Postato su 2019-01-21 In opere di misericordia, Progetti

“Grazie per non averci dimenticati in un giorno così speciale!”

PARAGUAY, P. Pedro Kühlcke/mf

Natale in carcere? Una realtà triste per cento giovani nel Carcere minorile a Itagua, Paraguay, vicino al Santuario di Tupãrenda. Natale in carcere? Mentre gli altri risposano, cantano, mangiano bene e approfittano del tempo in famiglia e amici? Una pazzia, una pazzia ed un’allegria per il team della pastorale carceraria di Schoenstatt. —

“Grazie per non averci dimenticati in un giorno così speciale!” dicevano alcuni dei giovani, quasi con le lacrime agli occhi…

Commento di Ismelda, la “capa della merenda” di ogni sabato: “ne vale la pena!! Per un abbraccio, per un viso allegro, per un momento diverso e per una stima dei giovani, di sentirsi dire “voi siete buoni e portate Dio nel vostro cuore, grazie per questo”: queste sono state le parole di uno dei giovani che ci ha ringraziato per aver condiviso con loro tutto l’anno e la cena di Natale.

Loro anche meritano di essere la speranza della Patria.

Tutto per conoscere Tupãrenda e per conoscere una vita differente!

Nelle sue visite al Carcere, così come in questa cena di Natale, P. Pedro a volte “sparisce” perché uno dei giovani vuole “parlare con il Paï” (Paï è la parola paraguaiana che significa “Padre” NDT), ossia confessarsi. Però confessarsi nel senso in cui Gesù ha inteso questo prezioso sacramento: scaricare tutto il male, tutto ciò che è complicato, tutto ciò che pesa troppo per le spalle dei giovani.

A volte sparisce anche il quaderno che porta sempre con sé. Torna, poco dopo, con qualcosa scritto da mani non abituate a scrivere.

Torna con qualcosa come questo che ha scritto un giovane:

“Non mi taglierei i capelli nemmeno per una donna, ma per andare a Tupãrenda sì!”

Tutto per conoscere Tupãrenda e per conoscere una vita differente.

Tupãrenda: è questo, questa estensione solidaria del Santuario, la casa Madre di Tupãrenda, dimora di Dio.

Speranza, meta, ragione per lottare e continuare ad andare avanti per i giovani in carcere. Un luogo, una casa dove vivere per incontrare una nova vita. Il 18 ottobre 1914, in una cappella dimenticata nella valle di Vallendar, Germania, la Madre di Dio e Madre nostra disse: “allora attrarrò da qui i cuori giovani fino a me, e li educherò come strumenti idonei nelle mie mani”. Da allora, sono stati costruiti molti Santuari e molte case.

In questo tempo, pare, che la Madre di Dio, la Madre di Schoenstatt, voglia dire dalla sua Casa Madre in Tupãrenda: “allora attrarrò da qui i cuori giovani fino a me, i li educherò come strumenti idonei nelle mie mani.. i cuori giovani feriti, tristi, abbandonati, e li educherò come giovani felici, accettati e allegri nelle mie mani, e sì, come strumenti adatti alla mia mano.

Grazie a tutti coloro che ci hanno appoggiato per celebrare il Natale.

Equipo de la Pastoral Carcelaria

Traduzione: Virginia Cosola, Roma, Italia

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