Kritik

Postato su 2020-11-19 In Kentenich, Riflessioni e opinioni

Lettera aperta alla redazione di schoenstatt.org

Di Inge Wilhelm, Germania •

Nelle ultime settimane continuo a seguire con crescente stupore alcuni articoli sulla pagina di schoenstatt.org. Le riflessioni formulate nell’articolo della redazione (non tradotto in italiano), sulla pubblicazione del libro della signora von Teuffenbach, mi hanno a dir poco sorpreso. E sono state completate dalla “Lettera aperta alla signora von Teuffenbach” di Paz Leiva (14.11.2020). L’articolo si conclude con un ringraziamento alla signora von Teuffenbach per il lavoro svolto. Come conclusione dice: “Meglio la verità, non importa quanto dura, che vivere nel dubbio e nel sospetto”. Questo mi ha lasciato di stucco!

Sì, si tratta della verità!

La signora von Teuffenbach è una storica della Chiesa, una professione che suggerisce una qualifica scientifica. In relazione all’apertura dell’archivio del pontificato di Pio XII, ha scritto un articolo su un giornale cattolico (Nota della redazione: Deutsche Tagespost del 2 luglio 2020) sulle accuse di abuso contro il fondatore del movimento di Schoenstatt, un rapporto per molti versi carente di standard scientifici. Le accuse da lei raccolte (che arrivano a segnalare casi di abusi sessuali) si basano su documenti che non sono indicati con precisione in modo che le loro citazioni possano essere verificate, né queste fonti sono collocate in un contesto più ampio. Inoltre, la sua relazione mi ricorda più lo stile della stampa scandalistica, che sotto lo slogan “il sesso vende” vuole aumentare la diffusione del giornale. Le accuse raccolte vengono confermate in un secondo articolo. Appare ora un libro con nuovi documenti, che pretende di essere “una pubblicazione esplicativa dei documenti trovati”. L’autrice dedica questa pubblicazione, secondo quanto ella stessa afferma, a Suor M. Georgina Wagner e alle sue coraggiose (sic) sorelle della comunità (citato da schoenstatt.org il 29.10.2020).*

A questo proposito, come storico, vorrei sottolineare quanto segue:

“Una pubblicazione esplicativa” dovrebbe utilizzare “strumenti” tecnici. Qualsiasi studente di un corso superiore di storia impara come devono essere trattati i testi che servono da fonte:

  1. Ad esempio, si deve spiegare il contesto storico in cui è stato redatto un documento, e il modo di pensare e le peculiarità linguistiche devono essere collocate nel loro sfondo temporale.
  2. Bisogna indagare sulla motivazione dell’autore: con quale intenzione è stato scritto il testo (nel caso concreto questo significa: cosa ha portato le suore a testimoniare contro P. Kentenich e quali sono state le ragioni?)
  3. Analogamente, la veridicità delle dichiarazioni deve essere verificata anche sulla base di altri documenti. “Audiatur et altera pars”, così la formulavano i romani (“anche l’altro deve essere ascoltato”).

Conclusione: in assenza di tali condizioni, tutte le altre interpretazioni e valutazioni di una fonte si basano su ipotesi e speculazioni e le accuse in essa contenute, in determinate circostanze, pregiudicano gravemente l’integrità della persona accusata (chiunque essa sia).

Facciamo un esempio innocente: se qualcuno ha come fonte solo il racconto della cacciata dei mercanti dal tempio (Mt. 21, 12-17), e non include nessun’altra analisi o confronto, può giungere alla conclusione, sulla base di quel racconto, che Gesù era un violento attaccabrighe, che metteva in pericolo la proprietà e la sicurezza di coloro che visitavano il tempio. Dal punto di vista dei venditori del tempio questa caratterizzazione negativa può persino essere peggiore.

Questo è esattamente ciò che fa la signora von Teuffenbach!

Difficilmente sorgerà in me un ringraziamento per questo a tale autrice.

Le seguenti constatazioni possono essere utili a questa discussione:

  • Le accuse contro P. Kentenich non hanno alcuna rilevanza penale.
  • Nessuna casa editrice di una certa rilevanza su temi teologici ha pubblicato il libro della signora von Teuffenbach. Questo è significativo.
  • Finora, nessuno dei documenti pubblicati contiene prove evidenti delle accuse in essi contenute.

Da questo si deduce:

  1. Ogni ulteriore speculazione su possibili “crimini” del fondatore è esclusa. Non è solo per la carta stampa che vale la presunzione di innocenza fino a prova contraria. Riflessioni come quelle presentate, sia negli articoli citati all’inizio, sia nell’articolo di Manuel de la Barreda Mingot del 13.11.2020 (non tradotto in italiano), mi sembra che mettano in discussione, senza necessità, l’integrità del fondatore.
  2. Prima di continuare a mettere in circolazione tentativi d’interpretazione, è necessario attendere il lavoro delle commissioni formate a Treviri e a Schoenstatt, che si sono impegnate a fare un esame critico delle fonti.
  3. Bisogna notare da un punto di vista autocritico che, a causa di un malinteso istinto di protezione da parte dell’istituzione della Chiesa e di alcuni dei suoi rappresentanti (vescovi, sacerdoti, religiosi), il Movimento di Schoenstatt ha impiegato troppo tempo ad affrontare i processi che circondano l’“esilio” del fondatore. Sono curiosa di vedere se non verranno alla luce scandali di altro tipo.
  4. Infine, ma non meno importante: naturalmente la domanda centrale che ci riguarda tutti è: cosa vuole dirci il Dio della vita con queste sfide? Quale messaggio di Schoenstatt viene di nuovo messo al centro dell’attenzione attraverso le pubblicazioni della signora von Teuffenbach? Possiamo trovare una risposta a questa e ad altre domande solo in un dialogo oltre i confini delle comunità. Per questo schoenstatt.org potrebbe/dovrebbe offrire una piattaforma.

Cordiali saluti

Inge Wilhelm


* L’autrice (tedesca) della lettera aperta cita qui il titolo ufficiale del libro, non un testo scritto da schoenstatt.org.
Nota: nel testo originale, l’autrice utilizza citazioni analogica degli articoli in questione. Per facilitare la ricerca abbiamo aggiunto i link (=citazione digitale). La responsabilità (anche giuridica) di tutte le dichiarazioni è esclusivamente dell’autrice. Prendiamo espressamente le distanze dalla squalifica dell’editrice scientifica Traugott Bautz GmbH, tra le altre cose editrice del “Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon”, nonché dalla messa in discussione della competenza scientifica della Dra. von Teuffenbach.

Originale: Tedesco,

Qui ecco la più recente dichiarazione della Presidenza Generale sull’argomento:

Non abbiamo paura della verità

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