atterrare già si vedeva la distruzione delle case bruciate nei dintorni di Bangui”.

“Decine di migliaia di rifugiati che correvano verso la pista, perché tutto l’aeroporto è circondato da campi di rifugiati, e solo c’erano le forze di pace per garantire che la pista fosse libera”

“Tutto il mondo diceva che la Repubblica Centroafricana era una tappa difficile, infatti avevano raccomandato di non realizzarla”, ha commentato il Cardinale, ma la decisione del Papa ha avuto ragione nonostante le tante preoccupazioni umane e politiche.”.

Un gesto importante anche dal punto di vista ecclesiologico è stato l’apertura della Porta Santa in Bangui, un paese che è stato e continua essendo colpito da una violenza senza precedenti”, nel centro di un continente “che soffre per le tante guerre, guerriglie, corruzione e furti, ed inoltre è giovane nella fede e nell’entusiasmo”

Il Cardinale ha ricordato dopo accennare che con l’apertura della Porta Santa, Bangui si è convertito per un giorno nella capitale del mondo, e che il viaggio è stato faticoso ma molto incoraggiante.

“Il Papa sempre ripete che la preghiera dei poveri è quella che più lo sostiene nel suo lavoro. Anche in Africa diceva: pregate per me, affinché io possa essere un buon sacerdote e un buon vescovo, affinché possa compiere con il mio lavoro pastorale, come il Signore vuole”, ha concluso.

Non lasciare né un minuto solo il Papa

Il gruppo di gente povera. Alleanza solidale con Francesco. Non lasciare né un minuto solo il Papa, né nei suoi messaggi, né nei suoi gesti, né nelle sue richieste.

“Che prezioso fatto quello che ha vissuto il nostro caro Papa Francesco in Africa e l’idea nata in schoenstatt.org di accompagnarlo non solo con la preghiera, ma anche seguendo le sue parole, le sue proposte, facendo conoscere quello che ci dice… Non diventiamo tiepidi, è il gran pericolo e l’altro è cadere nell’attivismo puro che ci conduce allo stress e così non possiamo dare il nostro messaggio, né accendere il cuore…” commenta Tita Andras, da Vienna, Austria.

“Noi non siamo quella ‘cintura’ di gente che lo ha circondato fisicamente”, dice P Esteban Casquero di Coronel Dorrego, Argentina, “ma sì stiamo intorno al mondo e possiamo circondarlo come schoenstattiani…”

 

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Fotos: Antonio Spadaro SJ en Twitter

Originale: Spagnolo. Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata – Argentina.

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