Postato su 2015-10-02 In Alleanza solidale con Papa Francesco

Riguardando il Messaggio di Papa Francesco alla Famiglia di Schoenstatt – 2a parte: Pedagogia – Maria come Madre ed Educatrice”

Sarah-Leah Pimentel, Sudafrica

“ …Il cristiano non ha diritto ad essere orfano.[…] Noi abbiamo una madre.” (Udienza p. 20)

Per me, questa è probabilmente la frase più forte – dell’intero messaggio di Papa Francesco alla Famiglia di Schoenstatt – dello scorso anno.

Abbiamo una Madrenavidad14

Qualche volta ci si sente facilmente abbandonati. Per esempio, quando l’impresa chiude e i dipendenti vengono razionalizzati; quando una madre ha un figlio che è cresciuto separato dalla cerchia familiare e non viene mai a casa in visita; quando lo stesso figlio che ha voltato le spalle alla famiglia è ora molto superbo e si vergogna di tornare a casa; quando una relazione è infranta e sembra che il sole non splenda più nei nostri cuori; quando una persona anziana è dimenticata da tutti; quando una persona è consunta da profonda depressione.

Ad un certo punto della vita siamo tentati di sentirci orfani, completamente soli e disamati. Ed è proprio in questa desolazione che il Santo Padre ci infonde speranza. Persino il peggior criminale, giudicato agli occhi degli uomini indegno del cielo, ha una possibilità di entrare in cielo, in virtù della sua fede nelle cure materne di Maria, come Papa Francesco ci ha raccontato con la storia della Vergine dei Mandarini.

Cosa può esserci di più, dice Papa Francesco, di Maria che cammina accanto a noi ogni giorno della nostra vita, conducendoci sempre a Gesù e aiutandoci “con la forza dello Spirito Santo affinché Gesù nasca e cresca in noi.” (Udienza p. 20) Nel suo ruolo materno “…ci educa, … fa crescere, ci accompagna. Tocca le coscienze. Come sa toccare lei le coscienze, per il pentimento …”. (Udienza pp. 20-21)

Padre Kentenich vedeva la mano materna di Maria in ogni avvenimento della sua vita

Anche Padre Kentenich ha sperimentato la maternità di Maria in modo unico. Maria ha fatto le veci della mamma, quando questa non era più in grado di curarsi di lui. Egli racconta che nei momenti più bui della crisi di fede, da studente verso il sacerdozio, aveva superato tutto perché era certo di una cosa: che Maria era sua Madre e lo teneva per mano quand’era sconvolto interiormente. Ed è stata la stessa fiducia nella Madonna a conservargli la salute interiore durante l’isolamento nella prigione di Coblenza e più tardi nel campo di concentramento di Dachau.

Infatti, in ogni avvenimento della sua vita egli vedeva la mano di Maria che lo guidava. Ne è stato un esempio eccellente il suo ritorno a Schoenstatt dopo l’esilio di Milwaukee, di cui ha parlato alla Famiglia di Schoenstatt riunita nella “Marienschule” (Scuola delle Sorelle di Maria): “La Madonna mi ridona la Famiglia – che naturalmente ha vissuto sempre nel mio cuore – e che lei rimette ora nelle mie mani per formarla e plasmarla secondo i piani dell’Eterna Sapienza, per poi passare all’eternità e continuare da lì a guidare l’opera di una vita.” (24.12.1965, Discorso di saluto appena arrivato a Schoenstatt ).

Una Chiesa senza Madre è un orfanotrofio

Tuttavia, parlando del ruolo di Maria nell’evangelizzazione, Papa Francesco soggiunge che Maria non è solo madre per ciascuno di noi. Lei è anche Madre della Chiesa. Infatti, la Chiesa è descritta spesso come madre. Il Santo Padre mette in rilievo, che una Chiesa che è sana e sta veramente a servizio dell’umanità prende l’esempio dalle qualità materne di Maria e dal suo ruolo di via conduttrice per portare suo Figlio Gesù al Popolo di Dio. Papa Francesco ci mette in guardia dicendo che se Maria non è presente nella Chiesa, la Chiesa diventa un “orfanotrofio”.

