bolsas de caridad

Postato su 2023-02-24 In opere di misericordia, Progetti, Schoenstatt in uscita

Ancora una volta: i sacchetti della carità, simbolo della chiesa della misericordia

ECUADOR, P. Rafael Amaya / María Fischer •

Lo hanno fatto ancora una volta. Come dall’inizio della pandemia, e durante tutti questi anni difficili, e anche in questo nuovo 2023. Una volta al mese, il Santuario di Schoenstatt della città di Quito diventa una Casa del Pane, una Casa di Carità dove, in una lunga fila, i poveri del quartiere aspettano le loro “borse di beneficenza” con il cibo e il necessario per sopravvivere. Sono famiglie prive di lavoro, ragazze madri, anziani. Gli schoenstattiani con impegno sociale, cioè semplicemente schoenstattiani, fanno le donazioni, cercano il cibo, lo mettono nei sacchi e lo distribuiscono. —

Bolsas de caridad, Santuario de Quito

Borse di beneficenza, Santuario de Quito

“Buongiorno, ringrazio P. Rafael e tutti coloro che compongono questa chiesetta per aver dato da mangiare a tutte le famiglie. Ne abbiamo davvero bisogno, grazie”, dice uno dei beneficiari.

“Voglio ringraziarvi perché da qui, dal santuario, dalla nostra chiesa continuiamo a fare quest’opera di carità che dà speranza e sollievo a tante famiglie. Offro la mia preghiera per voi affinchè possiamo continuare questo lavoro. Che Dio vi benedica”, commenta don Rafael in un breve video, che viene registrato mese per mese e diffuso tra coloro che si sentono parte di quest’opera di misericordia, opere che Gesù ci chiederà quel giorno dell’incontro con Lui alla fine della nostra vita. “Cosa hai fatto per me?” Gli schoenstattiani di Quito gli diranno: “Signore, sì, ti abbiamo dato da mangiare… Abbiamo dato da mangiare ai tuoi fratelli prediletti, i più poveri tra i poveri della nostra città”.

Bolsas de caridad, Santuario de Quito

Borse di beneficenza, Santuario de Quito

Cosa significano le borse di beneficenza per Schoenstatt in Ecuador… e oltre

Senza la campagna, si è accennato all’Incontro Internazionale di Santa Maria 2000, Schoenstatt forse sarebbe rimasto come il cristianesimo senza San Paolo: una realtà di provincia, senza orizzonte, senza terra da conquistare.

Senza l’impegno sociale concreto, senza progetti come la consegna delle borse di beneficenza, Casa del Niño, Cien Casas, Encuentro, Dequeni, Casa Madre di Tuparenda, Lichtzeichen, Maria Ayuda, pastorale carceraria, senza il lavoro nei campi profughi, nelle case per i bambini e gli anziani, negli ospedali, tra la gente di strada… Schoenstatt probabilmente sarebbe comunque esistito, ma forse la sua sarebbe diventata una realtà chiusa, elitaria, una bolla, un club di autosantificazione.

Grazie, padre Rafael.

Bolsas de caridad, Santuario de Quito

Borse di beneficenza, Santuario de Quito

 

 

Originale: Spagnolo, 19.02.2023. Traduzione: Alessia Lullo, Torino, Italia

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