Postato su 2016-04-01 In Missioni

La Missione Universitaria Cattolica 2016 è già in marcia

PARAGUAY, José Argüello e Maria Fischer •

La Missione Universitaria Cattolica 2016 (MUC2016) è già in marcia. Il 22 marzo – giorno degli attentati a Bruxelles – 956 giovani missionari, quasi 300 in piu rispetto all’anno scorso, si sono dati appuntamento davanti la cattedrale di Asunción e alla Rotonda, a Villarrica, per dare inizio alla missione della Settimana Santa in otto villaggi.

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Escono per le strade dopo aver seguito una preparazione profonda e seria che ha avuto inizio con il loro personale incontro con Dio, sapendo che “un missionario è prima di tutto una persona che ha incontrato Cristo risorto. Qualcuno che ha sperimentato l’amore di Dio nella sua vita: nel perdono dei propri peccati, nella speranza della salvezza e della vita eterna. Qualcuno che ha accolto in se lo Spirito Santo, il quale lo fa esclamare: “Padre!” e lo spinge a fare la carità, ad amare Dio sopra tutte le cose e il suo prossimo “come Lui ha amato noi”. 

La Missione è prima di tutto un invio. Essere missionario significa essere inviato, così come lo è stato Gesù sulla terra. Nella sua preghiera al Padre, Gesù dice: “Come tu hai inviato me, così io invio loro nel mondo” (Gv. 17, 18).

Siamo testimoni del Cristo Risorto ”Voi sarete i miei testimoni… fino ai confini del mondo; “Andate per le strade di tutto il mondo e annunciate la Buona Novella a tutto il creato” (Mc. 16,15)” (muc.org.py).

“La compagna più fedele, Maria sei il sole della mia vita”

“La compagna più fedele, Maria sei il sole della mia vita”, scrive una missionaria su twitter. Escono in compagnia della Vergine Pellegrina, la grande missionaria. Il “nucleo ardente” della missione sono i giovani shoenstattiani e, come riferisce José Argüello della Pastorale Giovanile della Campagna del Rosario, “il mistero è la Madonna Pellegrina, di cui tutti si innamorano”.

“È arrivato il grande giorno! Tutti pronti per diffondere negli otto villaggi questo amore che ricolma i nostri cuori, creando in questo modo un circolo “virtuoso” e benedetto! San Salvador, Iturbe, Gral. Garay, Buena Vista, Fassardi, San Juan Nepomuceno, Gral. Morínigo, e Caazapá ci aspettano!”, commenta un missionario il 22 marzo, con lo zaino in una mano e la Madonna Pellegrina nell’altra.

La MUC fa visita a questi paesi da tre anni consecutivi; con la missione del 2016 si chiude un ciclo.

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“Mai potevo immaginarmi che in qualche anno sarei arrivato a provare un affetto tanto grande per il mio popolo”

“Il giorno prima provo sempre una grande emozione”, commenta un altro missionario, raccontando su Facebook la sua esperienza della MUC2016. “Durante tutto l’anno ho ricevuto molto da Dio: innumerevoli grazie e questi sono i 6 giorni in cui, con la mia piccolezza e povertà, cerco di ricambiare l’amore ricevuto, anche se in piccola parte. Ieri sera ripensavo all’ansia che ho provato la prima volta che ho partecipato a questa attività poiché tutto mi risultava poco chiaro; non sapevo cosa sarei andato a fare nello specifico, tantomeno chi mi avrebbe accompagnato e non immaginavo assolutamente che in qualche anno avrei potuto provare un affetto tanto grande per il mio popolo, i missionari e le comunità che ci hanno accolto. So che nel 2016 si conclude un ciclo che provoca in me un insieme di sentimenti: da una parte vorrei tornare nel posto che per me è il migliore del mondo e dall’altra so che è ora di concludere questi tre anni. Riguardando poi le foto, le croci ricevute e gli amici che ho incontrato, non posso fare a meno di sorridere e sentirmi un umile strumento di Dio, pronto ad agire nei tempi, nei luoghi e con le persone da lui prescelte. A fine giornata sento che questa è la mia vocazione: fare missione dove Dio me lo richiede. Per questo motivo il mio cuore scoppia di gioia quando Lui torna a chiamarmi e a ogni ora che passa sento più vivo il desiderio di rivivere la MUC”.

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La missione della mia vita

Jenny Sanabria: “Tutti quelli che hanno partecipato a una Missione sanno che il loro cuore non tornerà più a essere lo stesso, perché hanno avuto un incontro molto speciale con l’amore nella sua forma più pura, un amore che trasforma, guida e riempie di gioia. Tutti quelli che hanno fatto missione sanno che si è missionari tutta la vita!”.

Anahi Salinas: “A fine giornata sento che la mia vocazione è fare missione dove Dio me lo richiede”.

La MUC è caratterizzata da un profondo sentimento religioso, segnato dalla Settimana Santa e dalla cultura popolare del Popolo Paraguaiano che prendono forma in questi giorni nell’accompagnamento della Morte di Gesù Cristo. Il missionario è umile e riconosce i suoi limiti, ha fiducia nel potere del Signore di dargli la forza e le parole giuste per trasmettere la buona notizia: è una persona che coraggiosamente decide di lottare per il Signore e il Vangelo. Il missionario è colui che per amore degli uomini e di Dio offre il suo tempo alla cura degli altri.

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