Postato su 2016-10-26 In Missioni

TOTUS TUUS 2016: Qualcosa di totalmente differente

URUGUAY, via schoenstatt.org.uy, Testimonianza di Josefina, Missionaria di Totus Tuus 2016 •

Io sono Josefina, e lo scorso anno ho avuto la grande fortuna di prendere parte alla prima Missione “Totus Tuus” in Uruguay. Quest’anno, ho fatto parte di un piccolo gruppo interno all’organizzazione.

Ricordo il giorno in cui sul gruppo Whatsapp del 2015 i missionari pubblicarono che il secondo Totus Tuus si stava avvicinando, e con esso, abbiamo dato inizio alla nuova organizzazione. Stordita. Non avrei mai creduto che sarei stata d’aiuto nell’organizzare una missione. Mi ero imbattuta in quella precedente conoscendo zero della stessa, avevo una minima di idea di cosa fosse Shoenstatt, e allo stesso tempo, mi ci è voluto quasi un anno per realizzare, per prendere coscienza di tutte le cose incredibili che avevo sperimentato.

Pensai che questa missione sarebbe stata uguale alla precedente con tutte le sue dinamiche, esperienze ed attività. (Si va, si vive l’esperienza, si ritorna “pieni” per raccontarlo agli altri, e giorno dopo giorno  ti resta un ricordo indelebile, qualcosa per cui è valsa la pena, ma che è finito.

Comunque, Totus 2016 è stata qualcosa di totalmente differente, perché molto importante, il Movimento è qualcosa di differente. I Missionari sono rimasti in contatto e non solo; e quando appariva un’altra missione, abbiamo aperto le porte a far parte dell’organizzazione.

Mi sono unita al gruppo spirituale. Sapevo sarebbe stato difficile, ma è stata anche la cosa più bella. È servito parecchio tempo, molta dedizione, donare sé stessi, e grande impegno, ma arrivata la missione e vedere i risultati giorno dopo giorno, mi ha lasciata senza parole.

Non brucia il vostro cuore?

Il motto per Totus Tuus 2016 è stato “Non brucia il vostro cuore?” Durante quei giorni, ci siamo ricordati di utilizzare al massimo il tempo, ma anche apprezzare l’esperienza. Occasionalmente restavo in disparte ad osservare i missionari. Trasmettono così tanto che è inevitabile rimanerne coinvolti. Molti mi hanno raccontato di quanto sia stato difficile per loro uscire fuori, trovare l’incoraggiamento riguardo gli incontri e dire di si. Tuttavia, si sono resi conto di quanto fosse bello uscire dalla zona-confort ordinaria del divano e della routine, per uscire e servire gli altri, per dare tutto.

Si sono sentiti chiamati da Dio, ed è stata la cosa più bella che ho udito da molti di loro. Tutto ha funzionato alla perfezione. Le preghiere del mattino ricaricavano di energia la giornata che avevano di fronte a loro, colazioni deliziose, (erano inviati con la consegna della Madre Ammirabile per poi uscire all’incontro con euforia, saltando e gridando). Ci sono stati anche incontri indimenticabili con i vicini di Providencia suonando la chitarra, le attività con i giovani, e anche le dinamiche tra i missionari. Abbiamo creato un gruppo che starà sempre insieme; quando ad unire è qualcosa di grande come Dio, è impossibile rompere quei legami.

All’inizio, ci avevano detto che non avremmo avuto molto successo, perché la gente spesso non avrebbe aperto la loro porta e parlato con estranei, ma si sbagliavano. Di ritorno dalla missione ognuno aveva da raccontare milioni di storie sulle diverse persone che avevano aperto le porte e che avevano lasciato un segno straordinario. Ogni gruppo ha detto di avere il miglior gruppo missionario… non vi è stata alcuna lamentela, né tra i giovani né tra i govani-sessantenni! Ognuno aveva dentro di sé una grande gioia e buon umore. Abbiamo riso, anche se qualcosa è andato storto. Gli organizzatori si sono spesi in pieno perché tutto fosse perfetto, e così è stato.

 

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Sempre in ritardo

Dopo la Missione avremmo dovuto incontrarci in un momento preciso a Providencia, ma nessuno è stato puntuale. Eravamo sempre in ritardo. Questo ha attirato la mia attenzione perché mi ha fatto notare che la missione non finisce mai ma continua, è per la vita. Troverete sempre qualcuno che aprirà la sua porta e vorrà condividere una o più parole. Quelle persone erano veramente semplici, all’inizio, avete visto come hanno aperto la porta lentamente e timidamente hanno chiesto chi eravamo, ma poi ci hanno dato tutto: abbracci, baci, e hanno detto “Ti prego, torna indietro”. Ho anche sentito alcuni vicini di casa dire “sono piccoli angeli che Dio ci ha mandato”.

L’ultimo giorno è arrivato e abbiamo versato molte lacrime. È stato confuso: piangi perché tutto è finito ma anche per tutte le cose emozionanti che avevamo vissuto. È evidente che non te ne accorgi dato che nessuno smette mai di parlarne sui gruppi Whatsapp che si sono formati. Sono già emersi piani di riunione e pensare che è stato solo tre giorni.

È stato forte: abbiamo notato come abbiamo riconosciuto Dio e il nostro cuore sia andato in fiamme: la Madonna ci ha conquistato.

Fino al prossimo anno!

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Originale: Spagnolo. Traduzione: Alessia Lullo, Roma, Italia

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