AUSTRIA, di Susanne Leibrecht via schoenstatt.at •
Attualmente, le enormi ondate di profughi appartengono senza dubbio ai segni dei tempi più tangibili. Per Dr. Stefan Keznickl – ex-giudice di Diritto d’Asilo e Schoenstattiano – è stato un motivo concreto per invitare ad una serata sul tema “Uomini in fuga – e che cosa possiamo fare noi?”, che ha avuto luogo il 15 ottobre 2015 sul Kahlenberg/Vienna.
Una cosa che sta molto a cuore al giurista, è di trasmettere fatti e impulsi su questo tema. Poiché è convinto che: Se si potranno affrontare positivamente i cambiamenti che i profughi portano con sé, soprattutto per l’Europa, dipenderà in prima linea dalla nostra competenza nell’approccio ad essi. Secondo Dr. Keznickl, la nuova situazione potrebbe essere addirittura uno dei grandi problemi dell’umanità di oggi. Ci serviranno “molta forza, sforzi e idee” per essere all’altezza delle sfide. Ciò ha dei motivi complessi e diversificati, che in una conferenza di una breve serata si possono esporre solo a modo di impostazione. Come p. es.:
- La traumatizzazione di molti rifugiati attraverso esperienze di guerra personali.
- False informazioni e ignoranza sui paesi che i rifugiati scelgono come meta.
- La gigantesca tratta umana che rende possibile in qualche modo l’ondata di fuga.
- In parte, notevoli differenze di istruzione.
- Caratteristiche culturali totalmente diverse (concetto di donna, vendetta di sangue, ordinamento politico/statale e religione, modo di approccio alla verità).
Nella prima parte della serata, Dr. Keznickl ha citato – partendo dalla propria esperienza in qualità di ex-giudice di diritto d’Asilo per il paese d’origine Afghanistan e come Schoenstattiano che si confronta con i segni dei tempi – molti esempi personali del suo raggio d’azione professionale e privato, riuscendo anche a presentare cifre e statistiche di cui ha fatto ricerca e scelta accurata.
Politica e Giustizia
Di per se stesso, ogni stato ha l’obbligo di tutela dei propri cittadini. Dove non riuscisse più a garantirla, quest’obbligo passa ad altri Stati. Secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, rifugiato è colui che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal paese di cui è cittadino …”
Si fa la distinzione tra “asilo” (rifugiato riconosciuto) e “tutela sussidiaria” (che di fatto è simile, ma non è motivo di persecuzione).
In Austria – che secondo la legge internazionale ha l’obbligo di eseguire le procedure per ogni Domanda d’Asilo – attualmente si deve calcolare un tempo di elaborazione da due a tre anni.
“L’Islam” – Integrazione
All’interno dell’Islam ci sono molti cambiamenti. In società laiche, i Mussulmani cambiano il loro comportamento. Ci sono conflitti all’interno della propria comunità religiosa e in parte all’interno della famiglia, sui temi che riguardano la posizione della donna e dell’uomo, la democrazia, ecc.
Come si può contrastare la “formazione di un ghetto mussulmano” nei paesi di arrivo? Impareranno gli uomini ad accettare che le donne in Europa hanno una posizione diversa da quella dei loro paesi di provenienza? Come si (lasceranno) integrare i rifugiati, prevalentemente mussulmani, nelle nostre culture di carattere occidentale?
Competenza Rifugiati e Competenza Kentenich
L’interrogativo di un’integrazione ben riuscita, rappresenta per Dr. Keznickl “l’essenziale”. Perciò vale: ‘Quanto più grande la propria base di conoscenza, tanto maggiore sarà l’aiuto all’integrazione – perché possiamo abbattere così la paura e andare incontro allo straniero in modo diverso.’
Sullo sfondo della domanda: “Che cosa posso fare io?”, i partecipanti alla conferenza – divisi in tre piccoli gruppi – hanno letto nella seconda parte della serata dei testi scelti di Padre Kentenich e scambiato le loro impressioni. I testi letti sono stati poi collegati a domande, esperienze, linee e proposte d’azione. Come conclusione sono stati presentati a tutta l’assemblea i punti focali dei contenuti più importanti dei rispettivi piccoli gruppi.
Chissà se potrà donare conforto e fiducia una parola di Padre Kentenich, che vale anche per le sfide del nostro tempo:
“Deve essere un mondo magnifico quello che Dio vuole trarre da questo caos e deve essere un ordine meraviglioso quello che Dio, in modo nuovo, vuole plasmare dalle catastrofi”.
Originale: Tedesco. Traduzione: Maria D. Congiu, Roma, Italia