È un’immagine molto forte. Una Chiesa che è un orfanotrofio è un luogo impersonale. È un luogo in cui si pratica solo il decorso della pastorale, senza dare particolare attenzione a ciascuno dei suoi membri, anzi trattandoli come una massa monolitica.

Al contrario, una Chiesa che è Madre è un luogo molto personale, dove ogni persona si sente di casa. Ognuno viene stimato per la sua storia unica, per la sua identità e il suo particolare percorso di santità. Come non possiamo restare indifferenti verso il Corpo di Cristo – sia come Gesù glorificato nell’Eucaristia che come Redentore sofferente in Croce – così non possiamo restare indifferenti alle ferite di ciascuno dei nostri fratelli e sorelle. Una Chiesa che prende l’esempio della dedizione e le cure di una madre, sa anche riconoscere che ciascun membro della Chiesa porta la sua croce che è unica, e il nostro ministero pastorale dovrebbe essere, come ha detto Papa Francesco all’inizio dell’Udienza, ‘corpo a corpo.’ (p. 14)

Schoenstatt: abbiamo il dono di una madre

Potremmo essere quasi tentati di pensare che sappiamo già tutto, che non ci sia niente di nuovo per noi … Dopo tutto è la nostra Alleanza d’Amore con la nostra Madre Tre Volte Ammirabile che caratterizza il nostro carisma schoenstattiano. Per questo motivo si corre pericolo che ci sfugga che Papa Francesco sta parlando anche a noi, chiamandoci a diventare modelli di Maria.

Da Schoenstattiani abbiamo un dono meraviglioso. Abbiamo una Madre. Ma non è soltanto la nostra Madre. La dobbiamo condividere. E lo facciamo già in tanti modi e la Campagna della Madonna Pellegrina è forse l’esempio più forte di come condividere Maria con le persone di tutti i ceti sociali. La nostra Madre è presente nel Santuario e diventa sorgente di grazia e di misericordia per tutti quelli che vengono a visitarlo. La pastorale penitenziaria di P. Pedro Kühlcke e le 100 Case in Paraguay sono magnifici esempi di come dare una madre a coloro che sono stati abbandonati dalla società.

Dove vuole andare ancora la Madonna?

Tuttavia, non dovremmo accontentarci troppo di ciò che hanno raggiunto singoli schoenstattiani. Dobbiamo chiedere a noi stessi: Dove vuole andare ancora la Madonna?

L’Europa si sta riempendo di migliaia di persone diventate orfane – lontane dalle loro comunità e culture e dai loro usi e costumi. Come possiamo, come Famiglia di Schoenstatt, offrire loro una dimora (spirituale e materiale) e dar loro una madre in mezzo ad un mondo nuovo e diverso?

Il Santo Padre ha già fatto il suo viaggio a Cuba. Lo stato di Cuba è stato fatto orfano e bloccato per decenni dal mondo occidentale. Poiché sta rientrando lentamente nell’economia globale e va di nuovo incontro ad un mondo con idee nuove e al ritmo accelerato delle tecnologie in evoluzione, potrà perdere molto facilmente il suo sistema di valori. Come possiamo aiutare il popolo cubano a restar fedele ai valori positivi? La Madonna Pellegrina è già lì, ma come possiamo aiutarla concretamente, nella sua opera di formazione e di evangelizzazione, a riportare i cubani a Cristo?

Dove sono gli altri territori inesplorati, dove possiamo dare una madre al mondo? Ci sono tante cose che possiamo fare nelle nostre piccole cerchie – come una giovane mamma di Città del Capo, che alcune settimane fa mi diceva di sentirsi spinta interiormente a creare un gruppo della Madre Pellegrina per mamme che educano da sole i figli, perché hanno bisogno di aiuto nel crescerli – come anche dove abbiamo la possibilità di portare Maria in ambienti orfani di madre, come governi, grandi imprese, organizzazioni umanitarie.

La nostra missione è dare al mondo una Madre.

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Il testo completo del messaggio di Papa Francesco al Movimento di Schoenstatt è disponibile come libro/E-Book CLICCA QUI

Originale: Inglese. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia

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