ARGENTINA, Lilita e Carlos Ricciardi •
Sabato 30 gennaio, ultimo giorno delle Missioni Familiari di Schoenstatt di La Plata in Magdalena, Francesco Carrera, giovane nonno di 76 anni, ci ha raccontato la sua prima esperienza da missionario. È ingegnere vedovo, con figlie e nipoti, appartiene alla Opera Familiare di La Plata da circa 40 anni. È ministro della Eucaristia e fedele custode del Santuario della Liberazione del Padre.
Durante l’anno ha assistito ai preparativi, ed ha sentito che i giovani lo incorporavano spontaneamente al gruppo, con la natura stessa della età. Con loro ha lavorato nella spiritualità della Missione. Così è giunto il giorno della partenza, riuniti intorno al Santuario ha sentito il calore dell’abbraccio della comunità salutando la Mater e offrendo a Lei questa missione.
Gli abbiamo domandato:
Quale aspettativa hai di questa missione?
“Sentivo curiosità per sperimentare la Chiesa in uscita, non chiusa in se stessa. Quella nuova chiesa proiettata verso fuori, in cerca del fratello, che Papa Francesco ci chiede che aiutiamo a realizzare”.
Famiglia di Missione… con cane missionario
Che cosa ti porti da questa missione?
“È stata una esperienza di Schoenstatt e di Chiesa molto forte.
Nonostante abbia tenuto altre esperienze di comunità ecclesiale, sempre sono state uguali. Quando ero giovane, tra giovani e come sposato tra sposati. È la prima volta che ho una esperienza di Chiesa con adulti e giovani insieme in una missione.
È una atmosfera fortemente toccata dal soprannaturale. Una visione del cielo… una esperienza vissuta nella propria terra, della mia terra di Schoenstatt.
Ho percepito una chiesa poco strutturata. Una situazione come il “chiasso” che il Papa Francesco ha chiesto ai giovani. Ho incontrato una famiglia di Vita e di Missione.
Mi porto: fede, gioia e speranza. La mia fede rafforzata. La gioia per molto tempo e la speranza nella continuità della famiglia, che sono questi giovani tanto impegnati con la Chiesa”.
Che cosa raccomanderebbe a coloro che non sono mai andati in missione?
“Che si facciano coraggio a vivere questa esperienza comunitaria e missionaria che permetterà riaffermare nella pratica, i principi cattolici. Padre Kentenich avrebbe partecipato alla missione in famiglia se fosse con noi in questo momento”.
