Postato su 2013-01-19 In Kentenich

“Ora comprendo che coloro che non hanno desiderato essere vittime di Dio…”

CILE, Carmen M. Rogers. Poco tempo fa ho preparato con un’amica e compagna di scuola un “diario” con i ricordi e le biografie di ciascuna delle diplomate nell’anno 1962. È stata una preziosa opportunità di conoscere e volere più bene a ciascuna con le sue tante grandezze e debolezze. Il “diario” ha destato l’attenzione della mia amica, una conosciuta giornalista e scrittrice, al costatare che molte persone appartenevano al Movimento di Schoenstatt, completamente sconosciuto dalla maggioranza negli anni 60. Allora le ho regalato il libro “Ribelle di Dio” di Christian Feldmann, con la speranza che un giorno l’avrebbe letto…

Esta es su carta, un testimonio sobre nuestro Fundador y un tributo a su paternidad que pocos schoenstattianos habrían escrito con tal claridad y admiración.

“Oggi ho letto in spiaggia tra le ore 12 e le 20, il libro che mi hai regalato. Grazie, ora so più di te, della Manena, di Patito, dei suoi genitori, i suoi fratelli, la sua vedova, i miei nipoti…

Ti ripeto frasi: ”ero così orientato verso le idee e le mie attività, che non potevo permettere, che il mio cuore appartenesse a qualcuno…”, sembra purezza verginale, ma non lo è, è amore impersonale, culto alle idee, lontano dalla vita…

Mi ha risvegliato l’attenzione, che agli inizi del secolo XX si rendesse conto, che, come lui l’aveva patito, fosse il secolo dei figli senza padre.

Osserva quando afferma che si deve parlare in prima persona: “io voglio” e non parlare di che “si vuole”, e lo fa 50 anni prima che Fernando Flores scoprisse la teoria del linguaggio; perché è molto differente dire “io penso” a “si pensa” o “uno pensa”. Perfino l’”uno” gli toglie possesso e responsabilità.

Al non esistere le casualità, bensì le coincidenze che ti aiutano a sapere se si percorre un buon cammino, nella pagina 88 si riproduce una lettera, che lui scrive ad un moribondo, in cui gli parla della morte. Ieri, quando ti ho scritto la mail sulla pagina che mi avevi mandato, ero andata a visitare Gonzalo, che è stato colpito da un ictus cerebrale, che lo tiene da 6 mesi con gli occhi aperti, ma non pare che guardino, emiplegico, con tracheotomia, sonda per alimentarsi. Non si sa se ascolta: è solo la seconda volta che vado a vederlo. Sono rimasta a lungo, le ho preso la mano e ho conversato tra virgolette. Potrei pensare che a volte mi stringeva la mano, ma poi sua cugina mi ha detto che stringeva e apriva la mano, senza che si sappia con sicurezza che ascolta.

Ebbene, sempre si ha il dubbio, se quello che ho fatto per il meglio, sia giusto o no, e oggi il tuo profeta m’insegna che così deve essere.

Prendo per me questo della Bibbia; “al principio esisteva la parola”; di Goethe: “al principio esisteva l’azione”; e di Kentenich: “al principio esisteva il cuore”.

Invece di scoprire in che cosa ho peccato, cerco di sapere che cosa ho ottenuto. Io l’ho pensato più essenziale: in che cosa avrei potuto essere felice potendo esserlo.

Grazie, carissima, ora comprendo, che coloro che non hanno desiderato essere vittima di Dio, bensì contente, approfittando della vita che Dio ci ha dato, appartengono a Schoenstatt”


Traduzione: Maria Tedeschi, La Plata, Argentina

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