Postato su 2016-11-30 In Schoenstatt in uscita

Dei Padri “pazzi” per Maria in un incontro che non è ancora finito…

ITALIA, P. Rolando G. Montes de Oca Valero •

Essere missionario della Madonna Pellegrina presuppone lasciare a Lei la scelta dei metodi. Io speravo che mio fratello Marwan – sacerdote di rito maronita con il quale sono all’Università – mi riconsegnasse l’immagine con più “solennità”. Lei lo aveva visitato la settimana precedente, lo aveva accompagnato in un momento importante e lui, grato, era disposto a ricambiare la visita. Quando ha tirato fuori dal suo zaino di libri la Pellegrina  e l’ha messa nelle mie mani dicendo “Molte grazie”, sono rimasto sorpreso, domandandomi, mentre dissimulavo la mia perplessità: “Come mai qualcuno di rito orientale non sceglie uno scenario più sacro?”

OffrirLe qualcosa di meglio di una conferenza: un’esperienza

La risposta mi è arrivata dalla Mater stessa quando P.Gintaras, sacerdote lituano compagno di studi, l’ha riconosciuta con allegria e mi ha detto “Schoenstatt! Sì! L’ho conosciuta in Svizzera, bellissimo!” … Il polacco P.Grzegorz ha domandato: “Che cos’è?”.

“Eeeh, un movimento apostolico mariano, una famiglia spirituale della Chiesa, facciamo un’Alleanza d’Amore con la Vergine… eeeh”. Ho provato ad improvvisare una risposta nei due minuti che rimanevano prima che il professore iniziasse la lezione, ma rimasi convinto che rimaneva ancora tanto da dire…

È stato nel seguente break delle lezioni che si è iniziato ad organizzare un piano perché la Mater offrisse qualcosa di meglio di una conferenza: un’esperienza.

Così, poco a poco, si sono uniti a noi il brasiliano P.Rodrigo, il filippino P.Nathaniel, il colombiano P. Edgar Darìo e P.Gintaras ha chiesto se si potessero unire anche altri due lituani: il diacono (di passaggio) Elias e P. Andres. Tutto il piano ha assunto il nome e la sfida di essere una “mattinata mariana”.

Lei ha addirittura organizzato il viaggio in macchina

Rimaneva ancora un’altra difficoltà: arrivare al Santuario Cor Ecclesiae senza macchina è molto difficile e anche pericoloso perché la strada non ha marciapiedi, è stretta e il traffico è abbondante ed intenso. Così sono dovuto ritornare ai miei piani, ma mentre dicevo a P. Eduardo, del Collegio spagnolo, quello che stavamo preparando, gli dissi: “ Penso che la miglior cosa sia prendere un taxi e…”; “No”- mi interruppe – “se vuoi vi porto io con la mia macchina”. Anche lui stava nei piani della “Missionaria”.

La mattina del 5 novembre, tra gli studenti di Comunicazione dell’Università della Santa Croce ed altri amici, eravamo in dieci a dirigerci alla casa dove ci aspettava la Mater. L’impatto estetico è stato notevole, “Che posto meraviglioso!”, così come lo stupore nei confronti della piccolezza materiale del Santuario. Prima di entrarvi, ci siamo riuniti in un salone che ci hanno preparato le Sorelle di Maria, per condividere un po’ delle notizie riguardo ciò che è Schoenstatt, che significato ha un “altro” Santuario e preparare lo spirito per l’incontro.

Quello che ci unisce è il rosario

Sono tornato a rivivere i miei primi passi quando ascoltavo, dalla bocca dei miei fratelli, le stesse domande che un tempo feci io. Una volta chiariti i dubbi siamo andati al Santuario e ci siamo regalati quindici minuti di colloquio personale con la Madre; dopo abbiamo iniziato a tirar fuori i rosari.

La meditazione di ogni mistero è stata preceduta da un canto mariano caratteristico dei paesi di ognuno di noi. Sebbene non si capissero le parole, l’Amore di Maria e l’Accoglienza che Lei offriva alla devozione dei suoi paesani hanno creato un’atmosfera impregnata della bellezza di Dio che ha mosso le ragioni del cuore.

In seguito, tenendo presente che eravamo dieci, ognuno di noi ha pregato l’Ave Maria iniziandola sempre nella propria lingua e terminandola in italiano. Alla fine abbiamo aperto il Capitale di Grazia che avevamo preparato durante la settimana e abbiamo concluso quel momento di grazie con la preghiera di Consacrazione.

Una comunità sacerdotale riunita intorno alla Madre

Vedendo che ci rimaneva ancora un po’ di tempo, ci siamo messi seduti a condividere l’esperienza di quello che la Madre del Signore ha operato nelle nostre vite. Quanta ricchezza e diversità! A questo punto si è unito a noi P.Valentin, un uruguaiano del Collegio Pio Latinoamericano, che ha fatto l’Alleanza e si reca in pellegrinaggio al Santuario ogni sabato.

Una comunità sacerdotale riunita intorno alla Madre che ha condiviso la ricchezza incalcolabile della propria esperienza: alcuni tra noi, come Isabel, sono arrivati a Gesù attraverso Maria; altri, come Juan, hanno conosciuto Maria perché Gesù glieL’ha consegnata e loro sono rimasti con Lei per sempre. In ogni caso, tutti riconosciamo che non è possibile, al giorno d’oggi, seguire ed essere fedeli al Signore senza la mano amica della nostra Madre ed Educatrice.

Mi sono sbagliato di nuovo quando ho pensato che la nostra “mattinata mariana” terminasse con la pizza, lo spazio di condivisone fraterna, l’allegria e le risate. Non è stato così! Giusto un momento dopo che ci siamo salutati, P.Rodrigo mi ha mandato un messaggio su Whatsapp: “Grazie per oggi, il mio cuore è pieno della presenza di Maria”. Padre Grzegorz mi ha scritto in un altro messaggio: “Grazie per aver avuta la bella idea di fare quest’incontro”. Due giorni dopo, Nathaniel e Gintaras mi hanno ringraziato all’università mentre un altro suggeriva: “Ce ne dovrebbe essere un altro..”

Eppure credo che la nostra “mattinata mariana” non sia ancora finita; lascerà che sia la Mater a dire l’ultima parola.

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Originale: spagnolo Traduzione: Denise Campagna, Roma, Italia

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