Postato su 2015-11-28 In Progetti

Oggi è un giorno di grazia nel “Centro Educativo Itauguá” (CEI)

PARAGUAY, P. Pedro Kühlcke / Maria Fischer •

Domenica scorsa, 22 novembre, 51 adolescenti del “Centro Educativo Itauguá” (CEI), più conosciuto come “Panchito”: il carcere minorile più grande de Paraguay, a circa 5 km di Tupãrenda, hanno ricevuto alcuni dei sacramenti d’iniziazione cristiana, grazie alla eccellente preparazione del gruppo Pastorale del carcere. Abbiamo contato con le preghiere di tutti!

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Dalla strada al carcere…

E uno dei giornali del Paraguay, poco tempo fa ha pubblicato una notizia importante:

“trecento ottantasette adolescenti delinquenti sono reclusi in 8 centri educativi (carceri minorili) distribuiti in tutto il paese, dati pubblicati dal Meccanismo Nazionale di Prevenzione della tortura fra bambini fra il 2014 e 2015. Dal totale dei reclusi, il 95% sono stati processati e solo il 5% ha ricevuto una condanna. I risultati della investigazione si trovano nel libro “Aprendo porte al chiuso”: realtà di adolescenti privati della libertà in Paraguay, esposto sabato scorso nell’Aula della Università Cattolica, in Asunciòn.

Gli investigatori sostengono che la maggioranza di questi delitti derivano dal consumo di droghe e che i reclusi provengono di famiglie con poche risorse, si ha citato lo scrittore uruguayo Eduardo Galeano per affermare che nel nostro paese “la giustizia è come un serpente, morde solo a chi non porta scarpe”.

Posso confermare attraverso la mia esperienza personale:

Nel nostro carcere sono private della libertà circa 160 adolescenti maschi da 14 a 18 anni, in condizioni molto difficili. Quello che mi fa più male è vedere che tutti loro appartengono alle classi sociali più svantaggiate; vivono in quartieri d’emergenza o direttamente per strada. Molti hanno famiglie disfunzionali, oppure senza di esse; la maggior parte con famiglie con mancanze affettive da piccoli, e anche con problemi d’addizione. Sono molto sorpreso che non ci sono ragazzi di classe media o alta in carcere…

Abbiamo potuto formare un gruppo Pastorale carcelario molto bello, molti sono integranti del movimento di Schoenstatt, de Tupãrenda e Asunción. Ho trovato persone molto generose, che con grande sacrificio danno amore, tempo e denaro, per regalare un po’ d’amore di Dio e della Mater a questi ragazzi con tanto bisogno. Tutti i sabati condividiamo con loro dei canti, preghiere, abbracci, e sopratutto una abbondante merenda. Viviamo da molto vicino la loro situazione molto difficile e dolorosa – situazioni famigliari, sociali, giuridica, medica, ecc.- e cerchiamo di dare una mano in tutto ciò che possiamo.

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“La maggioranza dei poveri ha una speciale apertura alla fede; necessitano di Dio…”

Ma a sua volta, Dio ci concede il privilegio di esperimentare quel che il Papa scrisse: “La maggioranza dei poveri ha una speciale apertura alla fede; necessitano di Dio…”

Abbiamo verificato una grande apertura spirituale in molti di questi giovani, una sete di Dio impressionante. Ragazzi non battezzati ci raccontano che pregano a Dio e alla Madonnina. Mi impressiona molto le confezioni e conversazioni di vita che Dio ci regala là.

Quando posso celebro la Messa domenicale, alle ore 15, dopo l’orario di visita. Ogni volta partecipano più reclusi, e con il tempo, cominciano a scoprire che li piace molto cantare, essere chierichetti, lettori, ecc. Dietro loro richiesta, abbiamo cominciato ad offrire catechesi di preparazione per i sacramenti di iniziazione cristiana, già l’anno scorso più di 40 ragazzi hanno ricevuto il Battessimo e più di 50 (una terza parte della popolazione carceraria) la Prima Comunione.

Domenica scorsa, nella Festa di Cristo Re, 51 giovani hanno ricevuto il Battessimo e la Prima comunione.

Dalla strada al carcere, si, questa è la triste realtà di quasi tutti loro. Dal carcere alla chiesa, alla chiesa che è madre: questo è una realtà della coltura d’alleanza.

Grazie, P. Pedro.

Non tutti possiamo far parte di una gruppo. Peccato (io già mi meto in lista per la prossima visita). Ma tutti, si, tutti e ogni uno di noi possiamo far parte con le nostre preghiere, oggi e tutti i giorni, e con le nostre donazioni che si trasformeranno in merende, in aiuto, in Casa “Madre di Tuparenda” per tutti i ragazzi che escono e cercano un futuro…

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Come donare?

Conto corrente in Paraguay

Banca GNB
Conto Nro. 001-065259-003
Congregazione Padres de Schoenstatt

Conto corrente in Europa

Schönstatt-Patres International e. V.
IBAN DE91 4006 0265 0003 1616 26
BIC/SWIFT GENODEM1DKM
Uso previsto: P. Pedro Kuehlcke, Casa Madre di Tuparenda

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